Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (22/05/25)

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Le azioni che pagano cospicui dividendi offrono flussi di reddito costanti e tendenzialmente regolari, che contribuiscono a incrementare e stabilizzare il rendimento complessivo del portafoglio di un investitore. Le cedole rappresentano una forma di rendimento indipendente rispetto alle oscillazioni di prezzo e, mediamente, tendono a crescere più degli utili nel tempo. Le aziende che distribuiscono dividendi consistenti, inoltre, presentano solidi fondamentali e operano spesso in settori consolidati, permettendo una maggior diversificazione rispetto alle azioni “growth”. Ecco allora un’analisi delle società del Ftse Mib con i dividend yield più elevati, sia attuali che previsti.
Perché puntare sui dividendi
Lo scenario attuale dei mercati non è di semplice lettura. Dopo i cali legati ai dazi, l’azionario è tornato sui massimi ma le incertezze connesse alle tariffe e al loro impatto su economia e politica monetaria lasciano gli investitori in uno stato di allerta.
La Bce, nel suo rapporto annuale di stabilità finanziaria, ha dipinto uno quadro caratterizzato da rischi al ribasso. Questo a causa delle tensioni protezionistiche innescate dagli Stati Uniti, che potrebbero penalizzare la tenuta del credito, dei mercati e, in ultima istanza, la crescita nell’Eurozona.
Per quanto riguarda gli Usa, secondo pareri illustri come quelli del ceo di JPMorgan, Jamie Dimon, il pericolo di una recessione non è ancora scongiurato e saranno necessari progressi nelle trattative commerciali, specialmente con la Cina, per evitare ripercussioni indesiderate. Il tutto con un occhio alla Fed, che per il momento non sembra intenzionata a tagliare i tassi di interesse.
In tale contesto, la volatilità potrebbe restare elevata, motivo per cui può essere utile inserire in portafoglio titoli in grado di fornire ritorni sicuri e indipendenti dalle fluttuazioni del mercato.
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito, offrendo un ritorno interessante ai propri azionisti.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield
Diverse società a Piazza Affari si distinguono per rendimenti da dividendo piuttosto elevati. Nella tabella sottostanti i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield, calcolato come rapporto fra il dividendo del 2025 (a valere sugli utili del 2024) e il prezzo attuale. Il prossimo dividendo stimato e il corrispondente dividend yield stimato fanno riferimento al 2026 (a valere sull’esercizio 2025).
Nella parte alta della classifica ci sono ancora diverse banche: Mps (11,8%), Banco Bpm (10,1%) e Bper (7,9%) occupano tre dei primi quattro posti nella graduatoria. Ben posizionati anche due titoli dell’oil & gas, Saipem (8,2%) ed Eni (7,8%), seguiti da Stellantis (7,3%). Niente dividendo per Tim, che dovrebbe tornare a distribuire cedole dall’anno prossimo.
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 7,28 | 0,8600 | 11,8% | 0,8410 | -2,2% | 11,6% |
Banco BPM | 9,95 | 1,0000 | 10,1% | 0,9950 | -0,5% | 10,0% |
Saipem | 2,07 | 0,1700 | 8,2% | 0,1490 | -12,4% | 7,2% |
BPER Banca | 7,63 | 0,6000 | 7,9% | 0,7600 | 26,7% | 10,0% |
Eni | 12,84 | 1,0000 | 7,8% | 1,0460 | 4,6% | 8,1% |
Stellantis | 9,27 | 0,6800 | 7,3% | 0,5240 | -22,9% | 5,7% |
Intesa Sanpaolo | 4,90 | 0,3410 | 7,0% | 0,3740 | 9,7% | 7,6% |
Bca Pop Sondrio | 11,76 | 0,8000 | 6,8% | 0,9330 | 16,6% | 7,9% |
Azimut | 25,73 | 1,7500 | 6,8% | 1,5620 | -10,7% | 6,1% |
Banca Mediolanum | 14,97 | 1,0000 | 6,7% | 0,7920 | -20,8% | 5,3% |
Poste italiane | 18,58 | 1,0800 | 5,8% | 1,1580 | 7,2% | 6,2% |
Enel | 8,10 | 0,4700 | 5,8% | 0,4800 | 2,1% | 5,9% |
Italgas | 7,06 | 0,4060 | 5,8% | 0,4450 | 9,6% | 6,3% |
Tenaris (*) | 14,45 | 0,8300 | 5,7% | 0,8160 | -1,7% | 5,6% |
Snam | 5,21 | 0,2905 | 5,6% | 0,3000 | 3,3% | 5,8% |
Mediobanca (**) | 20,49 | 1,0700 | 5,2% | 1,1330 | 5,9% | 5,5% |
Unipol Gruppo | 16,88 | 0,8500 | 5,0% | 0,9720 | 14,4% | 5,8% |
Inwit | 10,28 | 0,5156 | 5,0% | 0,5780 | 12,1% | 5,6% |
Nexi | 5,24 | 0,2500 | 4,8% | 0,2770 | 10,8% | 5,3% |
Terna | 8,90 | 0,3962 | 4,5% | 0,3950 | -0,3% | 4,4% |
A2A | 2,26 | 0,1000 | 4,4% | 0,1000 | 0,0% | 4,4% |
Generali Assicurazioni | 32,69 | 1,4300 | 4,4% | 1,5780 | 10,3% | 4,8% |
UniCredit | 57,35 | 2,4025 | 4,2% | 3,0900 | 28,6% | 5,4% |
Pirelli&C | 6,18 | 0,2500 | 4,0% | 0,2560 | 2,4% | 4,1% |
FinecoBank | 18,91 | 0,7400 | 3,9% | 0,7580 | 2,4% | 4,0% |
Hera | 4,26 | 0,1500 | 3,5% | 0,1600 | 6,7% | 3,8% |
Recordati | 51,75 | 1,2700 | 2,5% | 1,4760 | 16,2% | 2,9% |
Moncler | 55,46 | 1,3000 | 2,3% | 1,2290 | -5,5% | 2,2% |
Iveco Group | 16,58 | 0,3300 | 2,0% | 0,4910 | 48,8% | 3,0% |
STMicroelectronics (*) | 22,63 | 0,3600 | 1,6% | 0,3420 | -5,0% | 1,5% |
Amplifon | 19,02 | 0,2900 | 1,5% | 0,3180 | 9,7% | 1,7% |
Buzzi | 46,92 | 0,7000 | 1,5% | 0,7850 | 12,1% | 1,7% |
Prysmian | 54,48 | 0,8000 | 1,5% | 0,8980 | 12,3% | 1,6% |
Diasorin | 91,78 | 1,2000 | 1,3% | 1,2330 | 2,8% | 1,3% |
Campari | 5,65 | 0,0650 | 1,2% | 0,0680 | 4,6% | 1,2% |
Leonardo | 51,08 | 0,5200 | 1,0% | 0,4890 | -6,0% | 1,0% |
Interpump Group | 33,88 | 0,3300 | 1,0% | 0,3320 | 0,6% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 107,45 | 0,9400 | 0,9% | 1,0510 | 11,8% | 1,0% |
Ferrari | 438,00 | 2,9860 | 0,7% | 3,0450 | 2,0% | 0,7% |
Telecom Italia | 0,39 | 0,0000 | 0,0% | 0,0310 | – | 8,0% |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 22 maggio 2025
Le prossime cedole a Piazza Affari
Questa settimana diverse big del Ftse Mib hanno staccato il dividendo: Amplifon, Azimut, Banca Mps, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Bper, Brunello Cucinelli, Buzzi, Diasorin, Finecobank, Generali, Intesa Sanpaolo, Inwit, Italgas, Moncler, Nexi, Recordati, Saipem, Tenaris e Unipol.
Nel dettaglio, per Banco Bpm, Intesa Sanpaolo, Recordati e Tenaris si è trattato di un saldo, dopo gli acconti distribuiti a novembre (0,4 euro, 0,17 euro, 0,6 euro e 0,27 euro).
Il prossimo appuntamento rilevante con le cedole sarà il 23 giugno, quando staccheranno il dividendo Hera, Leonardo, Snam, Stm e Terna. Per la società di semiconduttori sarà la prima tranche del dividendo 2025, mentre Snam e Terna pagano i rispettivi saldi dopo gli acconti pagati a gennaio e a novembre.