Notizie Notizie Mondo Dazi Trump: per il ceo di JPMorgan Dimon c’è ancora un rischio da valutare

Dazi Trump: per il ceo di JPMorgan Dimon c’è ancora un rischio da valutare

16 Maggio 2025 11:55

Il ceo di JPMorgan, Jamie Dimon, non ritiene sia stato ancora scongiurato il pericolo che l’economia americana entri in recessione per effetto dalla strategia dei dazi del presidente americano Donald Trump. Lo ha detto ieri nel corso di un’intervista con Bloomberg Television, al margine della Global Market Conference dell’istituto da lui guidato, tenutosi a Parigi.

“Spero che la eviteremo ma non scarterei la possibilità”, ha detto Dimon. “Se ci sarà una recessione. non so quanto grande o quanto lunga sarà”.

Trattative e disgelo con la Cina sono “la cosa giusta da fare”

La scorsa settimana tuttavia, economisti della stessa JPMorgan hanno rivisto in termini ottimistici le stime per una possibilità di recessione, abbassandone la probabilità dal 60% a sotto il 50%. Questo dopo che Stati Uniti e Cina hanno deciso di operare temporaneamente una riduzione ai dazi reciproci, mentre sono in corso le trattative tra i due paesi per giungere ad uno duraturo accordo commerciale.

“Penso che la cosa giusta da fare sia fare un passo indietro su alcune di quelle cose”, ha detto Dimon, sottolineando che i due paese devono “impegnarsi in un dialogo”.

I dazi di Donald Trump seminano incertezza dal 2 aprile scorso

La strategia di dazi di Donald Trump iniziata lo scorso 2 aprile, il cosiddetto “Liberation Day” finora ha prodotto grande incertezza, con spettacolari saliscendi sui mercati e fosche previsioni economiche per il futuro. Dimon ha detto che alcuni sui clienti stanno aspettando a fare investimenti proprio per questo motivo.

La “guerra dei dazi” scatenata da Trump ha avuto come principale obbiettivo la Cina: con Pechino la situazione si è deteriorata in tempi rapidissimi fino al punto più estremo di dazi del 145% sui prodotti cinesi verso gli Stati Uniti e del 125% su quelli americani verso la Cina. Il recente accordo “distensivo” li riduce rispettivamente al 30% e al 20% per 90 giorni.

Prima dell’annuncio di questa pausa Dimon aveva detto che una recessione negli Stati Uniti sarebbe stata “una conseguenza probabile” di questa politica e in generale non è  stato timido nel far sentire la sua voce. Si è appellato ripetutamente al segretario al Tesoro Scott Bessent affinché assumesse un ruolo di primo piano nelle trattative e nella lettera annuale agli azionisti ha reiterato una rapida soluzione delle incertezze.

Nonostante tutto Dimon crede sempre negli USA: il posto migliore per investire

Nell’intervista Dimon ha detto che la volatilità continua e come conseguenza il volume di transazioni per la banca d’investimenti da lui guidata è rimasto molto elevato. Il giro d’affari generato dal trading ha toccato picchi record nel primo trimestre e gli analisti prevedono il dato in rialzo anche nel secondo.

Nonostante le incertezze di questi tempi, per il ceo gli Stati Uniti restano il miglior posto dove investire. “L’America è una cattiva destinazione per gli investimenti? No. Se uno dovesse prendere tutto i suoi soldi e metterli in un paese, quello sarebbe sempre l’America”, ha detto.