Dividend yield, la classifica del Ftse Mib: chi rende di più e chi meno (12/12/24)
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Le azioni con dividendi elevati sono spesso tra le preferite degli investitori grazie alla loro capacità di combinare stabilità, redditività e gestione del rischio. Questi titoli garantiscono un flusso di reddito costante attraverso pagamenti periodici, rappresentando una scelta ideale per chi cerca rendimenti regolari. Inoltre, le aziende che offrono dividendi consistenti sono generalmente più consolidate e solide dal punto di vista finanziario. Un ulteriore vantaggio è la protezione che questi titoli possono fornire durante le fasi di mercato turbolente, grazie a rendimenti che non dipendono esclusivamente dalle oscillazioni del prezzo dell’azione. Di seguito, esaminiamo alcune delle società del Ftse Mib, l’indice di riferimento di Piazza Affari, che vantano i migliori dividend yield sul mercato.
L’importanza dei dividendi nello scenario macro attuale
I mercati si preparano ad un 2025 potenzialmente caratterizzato da grandi opportunità, ma anche da insidie, legate soprattutto all’instabilità politica in alcuni Paesi chiave, ad una possibile guerra tariffaria innescata da Trump, passando per l’incognita della crescita cinese e la ricalibrazione della politica monetaria.
Nel Vecchio Continente, i riflettori sono puntati sulla riunione odierna della Bce che effettuerà il quarto taglio dei tassi, da 25 punti base, ma potrebbe anche modificare i toni restrittivi adottati sinora. Focus anche sulle parole di Christine Lagarde e le proiezioni economiche su crescita e inflazione, che potrebbero fornire qualche suggerimento sulle prime mosse del 2025. Negli Usa, gli ultimi dati sul mercato del lavoro e sull’inflazione hanno rafforzato la prospettiva di un taglio dei tassi a dicembre, anche in questo caso dello 0,25%, sebbene le aspettative sulle successive riduzioni si stiano parzialmente ridimensionando.
Il ritmo dell’allentamento monetario e i livelli dei tassi neutrali restano tutti da definire, ma il 2025 porterà sicuramente una normalizzazione della politica monetaria, con probabili ripercussioni su diverse asset class (azionario, obbligazionario e materie prime in primis). I tagli al costo del denaro dovrebbero agevolare la crescita degli utili, favorendo la distribuzione di dividendi, mentre i bond potrebbero diventare meno appetibili dopo gli ultimi anni di rendimenti elevati.
In questo scenario, gli investitori continueranno senz’altro a ricercare titoli in grado di remunerare gli azionisti con cedole consistenti (oltre che con piani di buyback azionario, sempre più diffusi).
Cos’è il dividend yield e come si calcola
Per misurare i dividendi pagati da una società gli investitori non devono guardare soltanto all’ammontare della cedola, ma anche, e soprattutto, calcolarne il rendimento, espresso dal dividend yield: un valore percentuale che si ottiene dal rapporto tra il dividendo unitario pagato da una determinata azione e il prezzo di mercato dell’azione stessa.
La formula per il calcolo del dividend yield è quindi la seguente:
(Dividendo Annuale per Azione / Prezzo Attuale dell’Azione) × 100
Questo parametro, così come tutti i principali multipli, viene utilizzato soprattutto nell’analisi comparativa allo scopo di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto ad altre. Più è elevato il dividend yield, migliore è il giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare il capitale investito.
Tuttavia, bisogna tenere presente che questo indicatore rappresenta una misura statica di rendimento e non prende in considerazione il rischio d’impresa.
Ftse Mib, la classifica dei dividend yield stimati
Il dividend yield è un parametro chiave per valutare la capacità di un’azienda di offrire un ritorno interessante ai propri azionisti. Molte società a Piazza Affari si sono distinte nel corso di quest’anno per gli elevati rendimenti da dividendo.
Nella tabella sottostante i titoli del Ftse Mib vengono ordinati in maniera decrescente sulla base del dividend yield stimato, calcolato come rapporto fra il prossimo dividendo stimato e il prezzo corrente, quindi dal titolo che vanta il rendimento atteso più alto a quello più contenuto. Tutti i dati sono estrapolati da Bloomberg.
A dominare la classifica sono le banche: svetta Mps con un dividend yield stimato del 12,9%, seguita da Bper (10,7%), Banco Bpm (10,2%), Intesa Sanpaolo (8,7%), Banca Popolare di Sondrio (8,4%) e Mediobanca (7,9%). Significativi rendimenti attesi anche per alcuni dei titoli più apprezzati di Piazza Affari, come Eni (7,4%), Poste Italiane (7,3%) ed Enel (6,6%). Da segnalare la forte riduzione della cedola prevista per Stellantis, che secondo gli analisti potrebbe sostanzialmente dimezzare il dividendo dopo le recenti difficoltà.
In coda alla classifica dovrebbero confermarsi Ferrari (0,6%) e Interpump (0,7%). Saipem tornerà a remunerare i propri azionisti con un dividendo a valere sul 2024, mentre Telecom Italia e Nexi non distribuiranno cedole (Tim ha rimandato le valutazioni al nuovo piano industriale 2025-27).
Titolo | Ultimo prezzo (€) | Dividendo per azione (€) | Dividend yield | Prossimo dividendo stimato (€) | Variazione stimata Dividendo a/a | Dividend yield stimato |
Banca MPS | 6,52 | 0,2500 | 3,8% | 0,8390 | 235,6% | 12,9% |
BPER Banca | 5,87 | 0,3000 | 5,1% | 0,6300 | 110,0% | 10,7% |
Banco BPM | 7,82 | 0,5600 | 7,2% | 0,7940 | 41,8% | 10,2% |
Intesa Sanpaolo | 3,87 | 0,2960 | 7,6% | 0,3350 | 13,2% | 8,7% |
Bca Pop Sondrio | 8,11 | 0,5600 | 6,9% | 0,6840 | 22,1% | 8,4% |
Mediobanca (**) | 14,31 | 1,0700 | 7,5% | 1,1250 | 5,1% | 7,9% |
Eni | 13,47 | 0,9400 | 7,0% | 0,9990 | 6,3% | 7,4% |
Poste italiane | 13,80 | 0,8000 | 5,8% | 1,0030 | 25,4% | 7,3% |
Italgas | 5,47 | 0,3520 | 6,4% | 0,3830 | 8,8% | 7,0% |
Banca Mediolanum | 11,47 | 0,7000 | 6,1% | 0,7680 | 9,7% | 6,7% |
Snam | 4,38 | 0,2820 | 6,4% | 0,2900 | 2,8% | 6,6% |
Enel | 6,93 | 0,4300 | 6,2% | 0,4580 | 6,5% | 6,6% |
Unipol Gruppo | 11,67 | 0,3800 | 3,3% | 0,7400 | 94,7% | 6,3% |
UniCredit | 39,10 | 1,8029 | 4,6% | 2,3930 | 32,7% | 6,1% |
Azimut | 25,00 | 1,3800 | 5,5% | 1,4560 | 5,5% | 5,8% |
Stellantis | 13,31 | 1,5500 | 11,6% | 0,7570 | -51,2% | 5,7% |
Inwit | 9,89 | 0,4800 | 4,9% | 0,5100 | 6,3% | 5,2% |
ERG | 20,42 | 1,0000 | 4,9% | 1,0210 | 2,1% | 5,0% |
Terna | 7,76 | 0,3396 | 4,4% | 0,3820 | 12,5% | 4,9% |
Generali Assicurazioni | 28,18 | 1,2800 | 4,5% | 1,3860 | 8,3% | 4,9% |
A2A | 2,19 | 0,0958 | 4,4% | 0,1000 | 4,4% | 4,6% |
FinecoBank | 16,89 | 0,6900 | 4,1% | 0,7380 | 7,0% | 4,4% |
Hera | 3,44 | 0,1400 | 4,1% | 0,1430 | 2,1% | 4,2% |
Pirelli&C | 5,52 | 0,1980 | 3,6% | 0,2240 | 13,1% | 4,1% |
Iveco Group | 9,86 | 0,2200 | 2,2% | 0,3710 | 68,6% | 3,8% |
Tenaris (*) | 18,65 | 0,6000 | 3,2% | 0,6990 | 16,5% | 3,7% |
Recordati | 50,95 | 1,2000 | 2,4% | 1,3390 | 11,6% | 2,6% |
Moncler | 52,74 | 1,1500 | 2,2% | 1,1320 | -1,6% | 2,1% |
Saipem | 2,60 | – | – | 0,0490 | – | 1,9% |
Prysmian | 63,30 | 0,7000 | 1,1% | 0,8080 | 15,4% | 1,3% |
STMicroelectronics (*) | 25,21 | 0,3600 | 1,4% | 0,3110 | -13,6% | 1,2% |
Amplifon | 26,05 | 0,2900 | 1,1% | 0,3050 | 5,2% | 1,2% |
Leonardo | 26,00 | 0,2800 | 1,1% | 0,2980 | 6,4% | 1,1% |
Campari | 6,30 | 0,0650 | 1,0% | 0,0650 | 0,0% | 1,0% |
Diasorin | 103,50 | 1,1500 | 1,1% | 1,0220 | -11,1% | 1,0% |
Brunello Cucinelli | 103,00 | 0,9100 | 0,9% | 0,9680 | 6,4% | 0,9% |
Interpump Group | 46,10 | 0,3200 | 0,7% | 0,3230 | 0,9% | 0,7% |
Ferrari | 431,60 | 2,4430 | 0,6% | 2,7310 | 11,8% | 0,6% |
Nexi | 5,84 | – | 0,0% | – | – | 0,0% |
Telecom Italia | 0,25 | – | 0,0% | – | – | 0,0% |
(*) Dividendo in dollari
(**) Il dividendo è riferito all’esercizio chiuso il 30 giugno
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 12 dicembre 2024
Le prossime cedole a Piazza Affari
Dopo la giornata clou del 18 novembre, in cui diverse società hanno staccato il dividendo, tra acconti, saldi e tranche trimestrali, restano poche cedole da qui a fine anno.
Nel dettaglio, il produttore di semiconduttori italo-francese STMicroelectronics staccherà il 16 dicembre (lunedì prossimo) la terza tranche del dividendo complessivo da $36 centesimi, corrisposto trimestralmente. Al di fuori del listino principale, la small cap GPI ha corrisposto lunedì un dividendo straordinario da 35 centesimi.
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
GPI | 09/12/2024 | 11/12/2024 | 0,35 | Straordinario | |
STMicroelectronics (*) | 16/12/2024 | 18/12/2024 | 0,09 | 3^ tranche | 0,36 |
(*) Dividendo in dollari
Questi sono invece i dividendi già annunciati per i primi due mesi del 2025:
Società | Data stacco dividendo | Data pagamento dividendo | Cedola | Note | Dividendo complessivo |
Enel | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,215 | Acconto 2025 | |
Snam | 20/01/2025 | 22/01/2025 | 0,1162 | Acconto 2025 | |
Bifire | 10/02/2025 | 12/02/2025 | 0,0285 | 4^ tranche | 0,114 |
Banca Generali* | 24/02/2025 | 26/02/2025 | 0,6 | Saldo | 2,15 |
*acconto di 1,55 euro pagato a maggio
L’impatto dei dividendi sul Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index. Viene quindi calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che compongono il paniere, ma senza tenere conto dei dividendi, che vengono distribuiti e non reinvestiti. Motivo per cui la performance del Ftse Mib non riflette pienamente il ritorno per gli investitori, considerando solo l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il rendimento da dividendi.
Più nel dettaglio, il giorno dello stacco della cedola i titoli inclusi nell’indice subiscono nominalmente un deprezzamento, teoricamente pari al dividendo pagato; poiché Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), nel lungo periodo questa dinamica finisce per pesare sul Ftse Mib.
Per ovviare a questo problema e rappresentare più correttamente la remunerazione totale dell’indice, è possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib, calcolata ipotizzando il reinvestimento dei dividendi.