Capitalizzazione Piazza Affari: Unicredit accorcia su Intesa, Enel supera Ferrari

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La correzione del mercato azionario delle ultime settimane ha frenato la capitalizzazione complessiva di Piazza Affari, ma non ha modificato sensibilmente gli equilibri fra le blue chip del Ftse Mib. Intesa Sanpaolo e Unicredit rimangono al vertice, seguite da Enel, che scavalca a sua volta Ferrari (già scalzata dalla vetta nei mesi precedenti dalle due banche). Il Cavallino e Generali Assicurazioni completano la top five. Ecco la classifica completa delle aziende del Ftse Mib ordinate per market cap e le dinamiche che hanno spinto o frenato i titoli nell’ultimo periodo.
La capitalizzazione di Piazza Affari continua a crescere
Il Ftse Mib è l’indice di riferimento della Borsa Italiana e fornisce un’approssimazione dell’andamento del mercato italiano. Ne fanno parte le 40 società più importanti in termini di capitalizzazione e liquidità ed è ponderato in base alla capitalizzazione di mercato. Le aziende che compongono il paniere ricoprono un ruolo chiave nell’economia italiana e influenzano in maniera significativa le performance complessive di Piazza Affari.
Per capire l’importanza del Ftse Mib, basti pensare che la sua capitalizzazione totale è pari a 709 miliardi (in discesa dai 771 miliardi di euro di un mese fa), rispetto agli 815 miliardi dell’indice Ftse Italia All Share, che traccia l’andamento complessivo della Borsa di Milano (a sua volta in calo da 884 miliardi del 14 marzo). Il Ftse Mib copre circa l’87% della market cap del mercato italiano e le prime tre società (Intesa, Unicredit e Ferrari) raggiungono da sole una dimensione di 222 miliardi di euro.
Vediamo quali sono attualmente i titoli che compongono il Ftse Mib e la corrispondente capitalizzazione di mercato.
Titoli del Ftse Mib ordinati in base alla capitalizzazione
Nella tabella sottostante i titoli appartenenti al Ftse Mib vengono ordinati per capitalizzazione (ottenuta dalla moltiplicazione tra prezzo e numero di azioni in circolazione) di mercato decrescente.
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Intesa Sanpaolo | Banche | 4,23 | 27,3% | 75,4 | 10,6% |
UniCredit | Banche | 48,15 | 40,2% | 75,0 | 10,6% |
Enel | Utility | 7,08 | 21,1% | 72,0 | 10,1% |
Ferrari | Automotive | 380,20 | -2,5% | 67,8 | 9,6% |
Generali | Assicurazioni | 29,81 | 31,6% | 46,8 | 6,6% |
Eni | Oil&Gas | 11,78 | -24,2% | 37,1 | 5,2% |
Leonardo | Industriali | 44,22 | 95,4% | 25,6 | 3,6% |
Stellantis | Automotive | 7,81 | -68,7% | 23,8 | 3,4% |
Poste italiane | Assicurazioni | 16,31 | 39,8% | 21,3 | 3,0% |
Tenaris | Oil&Gas | 14,17 | -21,9% | 16,5 | 2,3% |
Terna | Utility | 8,19 | 11,1% | 16,5 | 2,3% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 17,98 | -53,7% | 16,4 | 2,3% |
Snam | Utility | 4,68 | 10,1% | 15,7 | 2,2% |
Moncler | Moda e Lusso | 54,72 | -15,7% | 15,0 | 2,1% |
Banco BPM | Banche | 9,00 | 46,1% | 13,6 | 1,9% |
Prysmian | Industriali | 44,75 | -11,7% | 13,2 | 1,9% |
Mediobanca | Banche | 15,21 | 11,2% | 12,7 | 1,8% |
FinecoBank | Banche | 16,90 | 20,0% | 10,3 | 1,5% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 14,13 | 75,4% | 10,1 | 1,4% |
Recordati | Health Care | 47,64 | -4,7% | 10,0 | 1,4% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 13,25 | 31,3% | 9,9 | 1,4% |
Inwit | Tlc e Media | 9,57 | -3,6% | 9,2 | 1,3% |
BPER Banca | Banche | 6,44 | 50,8% | 9,2 | 1,3% |
Banca MPS | Banche | 6,48 | 60,9% | 8,2 | 1,1% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,31 | 39,2% | 7,0 | 1,0% |
Campari | Food&Beverage | 5,64 | -36,9% | 6,9 | 1,0% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 95,70 | -4,7% | 6,5 | 0,9% |
A2A | Utility | 2,04 | 20,8% | 6,4 | 0,9% |
Hera | Utility | 3,87 | 22,2% | 5,8 | 0,8% |
Nexi | Industriali | 4,68 | -14,8% | 5,8 | 0,8% |
Italgas | Utility | 6,69 | 31,6% | 5,4 | 0,8% |
Diasorin | Health Care | 96,08 | 9,8% | 5,4 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 4,94 | -15,5% | 4,9 | 0,7% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 9,94 | 45,9% | 4,5 | 0,6% |
Amplifon | Health Care | 17,56 | -43,1% | 4,0 | 0,6% |
Iveco Group | Automotive | 13,93 | 10,6% | 3,8 | 0,5% |
Saipem | Oil&Gas | 1,76 | -26,7% | 3,5 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 22,06 | -8,2% | 3,2 | 0,4% |
Interpump Group | Industriali | 28,56 | -32,5% | 3,1 | 0,4% |
Buzzi | Edilizia e Materiali | 16,96 | -28,9% | 2,5 | 0,4% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati alla chiusura del 14 aprile 2025
La società italiana con la maggiore capitalizzazione di mercato è ancora Intesa Sanpaolo, con una market cap di 75,4 miliardi, in discesa dagli 84,3 miliardi di euro del mese scorso.
Unicredit riduce il gap ma resta seconda, con una capitalizzazione di 75 miliardi (in calo da 79,5 miliardi di metà marzo).
Ciascuna delle due banche ha un peso del 10,6% sul totale del Ftse Mib. La prima resta focalizzata sulla crescita interna, mentre l’istituto guidato da Orcel prosegue i lavori sul fronte dell’M&A e dopo l’ok di Consob ha incassato anche il via libera dell’antitrust tedesco per salire al 29,9% di Commerzbank.
Terza piazza per Enel, una delle poche società la cui capitalizzazione è aumentata (da 70 a 72 miliardi, incidenza del 10,1% sul Ftse Mib), in un contesto di rotazione settoriale che premia le utilities, fra i comparti più difensivi, in questa fase di alta volatilità.
Scivola al quarto posto Ferrari (in calo da 72,7 miliardi a 67,8 miliardi), in un contesto negativo per il settore, anche se lo stop ai dazi sulle auto annunciato da Trump potrebbe fornire sollievo.
Capitalizzazione Ferrari, Intesa Sanpaolo, Unicredit ed Enel da inizio 2024Per quanto riguarda la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib vediamo che il settore finanziario, con 13 società, è quello più rappresentato all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino, con una forte presenza di banche (ben 8). Altri settori molto presenti nel paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, il comparto automotive e l’industria (4 società a testa).
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici di mercato, è un price index, calcolato sommando le capitalizzazioni delle società che lo compongono. Tuttavia, questa metodologia non considera i dividendi distribuiti, il che significa che la performance dell’indice riflette esclusivamente l’apprezzamento in conto capitale (capital gain) e non il ritorno complessivo per gli investitori.
Un aspetto da tenere presente è che, nel giorno dello stacco della cedola, i titoli subiscono un deprezzamento teorico pari al dividendo pagato. Considerando che Piazza Affari è tra le Borse più generose a livello globale in termini di dividendi, con un rendimento medio del 3-4% annuo, nel lungo periodo questo effetto incide significativamente sulla performance del Ftse Mib.
Per avere una rappresentazione più accurata della remunerazione complessiva dell’indice, si può fare riferimento alla versione Total Return, che include anche il reinvestimento dei dividendi, restituendo così un quadro più realistico del rendimento per gli investitori.