UniCredit, Mustier lascia una banca con rosso di 2,8 miliardi dopo maxi pulizia bilancio. Ma anticipa ritorno (e aumento) dividendi
Nell’intero 2020, UniCredit ha sofferto una perdita netta di 2,8 miliardi di euro circa (-2,785 miliardi), come emerge dalla voce di bilancio relativa al risultato netto contabile di gruppo, che ha evidenziato anche un rosso di ben 1,179 miliardi soltanto nel quarto trimestre dell’anno, decisamente superiore al rosso di 649 milioni atteso, stando a quanto riportano gli analisti di Equita SIM.
‘Colpa’ della maxi operazione di pulizia che, in quello che può essere considerato il suo ultimo atto, il ceo ormai uscente Jean Pierre Mustier ha deciso di lanciare.
I numeri del bilancio sono stati resi noti con un comunicato di Piazza Gae Aulenti, diffuso a sorpresa nella serata di ieri a seguito della riunione del Cda e non, come di consueto e come avrebbe dovuto essere, stamattina prima dell’apertura dei mercati.
In una nota il cda ha anche comunicato di aver deciso di convocare l’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei soci a Milano, in unica convocazione, il giorno 15 aprile 2021.
Il bilancio del 2020 sancisce la fine dell’era del banchiere francese Mustier in qualità di amministratore delegato di UniCredit. Mustier lascerà la carica più alta della banca nella giornata di oggi, come concordato con i vertici di Piazza Gae Aulenti.
UniCredit, “in considerazione dell’avvenuta identificazione di Andrea Orcel quale candidato alla carica di amministratore delegato in occasione della prossima assemblea degli azionisti prevista per il 15 Aprile 2021 e dell’approvazione in data odierna dei risultati al 31 dicembre 2020, ha condiviso con Jean Pierre Mustier di risolvere anticipatamente il rapporto di lavoro – in qualità di amministratore delegato e direttore generale di UniCredit – a far data da domani 11 febbraio 2021 (oggi per chi legge)”.
Di conseguenza, per “assicurare la piena continuità manageriale alla guida del Gruppo”, il cda ha nominato Ranieri de Marchis direttore Generale di UniCredit ad interim. Al direttore generale, che rimarrà in carica fino alla nomina del nuovo amministratore delegato, sono state trasferite tutte le deleghe ad oggi attribuite a Mustier.
Ranieri de Marchis manterrà anche l’incarico di co-Coo del Gruppo, che al momento ricopre.
Dal canto suo, Mustier si è mostrato soddisfatto del bilancio che UniCredit ha riportato nel 2020, anno del Covid-19. Il ceo uscente ha fatto riferimento al trend dell’utile netto sottostante, che nel 2020 è stato di 1,3 miliardi (voce di bilancio: risultato netto di Gruppo sottostante).
UniCredit, Mustier lascia la guida con regalo dividendi ai soci
“Il risultato di UniCredit a livello di utile netto sottostante è stato straordinario, considerando l’impatto del Covid-19 su tutti i mercati e i 5 miliardi di euro di accantonamenti per rettifiche su crediti che abbiamo contabilizzato nel 2020 anticipando gli attesi impatti futuri”, ha detto Mustier, continuando (così come si legge nella nota della banca):
“La nostra capacità di affrontare con successo gli ultimi 12 mesi è stata possibile grazie agli importanti punti di forza della banca, che vanta un bilancio solidissimo, una cultura del rischio e dei costi profondamente integrata e una focalizzazione sul conseguimento di risultati sostenibili a lungo termine. La banca è ben posizionata per continuare a supportare i clienti e affrontare il futuro con fiducia. UniCredit ha inoltre mantenuto l’impegno a migliorare i servizi alla clientela, la trasformazione digitale e la sostenibilità. La banca ha una chiara roadmap in ambito ESG in linea con i più elevati standard globali, come dimostra la politica best-in-class sul carbone di UniCredit, che prevede l’uscita totale dal settore entro il 2028″.
Non potevano mancare i ringraziamenti al team guidato in questi anni:
“Desidero esprimere la mia profonda gratitudine e porgere i miei sinceri ringraziamenti a tutti i membri del team UniCredit per il loro continuo impegno, resilienza e duro lavoro nel periodo da me trascorso nel Gruppo. Insieme, hanno consentito a UniCredit di avere successo e fare la cosa giusta per tutti i nostri stakeholder, in particolare durante la pandemia di Covid-19. Desidero inoltre dare il benvenuto al mio successore, Andrea Orcel, che entrerà nella banca dopo l’Assemblea degli Azionisti di aprile. Andrea porta al Gruppo un patrimonio di esperienza e una straordinaria serie di risultati nella finanza internazionale. Ha tutti i numeri per guidare UniCredit nella prossima tappa del suo percorso”.
Tornando all’utile netto sottostante dell’intero 2020, la banca ha messo in evidenza il risultato, “superiore rispetto alla guidance, grazie ai minori costi annuali e pur prevedendo un accantonamento di €5 miliardi di rettifiche su crediti per far fronte adeguatamente all’impatto economico attuale e futuro del Covid-19”. In calo i ricavi.
Equita SIM: principale sorpresa positiva da costo del rischio
Equita ha commentato i risultati di bilancio di UniCredit, facendo il confronto con quanto era stato stimato dalla SIM stessa e precisando che i risultati sono stati migliori grazie al costo del rischio.
“La principale sorpresa positiva viene da un costo del rischio a 175 punti base (di cui 83 punti base CoR specifico, 42 punti base accantonamenti generici e 49bps da quadro normativo) migliore rispetto alla nostra attesa di 192 punti base”. Inoltre, “sull’anno 2020 il costo del rischio complessivo si attesta a 105 punti base, nella parte bassa della guidance 100-120bps data dalla società”.
Soprattutto il minore costo del rischio ha permesso all‘utile sottostante di essere “nettamente superiore alle attese”. Equita sottolinea che l’utile netto sottostante dell’intero 2020, pari a 1,3 miliardi, è stato “superiore alla guidance di 800 milioni circa a cui eravamo allineati”.
La SIM ha fatto notare le “ottime indicazioni sul capitale, con il CET1 fl al 15.1% (+67 punti base rispetto al terzo trimestre del 2020), grazie -“tra le altre cose” alle “dinamiche positive di RWA (+48bps)”.
Per il 2021, continuano gli analisti “viene ribadita la guidance di utile netto sottostante superiore ai 3 miliardi, dunque meglio della nostra stima di 2 miliardi), con un costo del rischio a c.70 punti base (più basso, dunque migliore degli 86bps attesi.)”.
UniCredit: proposti dividendi 1,1 miliardi in 2021
Riguardo ai dividendi, nel comunicato si legge che “per il 2021, la distribuzione ordinaria del capitale sarà conforme alla raccomandazione sui dividendi pubblicata dalla BCE il 15 dicembre 2020, che per UniCredit limita la distribuzione a €447 milioni fino al 30 settembre 2021. All’Assemblea degli Azionisti sarà quindi sottoposta una proposta di payout ordinario di €268 milioni in dividendi in contanti e €179 milioni in riacquisti di azioni proprie”.
Detto questo, UniCredit ha proposto una combinazione della distribuzione ordinaria e di quella straordinaria pari a una remunerazione di capitale complessiva agli azionisti di €1,1 miliardi nel 2021, costituita da €0,8 miliardi di riacquisti di azioni proprie e €0,3 mld di dividendi in contanti”.
Equita SIM spiega che la distribuzione comporta uno yield complessivo del 5,5% ed è superiore alla “nostra attesa di 364 milioni (interamente cash)”.
“In particolare, la “distribuzione ordinaria sarà (come specificato dalla banca) di 447 milioni, di cui 268 milioni in cash (dividendo per azione di 12centesimi, 1,4% yield) e un buyback per 179 milioni (quest’ultima soggetta ad autorizzazione) ad aprile, sulla base della raccomandazione BCE”.
La distribuzione straordinaria è di “ulteriori 652 milioni, interamente via buyback”. La banca ha comunicato in dettaglio che una proposta di distribuzione straordinaria di capitale dopo l’1 ottobre per un importo pari a €652 mln verrà sottoposta all’Assemblea degli Azionisti di aprile, integralmente in forma di riacquisti di azioni proprie”.
UniCredit: NPE ratio in calo al 4,5%
Sul fronte dei crediti deteriorati e in generale delle esposizioni verso gli asset non performanti da parte della banca, occhio all’NPE ratio, che è sceso al 4,5% dal 4,7% del terzo trimestre del 2020. UniCredit ha precisato a tal proposito che “il completo azzeramento del portafoglio Non Core è confermato per il 2021 con cessioni per €3,4 miliardi nel 2020”.
Di fatto, “i crediti deteriorati lordi nel portafoglio Non Core di UniCredit sono stati pari a €3,7 miliardi alla fine dell’anno, al di sotto dell’obiettivo di €4,3 miliardi (dunque migliori delle attese). Il completo azzeramento del Non Core procede perfettamente in linea con i tempi previsti e il target di azzeramento al 2021 è confermato. Il rapporto di copertura dei crediti deteriorati di Gruppo esclusa la Non Core si è attestato al 55,8 per cento, anche se le esposizioni deteriorate lorde sono aumentate nel quarto trimestre per effetto della proattiva classificazione a inadempienze probabili (UTP) in tutto il Gruppo”.
Inoltre, UniCredit ha precisato che “la performance migliore delle attese finora registrata a livello di qualità dell’attivo è stata possibile grazie alla rigorosa disciplina di erogazione della Banca. Tuttavia, il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi è previsto in crescita nel corso del 2021 per l’esaurirsi delle misure governative di supporto. Gli accantonamenti effettuati dal Gruppo sui crediti nel 2020 consentono alla Banca dioperare da una posizione di solidità”.
L’operazione di pulizia di bilancio perseguita da Mustier è riconosciuta ampiamente in un articolo de Il Messaggero, il cui titolo riassume gli anni del banchiere francese alla guida della banca italiana: “UniCredit, Mustier lascia con dividendo e maxi pulizia”.
Il quotidiano romano sottolinea anche che “con l’arrivo di Orcel l’istituto parteciperà al risiko dove BPM cercherà di stringere con Bper che resta ancora in stand by”.
“Mustier dice addio a UniCredit ripulendo l’attivo attraverso maxi-rettifiche, che fanno perdita peggiore delle stime: 2,7 miliardi a fronte di un consensus di 2,3 miliardi. Ma Mustier non lascia a bocca asciutta i soci dando un dividendo di 447 milioni, di cui 268 cash e 179 riacquisto azioni nei limiti consentiti dalla Bce, attingendo a un riultato sottostante di 1,3 miliardi”.
Il Messaggero riporta anche alcune indiscrezioni e anticipazioni sulla nuova era UniCredit capitanata da Andrea Orcel:
“Orcel è un deal maker nel senso che da banchiere d’affari ha gestito operazioni anche complesse, sempre in un’ottica industriale e di mercato, rifuggendo dalle pressioni della politica e il suo piglio, prima ancora di insediari al timone, sta mettendo in ansia il sistema: “Mps può essee un’opzione ma valutata come altre, secondo logiche industriali, di creazione di valore per gli azionisti, di neutralità sul capitale, assieme ad eventuali altre ipotesi, considerando che UniCredit ha maglie più larghe nella rete commerciale da Milano verso il Nord Est”, avrebbe riferito il banchiere, secondo quanto riporta il quotidiano. Il che rimanda ai rumor riportati dallo stesso Messaggero, che avevano parlato di maxi fusione a tre UniCredit-Mps-Banco BPM. Una fusione a tre che ovviamente farebbe saltare l’opzioneBanco BPM-Bper.
A proposito di risiko bancario, Mustier – che con una decisione comunicata da lui stesso – ha lasciato le redini di UniCredit anche per la sua opposizione ferma a qualsiasi operazione di M&A.
Il presidente designato di UniCredit Pier Carlo Padoan ha negato che il banchiere abbia lasciato la banca a causa del dossier Mps, dopo che l’annuncio dell’addio del ceo aveva scombussolato il mondo della finanza mondiale.
Per l’FT, che aveva riportato indiscrezioni su un presunto scontro finale con Padoan, il banchiere si era tirato anche la zappa sui piedi. Qualche analista aveva paventato anche il paradosso di una UniCredit, orfana del suo ceo francese che, diventando più vulnerabile, sarebbe diventata preda più facile delle stesse banche francesi. Toccherà ora ad Andrea Orcel definire in modo chiaro quale sarà la strategia che intende perseguire. C’è qualcuno che lo vede già come un asso pigliatutto