Notizie Notizie Italia UniCredit e Bper, tutto sui nuovi bond. Le cedole e il boom di ordini

UniCredit e Bper, tutto sui nuovi bond. Le cedole e il boom di ordini

10 Gennaio 2024 10:55

UniCredit ha annunciato di aver collocato con successo un bond Tier 2 per un importo di 1 miliardo di euro, destinato agli investitori istituzionali.

Nuova emissione, in questo caso di un bond AT1, anche da parte di Bper, a conferma della corsa delle banche italiane al mercato dei bond, in un contesto di tassi in discesa.

UniCredit colloca bond Tier 2. E’ la prima volta dal 2020

Il collocamento di UniCredit, si legge nel comunicato diffuso dalla banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, ha riaffermato la “solida base di investitori e la sua capacità di accesso al mercato in diversi formati” dell’istituto di credito.

Con rating Baa1/BBB/BBB l’obbligazione di Piazza Gae Aulenti, con scadenza a 10 anni e 3 mesi e richiamabile dopo 5 anni e 3 mesi, paga una cedola fissa del 5,375% fino ad aprile 2029 e ha un prezzo di emissione del 99,847%, equivalente a uno spread di 280 punti base rispetto al tasso swap di riferimento.

UniCredit ha precisato che, nel caso in cui non dovesse esercitare l’opzione call, la cedola verrebbe reimpostata sulla base del tasso swap a 5 anni applicabile in quel momento, aumentato dello spread iniziale.

Dato il forte interesse del mercato e il considerevole volume degli ordini, la guidance sullo spread inizialmente fissata a 315 punti base rispetto al mid-swap è stata infine ridotta a 280 punti base”, si legge nella nella nota della banca italiana.

Forte la domanda arrivata per il bond di UniCredit.

Le richieste sono scattate da più di 200 investitori istituzionali, con ordini superiori ai 3 miliardi di euro, e hanno avuto come mittente soprattutto i fondi, il 67%, delle seguenti aree geografiche: UK (31%), Francia (18%), Italia (14%), paesi nordici (10%) e Germania/Austria (10%).

UniCredit Bank ha ricoperto il ruolo di Global Coordinator e di Joint Bookrunner assieme a Barclays, BNP, Mediobanca, Morgan Stanley, Santander e UBS.

L’obbligazione, che rappresenta la prima emissione Tier 2 di UniCredit dal 2020, è documentata nell’ambito del programma Euro Medium Term Notes dell’emittente e, in ragione dello status subordinato, ha i seguenti rating attesi: Ba1 (Moody’s) / BB+ (S&P).

Del successo dell’emissione del bond Tier 2 di UniCredit ha parlato un articolo di Reuters, che ha messo in evidenza come Piazza Gae Aulenti abbia raccolto 1 miliardo di euro, attirando con l’emissione del bond ordini di un valore pari a quasi tre volte l’importo offerto, in un contesto caratterizzato dalla corsa a finanziarsi sul mercato obbligazionario da parte di diverse big di Piazza Affari, in questi primi giorni del 2024.

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Reuters ha ricordato come, già nel mese di dicembre, gli investitori avessero segnalato l’intenzione di diverse società di tornare a emettere bond, dopo un 2023 in cui i collocamenti erano stati diradati a causa di tassi di interesse troppo alti da pagare.

Da segnalare che i detentori di bond Tier 2 , che appartengono alla categoria dei bond subordinati, vengono sacrificati in caso di default dell’emittente rispetto a chi detiene bond senior, godendo al contempo di una protezione superiore rispetto ai detentori di obbligazioni AT1.

Bper completa con successo emissione obbligazionaria AT1

A scegliere di rifinanziarsi sul mercato obbligazionario è stata anche Bper, che ha annunciato anch’essa nella serata di ieri di aver completato con successo una emissione obbligazionaria Additional Tier 1 con durata perpetua e richiamabile ‘callable’ a partire dal quinto anno, per un ammontare pari a 500 milioni di euro.

Destinati alla platea degli investitori istituzionali, i bond sono stati collocati alla pari con cedola fissa dell’8,375% fino al 16 luglio 2029, pagabile semestralmente.

Nel caso in cui Bper decidesse di non esercitare l’opzione del rimborso anticipato, la cedola verrebbe rideterminata sulla base del tasso swap in euro a 5 anni, rilevato al momento della data di ricalcolo, aumentato di uno spread di 595 bps e resterebbe fissa per i successivi 5 anni (fino alla successiva data di ricalcolo).

Anche in questo caso, come in quello di UniCredit, è stata confermata la febbre per i bond del mercato.

L’emissione del bond Additional Tier 1 è stata accolta infatti con ordini superiori a 3,2 miliardi di euro che hanno permesso di ridurre le indicazioni iniziali di rendimento dal 9,00% all’8,375% e di raggiungere la dimensione obiettivo di 500 milioni di euro.

Gli ordini sono arrivati soprattutto da parte di fondi di investimento (80%) e private banking (15%).

La distribuzione geografica vede la presenza di investitori esteri – tra cui Regno Unito con il 50%, Francia con l’11% e Germania con l‘8% – e italiani, con il 18%.

Il pagamento della cedola, ha precisato Bper, è totalmente discrezionale e soggetto a talune limitazioni.

L’emissione del bond Additional Tier 1 prevede, inoltre, la riduzione a titolo temporaneo del valore nominale qualora il coefficiente CET1 della Banca e/o del Gruppo scendesse al di sotto del 5,125%.

Barclays ha agito in qualità di Sole Structuring Advisor, Global Coordinator e Joint Bookrunner mentre Deutsche Bank, IMI-Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Morgan Stanley e UBS hanno agito in qualità di Joint Bookrunner.

Per quanto riguarda in generale i bond AT1, questi asset sono finiti sotto la lente degli investitori, in particolare, nel marzo del 2023, con il noto caso della banca svizzera Credit Suisse, salvata per il rotto della cuffia dalle autorità elvetiche, che hanno orchestrato la sua acquisizione da parte della rivale di casa UBS.

La paura scattata per questi bond con il caso degli obbligazionisti di Credit Suisse, che si sono ritrovati in mano  bond di un valore pari a zero  ha costretto la stessa Bce di Christine Lagarde a intervenire per rassicurare gli investitori.

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Occhio però alla buona notizia che ha riguardato queste obbligazioni e che ha visto protagonista alla fine del 2023 la stessa UBS, con il ceo Sergio Ermotti che ha definito il risultato dell’emissione dei bond “incredibile”.

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Le emissioni di bond di UniCredit e Bper confermano la corsa delle banche italiane – ma non solo – per finanziarsi sul mercato obbligazionario, facendo leva sulla caccia ai bond da parte degli investitori.

Intervistato da Reuters, già alla fine del 2023 Marco Spano, manging director e co-responsabile della divisione dei mercati di capitali di debiti presso Mediobanca, aveva parlato di “una forte domanda da parte degli investitori che, nel brevissimo termine, non intravedono grandi minacce al contesto macroeconomico e geopolitico”.

Spano aveva anticipato, “in termini di volumi, un primo semestre molto forte per le società emittenti italiane – e un primo trimestre ancora più forte, a partire dall’inizio di gennaio”.

“Chi aspetta in fila, vorrà beneficiare del contesto positivo per rifinanziarsi, facendolo prima che le elezioni europee possano scatenare la volatilità di mercato“, aveva precisato Spano.

E non sono certo soltanto le banche italiane ad aver iniziato l’anno annunciando il collocamento dei nuovi bond, che fanno gola in quanto presentano rendimenti più elevati rispetto a quelli previsti per i titoli che saranno emessi più tardi nel corso dell’anno, sulla scia dei tagli ai tassi attesi da parte della Bce.

Anche altri pesi massimi di Piazza Affari si sono messi infatti in evidenza in questi ultimi giorni emettendo nuove obbligazioni.  Come nel caso, per l’appunto, del colosso energetico Eni.