Deutsche Bank crolla del 13% dopo il balzo dei Credit Default Swap. Banche sotto pressione

Continuano le tensioni sul comparto bancario che rimane sotto pressione sia in America che in Europa. In questo contesto, profondo rosso per Deutsche Bank che al momento sulla borsa di Francoforte si trova in calo di oltre il 13%, il terzo calo consecutivo, portando così il titolo vicino ai minimi di 5 mesi a 8,1 euro (-30% da inizio marzo).
Preoccupano i CDS
Le vendite di oggi arrivano dopo il balzo nella serata di ieri dei CDS su Deutsche Bank, un fatto che alimenta i timori sulla stabilità generale delle banche europee, oltre che su quella della banca tedesca.
I credit default swap (CDS) sono un contratto derivato particolare che permette di proteggere il detentore di un credito dal rischio di fallimento (default) dell’attività sottostante.
Detto in altre parole i CDS fungono sostanzialmente come una vera e propria assicurazione finanziaria per gli obbligazionisti contro il fallimento della società. In tal senso, i CDS di Deutsche, nella serata di ieri, sono schizzati oltre i 190 punti dai 140 punti base registrati il giorno precedente, segnalando quindi un improvviso e repentino aumento dei costi di assicurazione contro il default del colosso tedesco.
Come vediamo dal grafico il balzo di ieri dei CDS rappresenta uno dei maggiori aumenti giornalieri dei CDS della banca, superando anche il massimo raggiunto in seguito allo scoppio della pandemia ma anche quello segnato dopo l’invasione della Russia dell’Ucraina
Le obbligazioni AT 1 e AT2
Pesanti ripercussioni anche sulle obbligazioni di Deutsche Bank, con il rendimento degli Additional Tier-1 (AT1) in dollari balzato al 22,87%, valore doppio rispetto a quello che i tassi di queste obbligazioni registravano appena due settimane fa.
Le AT1 sono la classe di obbligazioni che ha fatto notizia questa settimana dopo l’azzeramento di quelle di Credit Suisse per 17 miliardi di dollari dopo l’accordo per l’acquisizione da parte di Ubs.
Nel frattempo, Deutsche Bank questa mattina ha dichiarato che riscatterà in anticipo titoli Tier 2 subordinati da 1,5 miliardi di dollari a tasso fisso con scadenza al 2028.
Come riporta la nota, questi titoli saranno riscattati il 24 maggio insieme agli interessi maturati fino alla data di rimborso, avendo già ottenuto tutte le autorizzazioni normative necessarie per portare a termine l’operazione.
Uno scenario delicato
Nelle ultime settimane le banche europee e non solo stanno vivendo un periodo difficile. Prima il crollo della Silicon Valley Bank con sede negli Stati Uniti e poi il salvataggio d’emergenza di Credit Suisse, hanno innescato tra gli investitori la preoccupazione per il contagio; il tutto in un contesto caratterizzato dall’ulteriore inasprimento della politica monetaria da parte sia della FED che della BCE.
I regolatori finanziari e i governi sono subito intervenuti per contenere il rischio di contagio, con Moody’s che ha affermato mercoledì che dovrebbero “ampiamente riuscire a farlo”.
“Tuttavia, in un contesto economico incerto e con la fiducia degli investitori che rimane fragile, esiste il rischio che i responsabili politici non siano in grado di ridurre l’attuale turbolenza senza ripercussioni più durature e potenzialmente gravi all’interno e all’esterno del settore bancario”, afferma l’agenzia di rating.
“Anche prima che lo stress bancario diventasse evidente, ci aspettavamo che le condizioni del credito globale continuassero a indebolirsi nel 2023 a causa di tassi di interesse significativamente più alti e crescita inferiore, comprese le recessioni in alcuni paesi”.
Moody’s infine avverte che, mentre le principali banche centrali continuano ad alzare i tassi per cercare di frenare l’inflazione, più a lungo le condizioni finanziarie rimangono tese, allora maggiore sarà il rischio che “gli stress si diffondano oltre il settore bancario, scatenando maggiori danni finanziari ed economici”.
In questo contesto a tinte fosche, prosegue la volatilità sull’indice bancario Euro Stoxx Banks che al momento cede il 2,27%, perdendo così oltre il 20% solo nel mese di marzo.
Tra i principali titoli bancari europei, oltre a Deutsche Bank, si segnalano i ribassi di Commerzbank, Société Générale e UBS, tutti in calo di oltre il 5%.
A Piazza Affari tra i titoli peggiori troviamo Banco BPM (-6,2%), Bper Banca (-6%) e MPS (-5,9%).