UBS: utili record post takeover Credit Suisse. Gli annunci del ceo Ermotti
Il colosso bancario svizzero UBS guidato dal ceo Sergio Ermotti annuncia i risultati del secondo trimestre del 2023 e illustra contestualmente i piani relativi all’integrazione di Credit Suisse, la rivale di casa che ha fatto tremare nel mese di marzo i mercati di tutto il mondo, e che ha salvato per il rotto della cuffia acquistandola con un accordo orchestrato dal governo elvetico e dalla Swiss National Bank (SNB).
UBS ha reso noto che i risultati finanziari consolidati relativi del secondo trimestre del 2023 includono i risultati di Credit Suisse dal 1° giugno 2023.
Dal bilancio diramato, è emerso che l’utile netto di UBS è ammontato nel secondo trimestre dell’anno a $29 miliardi, al lordo di un avviamento negativo di $29 miliardi legato all’acquisizione di Credit Suisse, a fronte di attivi ponderati in funzione del rischio rilevati per $238 miliardi.
UBS ha annuncianto di aver incassato gli utili trimestrali più alti della storia, dopo l’acquisizione di Credit Suisse, avvenuta per appena $3,3 miliardi nell’ambito di un matrimonio forzato, ordinato dalle autorità finanziarie, dalla banca centrale e dal governo svizzeri.
L’utile ante imposte sottostante (ovvero al netto dell’avviamento negativo, delle spese legate all’integrazione e degli oneri di acquisizione di Credit Suisse) è stato di $1,1 miliardi, di cui $2,0 miliardi dall’azienda affiliata.
Le nozze, tra le più imponenti della storia stessa delle banche, hanno permesso a UBS di disporre di asset complessivi che ammontano alla cifra astronomica di ben 5 trilioni di dollari.
UBS integrerà completamente attività svizzere di Credit Suisse
Così il ceo di UBS Sergio Ermotti, che è tornato a prendere le redini del gigante svizzero dopo l’annuncio dell’acquisizione di Credit Suisse, avvenuto a marzo.
“A due mesi e mezzo dalla chiusura dell’acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia. Stiamo riconquistando la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura”.
“Questa combinazione – ha continuato Ermotti – rafforzerà la nostra posizione globale come azienda di primo piano, una di cui il nostro mercato svizzero può essere orgoglioso. Siamo onorati da questo compito e dalla responsabilità che ci è stata affidata”.
Fin dall’annuncio del suo ritorno in UBS, Ermotti è stato chiaro nel far capire ai mercati di vedere in Credit Suisse non una zavorra, ma un fattore potenziale ulteriore di crescita per quella banca che si conferma ormai regina incontrastata del panorama finanziario della Svizzera.
UBS ha comunicato con la pubblicazione della sua trimestrale (e semestrale) che “oggi, 31 agosto 2023, annunciamo la nostra decisione di integrare completamente le attività svizzere di Credit Suisse”.
Il ceo Ermotti in merito si è così espresso:
“Abbiamo preso la nostra decisione in merito al Credit Suisse (Svizzera) SA dopo un’analisi approfondita di tutte le possibili
opzioni. In base alla nostra valutazione, la piena integrazione è chiaramente la migliore scelta per UBS, i nostri stakeholder e l’economia svizzera”.
Ermotti: integrazione legale due entità prevista nel 2024
“I clienti – ha continuato il ceo – continueranno a ricevere il servizio di eccellenza che si aspettano, beneficiando di un’offerta ampliata, competenze specializzate e una portata globale. La nostra base patrimoniale ancora più solida ci consentirà di mantenere invariati i livelli di esposizioni al debito combinati, continuando ad attuare una ferma disciplina del rischio”.
“Siamo consapevoli – ha detto ancora Sergio Ermotti – dell’importante ruolo che entrambe le aziende svolgono nelle comunità in cui operiamo, ragion per cui manteniamo in pratica tutte le sponsorizzazioni di attività civiche, sportive e culturali programmate in Svizzera almeno fino alla fine del 2025”.
“Il nostro obiettivo è rendere la transizione per i clienti il più agevole possibile. Le due entità svizzere opereranno separatamente fino alla loro integrazione legale prevista nell’anno 2024, tramite una graduale migrazione della clientela verso i sistemi UBS che dovrebbe completarsi nel 2025. Nulla cambierà quindi per i clienti nel prossimo futuro. Mentre avanziamo nell’integrazione, rimaniamo pienamente impegnati nei confronti dei nostri clienti privati, istituzionali e aziendali”.
Il panico per ‘l’evento Lehman’ Credit Suisse post crac SVB
La crisi di Credit Suisse, maturata già da un bel po’, è diventata conclamata nel terribile mese di marzo di quest’anno, con la crisi bancaria scattata con il crac di Silicon Valley Bank (SVB), la banca Usa delle start up saltata in aria, che ha riacceso l’incubo di un nuovo evento Lehman Brothers.
L’incubo si è poi intensificato proprio con Credit Suisse, che ha gettato nel panico il mondo intero, a causa della sua natura di banca sistemica.
Un suo eventuale fallimento avrebbe avuto ricadute sull’economia e sui mercati mondiali, molto più impressionanti dello stesso crac storico di Lehman Brothers, visto il bilancio doppio rispetto a quello della banca americana collassata nel 2008, che aveva inaugurato la crisi finanziaria globale.
Record raccolta netta in più di 10 anni per UBS Global Wealth Management
Veniamo alle principali informazioni emerse dalla trimestrale annunciata dal gigante UBS:
- Il colosso ha mantenuto la solida base di capitale con un coefficiente patrimoniale CET1 pari al 14,4% e l’indice di leva finanziaria CET1 pari al 4,8%
- Credit Suisse (Svizzera) SA sarà pienamente integrata a seguito di un’analisi approfondita mirata a creare valore duraturo per tutti gli stakeholder; compimento della fusione delle entità giuridiche prevista nel 2024.
- Nel secondo trimestre del 2023 Credit Suisse SA ha registrato una perdita ante imposte secondo US GAAP di CHF 8,9 miliardi; esclusi gli effetti relativi all’acquisizione pari a CHF 4,3 miliardi; perdita ante imposte rettificata di CHF 2,1 miliardi.
- La base di clientela di Credit Suisse si è sostanzialmente stabilizzata con una raccolta netta di depositi di USD 18 miliardi nel secondo trimestre del 2023, con “l’andamento positivo che prosegue nel terzo trimestre”.
- UBS Global Wealth Management ha totalizzato la raccolta netta più alta del secondo trimestre in oltre dieci anni pari a USD 16 miliardi, e l’andamento positivo prosegue nel terzo trimestre.
- Definito il perimetro Non-core and Legacy con piani mirati a ridurre sensibilmente il consumo di capitale entro la fine del 2026, inclusa la diminuzione degli attivi ponderati in funzione del rischio (RWA) pari a USD 8 miliardi nel 2T23″.
UBS ha annunciato anche di aver stilato un piano per conseguire oltre $10 miliardi di riduzioni dei costi, un rapporto costi/ricavi inferiore al 70% e un rendimento del capitale CET1 di circa il 15% entro la fine del 2026″.
Alla borsa di Zurigo, il titolo UBS balza di oltre il 5%, salendo a 23,38 franchi svizzeri.