Notizie Notizie Mondo Pil Usa II trim. rivisto al ribasso. Ma economia solida, a prova di tassi Fed

Pil Usa II trim. rivisto al ribasso. Ma economia solida, a prova di tassi Fed

30 Agosto 2023 15:05

Nel secondo trimestre del 2023 il Pil Usa ha segnato una crescita al ritmo annualizzato del 2,1%, al di sotto del rialzo pari a +2,4% reso noto con il dato preliminare. Dietrofront anche per i nuovi posti di lavoro creati nel settore privato. Ma i fondamentali made in Usa rimangono più che solidi, a dispetto dei rialzi dei tassi della Fed di Jerome Powell.

Crescita del Pil Usa e delle buste paga nel settore privato sempre degli States più deboli delle attese.

Gli ultimi dati macro arrivati dal fronte macroeconomico degli Stati Uniti frenano le scommesse di chi, sulla scia di quanto riferito dal presidente della Fed Jerome Powell nel simposio di Jackson Hole, punta su nuovi rialzi dei tassi Usa.

Gli stessi dati rimarcano tuttavia anche la solidità dell’economia americana, per cui le previsioni nell’ultimo anno paventavano un soft landing o, peggio ancora, una recessione forte (o anche hard landing).

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Crescita Pil Usa II trimestre rivista al ribasso ma ancora solida

Nel trimestre compreso tra i mesi di aprile e giugno la crescita del prodotto interno lordo degli Stati Uniti del trimestre è stata rivista al ribasso da quella inizialmente resa nota con i numeri preliminari, pari a +2,4%, al ritmo annualizzato del 2,1%.

Il dato sul Pil Usa, diramato dal dipartimento del Commercio, ha deluso le attese degli analisti, che avevano previsto un tasso di  espansione dell’economia americana confermato al ritmo del 2,4%.

Nel primo trimestre del 2023, il Pil Usa era avanzato al ritmo annualizzato del 2%.

La crescita del secondo trimestre è stata dunque superiore a quella di inizio anno, ed è proseguita nonostante i rialzi dei tassi varati dalla Fed di Powell per contrastare l’inflazione ancora troppo alta. Rialzi che, in totale, da quando Powell ha lanciato il ciclo di strette monetarie nel marzo del 2022, sono stati pari a + 525 punti base.

Mercato del lavoro Usa: i numeri del rapporto ADP

Dal report ADP sono arrivate sempre oggi informazioni sulle condizioni di salute del mercato del lavoro Usa, in vista della pubblicazione, dopodomani, del report occupazionale.

Dal rapporto è emerso che, nel mese di agosto, le aziende del settore privato Usa hanno creato nuovi 177.000 posti di lavoro.

L’aumento delle buste paga  è stato decisamente inferiore rispetto alla crescita di 371.000 unità di luglio, al di sotto anche delle stime degli analisti, che avevano previsto un incremento di 200.000 nuovi posti di lavoro.

Nel commentare i numeri Nela Richardson, capo economista di ADP, ha messo in evidenza che “i numeri di questo mese sono coerenti con il ritmo con cui i posti di lavoro venivano creati prima della pandemia”.

Richardson ha fatto notare la resilienza del mercato del lavoro. “Dopo due anni di guadagni eccezionali legati alla ripresa, ci stiamo spostando verso un aumento delle paghe e dell’occupazione più sostenibile, in un contesto in cui si smorzano gli effetti economici della pandemia”.

Pil Usa: spese per consumi riviste al rialzo

Tornando ai dati del Pil Usa, quella appena annunciata è la prima revisione dei numeri, a cui ne seguirà una seconda, che metterà in evidenza il ‘reale’ trend dei fondamentali economici nel secondo trimestre del 2023.

Il downgrade è stato provocato in particolare dai minori investimenti effettuati dalle aziende nelle scorte e nel mercato non residenziale.

Il trend di crescita delle spese per consumi, che rappresentano il pilastro dell’economia americana, è stato rivisto invece al rialzo, dal +1,6% inizialmente comunicato al +1,7%.

L’inflazione misurata dall’indice preferito dalla Fed per monitorare il trend dei prezzi, ovvero dall’indice core PCE, è salita nel secondo trimestre al tasso trimestrale del 3,7%, livello inferiore rispetto al +3,8% atteso e in lieve indebolimento rispetto al precedente aumento del 3,8%: un fattore positivo, per la Fed di Powell ancora impegnata a combattere contro l’inflazione.

Riguardo alle altre componenti del Pil Usa, le spese per consumi di beni durevoli sono state riviste decisamente al ribasso, dal balzo del 16,3% precedente a una flessione pari a -0,3%.

Le vendite finali sono salite del 2,2%, a un ritmo inferiore rispetto al +2,3% comunicato con il dato preliminare.

Le esportazioni sono scese del 10,6%, rispetto al -10,8% reso noto in precedenza, mentre le importazioni hanno segnato una flessione del 7%, a un tasso inferiore rispetto al -7,8% del dato preliminare.

Revisione al ribasso per gli investimenti delle aziende, saliti del 3,9% nel secondo trimestre, rispetto al +4,9% reso noto in precedenza.

Superiore a quanto emerso con la lettura preliminare anche il calo dei profitti aziendali, pari a – 10,6%, rispetto al ribasso del 5,9% inizialmente riportato.