Notizie Notizie Mondo UBS in perdita con costi Credit Suisse. Ma c’è la sorpresa dividendi-buyback

UBS in perdita con costi Credit Suisse. Ma c’è la sorpresa dividendi-buyback

6 Febbraio 2024 10:44

UBS, il colosso bancario svizzero guidato dal ceo Sergio Ermotti che nel 2023 ha salvato per il rotto della cuffia la rivale di casa Credit Suisse, inglobandola, ha annunciato di aver chiuso il quarto trimestre dello scorso anno con una perdita ante imposte pari a $751 milioni e un utile ante imposte sottostante pari a $592 milioni, compresi accantonamenti netti per rischi di credito pari a $136 milioni.

La perdita netta attribuibile agli azionisti è ammontata a USD 279 milioni, con una perdita diluita per azione di $0,09.

La perdita netta è stata lievemente inferiore a quanto atteso dal consensus degli analisti, che avevano previsto un rosso di $285 milioni.

Dal gigante della gestione patrimoniale numero uno al mondo è arrivata una bella sorpresa per gli azionisti con un doppio annuncio sui dividendi e il buyback. Sorpresa che tuttavia i mercati non stanno prezzando in modo positivo, concentrandosi piuttosto sulla perdita netta sofferta da Ubs, a causa dei costi di integrazione con Credit Suisse.

Il titolo scende così del 3% alla borsa di Zurigo.

UBS illustra i fattori che hanno pesato sui conti

Gli oneri di integrazione legati all’acquisizione di Credit Suisse hanno pesato sul bilancio di Ubs, che ha accusato così negli ultimi tre mesi dell’anno 2023 una perdita per il secondo trimestre consecutivo.

Ubs ha spiegato che “la perdita ante imposte di $751 milioni nel quarto trimestre 2023 comprendeva oneri di integrazione e una perdita legata al nostro investimento in SIX Group” e che “l’utile ante imposte sottostante del quarto trimestre 2023 è diminuito del 35% su base trimestrale a $592 milioni, principalmente a causa della minore attività dei clienti e degli inferiori asset che generano commissioni, nonché delle spese legate alle imposte sulle banche pari a $ 75 milioni, e dell’onere di $60 milioni per la valutazione speciale condotta dalla US Federal Deposit Insurance Corporation in relazione al recupero delle perdite subite dal fondo di garanzia dei depositi a seguito dei fallimenti di Silicon Valley Bank e Signature Bank”. 

Proprio quei fallimenti, va ricordato, decretarono l’inizio della crisi delle banche Usa che provocò nel marzo del 2023 una vera ondata di panico sui mercati di tutto il mondo.

Del crac in particolare di SVB-Silicon Valley Bank, banca californiana delle start up, si arrivò a parlare addirittura di un possibile evento Lehman Brothers. Intanto in Europa, proprio in quei giorni montava anche la crisi di Credit Suisse, che assisteva impotente alla fuga dei clienti dalla divisione di wealth management. L’accordo orchestrato dal governo e dalle autorità della Svizzera poneva fine al dramma, a costo tuttavia dei tristemente noti obbligazionisti, che si ritrovavano in portafoglio bond che nell’arco di qualche valevano zero.

LEGGI ANCHE

Credit Suisse a Ubs: è fatta. Ma quei bond ora valgono zero

Credit Suisse: bond AT1 azzerati. Paura gela UBS

Tornando ai conti di Ubs, nell’intero esercizio 2023 l’utile ante imposte del gruppo è ammontato a $29.916 milioni, compresi l’avviamento negativo pari a $28.925 milioni e le spese relative all’integrazione e gli oneri di acquisizione pari a $4680 milioni.

Ubs ha ricordato che la banca, nel corso del 2023, ha “compiuto forti progressi dall’annuncio dell’acquisizione di Credit Suisse”, completando la “chiusura dell’operazione in soli tre mesi, il rimborso del sostegno pubblico alla liquidità e dell’assistenza di liquidità di mergenza Plus, la conclusione dell’accordo di protezione sulle perdite, la decisione di integrare Credit Suisse (Svizzera) SA e la definizione del perimetro di NCL”.

UBS: con Credit Suisse afflussi netti in GWM per $77 miliardi nel 2023

La combinazione con Credit Suisse ha già iniziato da un po’ a dare i suoi frutti.

Basti pensare che gli afflussi netti di nuovi asset nella divisione di Global Wealth Management (GWM) sono stati di ben $77 miliardi dalla chiusura dell’acquisizione del 2023.

Nel bilancio del colosso  guidato dal ceo Ermotti si legge di fatto che “il forte slancio dei nostri clienti è provato dagli afflussi netti di nuovi asset in GWM pari a $77 miliardi e dai nuovi depositi netti in GWM e P&C per $77 miliardi dalla chiusura dell’acquisizione, di cui afflussi netti di nuovi asset pari a $22 miliardi e nuovi depositi netti pari a $16 miliardi in GWM e nuovi depositi netti pari 7 miliardi di franchi svizzeri in P&C (Personal & Corporate Banking) nel quarto trimestre 2023″.

Così il ceo Sergio Ermotti ha commentato i conti del gruppo:

“Il 2023 passerà agli annali di UBS come l’anno in cui abbiamo acquisito Credit Suisse. Grazie agli sforzi eccezionali delle nostre colleghe e dei nostri colleghi, siamo riusciti a stabilizzare le attività e abbiamo compiuto enormi progressi nel processo di integrazione. Inoltre, dall’acquisizione, i nostri clienti ci hanno affidato 77 miliardi di dollari di nuovi asset netti, affidandosi alla nostra consulenza in un difficile contesto geopolitico e macroeconomico”.

Ermotti ha continuato sottolineando che, “nella prossima fase, vogliamo focalizzarci sulla ristrutturazione e sull’ottimizzazione delle attività unite. Nei prossimi tre anni, i nostri progressi non saranno lineari, ma la nostra strategia è chiara. Attraverso la scalabilità e lo sviluppo di capacità nei nostri mercati principali, nonché una migliore disciplina delle risorse, forniremo una crescita sostenibile a lungo termine e rendimenti più elevati”.

“Questo  – ha concluso Ermotti – ci consentirà di creare un valore significativo per tutti i nostri stakeholder entro il 2026 e oltre, e di rimanere un partner economico, un datore di lavoro e un contribuente di fiducia ovunque operiamo”.

L’annuncio sui dividendi e il buyback

Ubs ha sfornato la sorpresa di un dividendo ordinario di USD 0.70 per azione per l’esercizio 2023, in crescita del 27% su base annua, soggetto all’approvazione degli azionisti all’assemblea generale ordinaria, che si terrà il prossimo 24 aprile.

Il dividendo sarà pagato il 3 maggio 2024 agli azionisti registrati il 2 maggio 2024.

La data di stacco della cedola è il 30 aprile 2024.

E non finisce qui, visto che Ubs si impegna a “un graduale aumento dei dividendi”, puntando a “un aumento di circa il 15% del dividendo per azione per l’esercizio 2024″.

Per quanto riguarda il buyback, Ubs ha ricordato che “nel 2023 abbiamo riacquistato azioni per $1,3 miliardi prima dell’annuncio dell’acquisizione” di Credit Suisse e che, per nel corso del 2024, “prevediamo di riacquistare fino a $1 miliardo di proprie azioni iniziando dopo il completamento della fusione di UBS SA e Credit Suisse SA”.

Il gruppo prevede inoltre di riavviare gli acquisti di proprie azioni sorpassando i livelli preacquisizione entro il 2026.

A che punto è l’integrazione con Credit Suisse

Ubs ha annunciato di avere completato la prima fase dell’integrazione strategica con Credit Suisse e di prevedere che il completamento della fusione avvenga entro la fine del secondo trimestre del 2024.

Il completamento della fusione tra UBS Switzerland AG e Credit Suisse (Svizzera) AG è atteso entro la fine del 3° trimestre 2024.

La banca guidata dal ceo Ermotti ha definito il completamento è “un passo fondamentale per avviare la fase successiva di sinergie di costi, capitali e finanziamenti che prevediamo di realizzare nel 2025 e nel 2026″.

Ubs ha confermato i target finanziari fissati per i prossimi anni, ribadendo gli obiettivi di rendimento del capitale CET1 sottostante di circa il 15% e di rapporto costi/ricavi sottostante inferiore al 70% entro la fine del 2026 e il buon posizionamento per generare una crescita a lungo termine e rendimenti più elevati, con un rendimento del capitale CET1 pubblicato di circa il 18% nel 2028.

Il colosso ha inoltre annunciato l’obiettivo di riduzione dei costi lordi di circa $13 miliardi entro la fine del 2026, precisando che le riduzioni dei costi lordi di uscita complessive sono attese a circa il 50% entro la fine del 2024.

Tra i target, quello di superare i $5000 miliardi di patrimonio investito in GWM entro il 2028, con afflussi netti di nuovi attivi pari a circa $100 miliardi l’anno fino al 2025, in aumento a circa $200 miliardi l’anno entro il 2028.