Notizie Notizie Mondo Credit Suisse: bond AT1 azzerati. Paura gela UBS

Credit Suisse: bond AT1 azzerati. Paura gela UBS

20 Marzo 2023 11:25

UBS-Credit Suisse: l’accordo non placa ansia mercati, ora si teme per i bond At1

Bond At1 di Credit Suisse azzerati, cds di UBS che schizzano verso l’alto, fuga dai titoli di entrambe le banche svizzere.

E no, la soluzione sfornata dal governo elvetico e dalla banca centrale svizzera non solo non incassa la promozione dei mercati, ma viene sonoramente bocciata.

Le azioni di Credit Suisse crollano del 60%, e questo ci sta. Ma il tonfo investe anche i titoli di UBS, che capitolano fino a -16% circa.

La platea degli scontenti si allarga, l’operazione con cui Ubs ha deciso di acquistare la malandata rivale svizzera per un valore di 3 miliardi di franchi svizzeri viene accolta dai mercati con un potente sell off che si accanisce contro i titoli delle banche europee.

I credit default swap di UBS, ovvero i cds – contratti per assicurarsi contro il rischio di default dei bond emessi – puntano dritti verso l’alto, a conferma dei timori degli investitori per il futuro, anche, di UBS.

Il colosso svizzero riuscirà a digerire l’acquisto di Credit Suisse senza essere infettato dai problemi della banca caduta in disgrazia?

Dai cds per ora non arrivano rassicurazioni in tal senso: i credit default swap sui bond di UBS con scadenza a cinque anni volano a 153 punti base, dai 117 punti base di venerdì scorso, stando a quanto emerge dai dati di S&P Global Market Intelligence riportati dal Guardian.

Di seguito il post su Twitter di Abhinav Ramnarayan, Corporate Finance Reporter di Bloomberg.

UBS-Credit Suisse, il deal c’è. Ma mercati assediati da paura contagio

In un mercato ormai assediato dalla parola “contagio”, l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS non riesce per ora a sedare l’ansia di trader e investitori.

Basta guardare al trend del sottoindice di riferimento dei titoli bancari scambiati sullo Stoxx Europe 600, ovvero allo Stoxx 600 Banks, che stamattina ha segnato subito un tonfo del 3,5% circa, azzerando i guadagni riportati dall’inizio dell’anno.

L’accordo tra UBS e Credit Suisse è stato annunciato  nella serata di ieri.

Secondo i termini dell’intesa, che ha visto come registi il governo svizzero e la Swiss National Bank, Ubs pagherà 3 miliardi di franchi svizzeri in azioni per rilevare Credit Suisse, a un forte sconto rispetto al valore del titolo.

Tutto questo accade mentre Reuters fa riferimento alla rabbia dei detentori di quei At1 bond di Credit Suisse che ormai non valgono più niente.

E’ stata la stessa Credit Suisse ad annunciare che quel debito emesso sotto forma di obbligazioni Additional Tier 1 sarà svalutato al 100%, nell’ambito dell’accordo con cui la banca sarà acquistata da UBS.

L’accordo di acquisizione, ha sottolineato l’Autorità finanziaria svizzera FINMA in un comunicato, si tradurrà di fatto in una “svalutazione completa” di quelle obbligazioni.

Va detto che i sottoscrittori di quei bond At1 saranno stati ben consapevoli della rischiosità del loro investimento.

Gli AT1 sono una forma di debiti junior che formano il capitale delle banche: queste obbligazioni sono state concepite per assorbire le perdite di una banca, e per tutelare in primis i contribuenti dal rischio di dover pagare di tasca loro i salvataggi degli istituti di credito.

E’ il cosiddetto bail-in, strumento varato dalle autorità europee per evitare che i problemi delle banche finiscano per ricadere sulle tasche dei contribuenti, ovvero per evitare il cosiddetto bail out degli anni precedenti.

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Se i mercati oggi stanno crollando, è soprattutto per lo spettro bail-in, che si è concretizzato per i detentori dei bond At1 di Credit Suisse.

Tanto che oggi, oltre ai titoli bancari, scivolano anche le obbligazioni emesse dalle banche, come fa notare al Guardian Alvin Tan di RBC Capital, ricordando anche che il deal Credit Suisse-UBS blinda quest’ultima con una garanzia del valore di 9 miliardi di franchi sfornata dal governo svizzero, e concordata per coprire perdite eventuali in cui il gigante bancario potrebbe incorrere fagocitando la rivale.

Detto questo, “quella decisione delle autorità svizzere di azzerare del tutto i bond At1 sta scatenando un sell off sulle obbligazioni delle banche su scala globale“, ha messo in evidenza Tan.

A commentare il caso di questi bond anche Victoria Scholar, responsabile degli investimenti presso Interactive Investors.

Scholar ha spiegato che “i bond CoCo di Credit Suisse, investimenti ad alto rendimento che sono una via di mezzo tra una azione e un bond sono stati svalutati, lasciando gli obbligazionisti detentori di AT1 alle prese con enormi perdite. Questo fattore sta scatenando il nervosismo sugli AT1 bond in modo più ampio, con alcuni investitori che stanno decidendo di fuggire da questi strumenti”.

Il Guardian mette in evidenza anche il trend dei titoli di banche europee del calibro di Deutsche Bank, Commerzbank e BNP Paribas , che stanno puntano con decisione verso il basso, scontando alcune indiscrezioni, secondo cui le banche tedesche in particolare avrebbero una esposizione finanziaria diretta di almeno 11,5 miliardi di dollari verso le banche svizzere.

Intanto, la presidente della FINMA Marlene Amstad ha commentato la transazione con cui UBS rileverà Credit Suisse spiegando che l’Autorità finanziaria si è attenuta al principio “too-big-to-fail” del sistema bancario svizzero.

Qualche giorno fa l’economista Nouriel Roubini aveva commentato il caso Credit Suisse definendo la malandata banca svizzera, in un post su Twitter, “troppo grande per fallire e troppo grande per essere salvata”, e parlando anche di Lehman Moment per i mercati europei e globali. Mercati già stremati dal crac il crac di Silicon Valley Bank (SVB).

Credit Suisse: chi detiene i bond AT1 di Credit Suisse

Ma chi sono i detentori di questi bond AT1 di Credit Suisse?

Le fonti interpellate da Bloomberg hanno fatto i nomi di Pimco (Pacific Investment Management), Invesco e BlueBay Funds Management tra i diversi asset manager esposti alle obbligazioni.

E’ possibile comunque, ha precisato Bloomberg, che il valore delle obbligazioni detenute da questi attori finanziari sia cambiato o che questi bond siano stati anche interamente venduti nel tempo intercorso tra il momento in cui i suddetti gestori hanno informato le autorità finanziarie del loro possesso dei bond a oggi.

Pimco e BlueBay hanno preferito non rilasciare commenti quando sono stati interpellati da Bloomberg News, venerdì scorso, mentre una portavoce di Invesco si è limitata a dire che, “a causa delle misure di trasparenza adottate, non rendiamo noti i movimenti di portafoglio”.

Ma i nostri team di investimento continuano a monitorare gli sviluppi e a gestire in modo prudente i nostri asset, alla luce delle attuali condizioni di mercato”.

UBS ottimista sull’accordo: le dichiarazioni del ceo Hamers

Tornando al deal con cui UBS acquisterà la rivale, secondo i termini dell’accordo, tutti gli azionisti di Credit Suisse riceveranno una azione di UBS per ciascun blocco di 22,48 azioni di Credit Suisse detenute.

Fino al completamento della fusione, Credit Suisse continuerà a essere operativa, portando avanti il proprio piano di ristrutturazione annunciato alla fine del 2022, insieme a UBS.

La Swiss National bank, banca centrale svizzera, darà a Credit Suisse accesso a una ulteriore liquidità.

In base a quanto stabilito dal Consiglio Federale Svizzero, è stato deciso inoltre che la fusione tra le due banche elvetiche può avvenire senza previa autorizzazione degli azionisti.

UBS ha annunciato in una nota separata che “la combinazione dei due business dovrebbe generare una riduzione dei costi su base annua di oltre 8 miliardi di dollari entro il 2027.

E su questo già si ironizza su quanti dipendenti dovranno essere licenziati affinché tale target venga centrato.

UBS ha reso noto che l’accordo creerà un gestore patrimoniale globale con asset investiti di un valore di 5 trilioni di dollari, espandendo la leadership di UBS nel mercato immobiliare svizzero.

La strategia di UBS rimarrà immutata, il che significa che il focus della banca rimarrà sulle Americhe e sull’area APAC.

UBS ha confermato di rimanere capitalizzata in modo solido e ben oltre il proprio target del 13%, aggiungendo di continuare a impegnarsi per la distribuzione progressiva dei dividendi ai propri soci.

Il ceo di UBS Ralph Hamers ha commentato l’accordo con un intervento alla rete televisiva SRF:

UBS dispone di un capital ratio molto buono, e anche di una posizione di liquidità molto buona. Dunque, abbiamo contenuto i rischi presenti sul mercato. Il secondo passo per noi sarà trasformare l’investment bank di CS in una banca di investimento come quella di UBS”.

Il ceo ha aggiunto che l’operazione non comporta per UBS un rischio troppo grande. “Ci sono certamente opportunità e chance di crescita – ha continuato – I tanti dipendenti – CS ne conta 50.000 in tutto il mondo – hanno un nuovo futuro insieme a noi. E insieme potremo creare una banca ancora più bella”.

Sarà: peccato che, a fronte del tonfo di Credit Suisse, gli investitori vendono anche i titoli UBS e i titoli di tutte le banche, paventando proprio quell’effetto domino che le autorità svizzere, con il loro intervento, volevano far rientrare.