Notizie Notizie Italia Tria nega effetto gilet gialli e Macron su intesa manovra con Ue. Ma Merkel ce l’avrebbe con Parigi

Tria nega effetto gilet gialli e Macron su intesa manovra con Ue. Ma Merkel ce l’avrebbe con Parigi

21 Dicembre 2018 13:53

I problemi della Francia di Macron non hanno portato Bruxelles a essere più clemente nei confronti dell’Italia. In un intervento alla trasmissione 24 Mattino, su Radio 24, intervistato da Maria Latella e Oscar Giannino, Giovanni Tria ci tiene a mettere i puntini sulle “i”:

“I problemi che si sono creati in Francia hanno reso la Commissione più rigida verso l’Italia”, puntualizza il ministro dell’economia, dal momento che “la parte più rigorista era preoccupata che, essendo meno rigida con l’Italia, poi ci sarebbero state altre richieste da parte di altri Stati”.

Continuano a circolare tuttavia indiscrezioni e commenti vari, secondo cui l’Unione europea avrebbe deciso di non avviare una procedura di infrazione contro l’Italia a causa dell’evidente imbarazzo in cui si sarebbe trovata, dopo il diffondersi di voci su un deficit francese destinato a salire anche oltre il 3,6%.

Ben oltre, dunque, quella soglia del 3% che è incisa nelle tavole di Bruxelles.

Anche Parigi è sotto la lente di Bruxelles, dopo che il presidente Emmanuel Macron, nel disperato tentativo di placare la rabbia dei #jiletsjaunes, gilet gialli, è stato costretto ad annunciare alcune misure, tra cui l’aumento del salario minimo e il taglio di tasse imposte alle fasce più deboli della popolazione. Un annuncio che ha portato subito alcuni quotidiani come Les Echos a fare un po’ di conti, e a pronosticare un deficit francese superiore al 3%.

La scorsa domenica Parigi ha di fatto ammesso che il deficit-Pil potrebbe balzare nel 2019 dal 2,8% inizialmente deciso  (che già aveva irritato l’Italia, quando il governo Conte era stato rimproverato per il target del 2,4% ), al 3,2%.

Una fonte interpellata da Reuters ha poi aggiunto che Macron non avrebbe nessuna intenzione neanche di tagliare il deficit strutturale francese.

Prima che la Commissione europea diramasse il suo verdetto sull’Italia lo scorso mercoledì 19 dicembre, decidendo di non avviare la procedura di infrazione, era stato lo stesso vicepremier Luigi Di Maio ad affrontare la questione:

“Se le regole sul deficit sono valide per l’Italia, allora mi aspetto che siano valide anche per Macron“, aveva detto. In quelle ore di trepidazione, in attesa del giudizio europeo, in diversi avevano fatto notare che, paradossalmente, con i suoi problemi Macron si era trasformato di fatto nel migliore alleato di Matteo Salvini.

Di aiuto francese all’Italia ha parlato il corrispondente da Berlino per la Stampa,Walter Rauhe, in un articolo pubblicato sul quotidiano. Così si legge :

«Potete dire grazie a Macron se la Commissione europea non avvia nessuna procedura d’infrazione contro l’Italia». A Berlino il tanto atteso via libera condizionato alla legge di bilancio del governo italiano da parte dell’Unione europea non ha certo destato entusiasmi. […] È «stato soprattutto il governo francese a cedere e a chiudere più di un occhio nei confronti di Roma», ci confida un alto dirigente del ministero delle Finanze a Berlino che preferisce restare anonimo. «Sullo sfondo delle ampie concessioni fatte da Emmanuel Macron al movimento dei gilet gialli e alle spese aggiuntive che queste comportano una bocciatura della manovra finanziaria del governo Di Maio-Salvini sarebbe stata difficile da giustificare».

Le concessioni parigine a Roma avrebbero irritato non poco la cancelliera:

“Su un punto così fondamentale come quello del rispetto delle regole di stabilità e della disciplina di bilancio Parigi avrebbe dunque piantato in asso Berlino che invece avrebbe preferito mantenere una linea dura contro Roma. […] «Con un debito pubblico del 130% e per di più in aumento, un deficit tre volte superiore a quello precedente e in assenza di una riconoscibile volontà politica per rimettere in ordine il bilancio dello stato, l’ Italia resta per l’Eurozona una mina vagante», sostiene il nostro interlocutore al ministero delle Finanze a Berlino. […]”.

Tornando all’intervista rilasciata a 24 Mattino, Tria ha risfoderato anche quell’ottimismo che lo aveva portato inizialmente a difendere a spada tratta la stima sulla crescita del Pil per il 2019 pari a +1,5% (rivista al ribasso al +1%).

Nel rispondere alla domanda sulla famosa frase proferita da Valdis Dombrovskis mercoledì scorso – sulla possibilità che l’Ue ritorni sulla sua decisione sulla procedura di infrazione a gennaio, il ministro si è così espresso:

“E’ soltanto un’osservazione dovuta al fatto che ovviamente noi abbiamo detto quello che avremmo fatto. La manovra di bilancio deve essere approvata in Parlamento, è tutto qui. È chiaro che il commissario Dombrovskis, evidentemente, ha voluto sottolineare che si aspetta che la proposta italiana di bilancio sia approvata in Parlamento. Ma questo ovviamente è scontato”.

Peccato però che, per qualche mese e in attesa di una verifica dei conti, l’Ue tratterrà all’Italia una caparra da due miliardi di euro .