Notizie Notizie Italia Maxi-emendamento manovra conferma vittoria di Pirro. E governo si fa “sequestrare” da Ue anche 2 miliardi

Maxi-emendamento manovra conferma vittoria di Pirro. E governo si fa “sequestrare” da Ue anche 2 miliardi

20 Dicembre 2018 12:31

I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si affrettano a rassicurare gli italiani, ma la verità sulle conseguenze che questa manovra del Popolo avrà sulle tasche dei cittadini è incisa nel maxi-emendamento. Maxi-emendamento alla manovra annunciato dal governo, che illustra i nuovi saldi di bilancio concordati con la Commissione europea e che presenta, praticamente, la nuova versione della manovra.

I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio saranno anche contenti, ma tutto lascia pensare piuttosto a una vittoria di Pirro.

In primis, nell’annunciare la decisione della Commissione di non avviare la procedura di infrazione a carico dell’Italia, il numero due della Commissione Valdis Dombrovskis ha praticamente confermato i timori che, già a gennaio, Roma possa dover fare i conti con il rischio di una manovra correttiva.

Dombrovskis ha infatti precisato che, se “le cose dovessero andasse male”, riguardo agli impegni che l’Italia ha preso con l’Unione europea, “potremmo tornare sulla decisione (di non avviare una procedura di infrazione per deficit eccessivo) a gennaio”.

Il rischio di sanzioni contro l’Italia, insomma, non è stato sventato del tutto.

Tanto che il governo ha dovuto congelare, praticamente, anche una somma di due miliardi di euro per rassicurare Bruxelles.

Al fine di garantire il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, “è assicurato il monitoraggio continuo dell’andamento dei conti pubblici” , si legge nel testo del maxi-emendamento.

Viene precisato che il monitoraggio degli andamenti tendenziali della finanza pubblica effettuato con il  Def e la nota di aggiornamento “è aggiornato entro il mese di luglio”.

Ancora, come riporta l’agenzia di stampa Askanews, dal maxi-emendamento risulta che il ministro dell’Economia informa il Cdm degli andamenti “entro i dieci giorni successivi”. Se “l’andamento risulterà “coerente” con quanto concordato tra l’Ue e l’Italia, i 2 miliardi potranno essere sbloccati e “resi disponibili”. Fino ad allora, Bruxelles li trattiene. Non per niente, la stampa italiana parla oggi di una caparra trattenuta dall’Ue.

I saldi della manovra sono i seguenti: 10 miliardi e 254 milioni nel 2019, 12 miliardi e 242 milioni nel 2020, 15 miliardi e 997 milioni nel 2021. Le vere novità sono le modifiche che il governo Conte ha apportato alla versione originale: non poche, in realtà, a dispetto delle rassicurazioni dei due vicepremier.

Riguardo a quegli sforzi aggiuntivi per 10,25 miliardi che sono stati fatti dall’esecutivo per andare incontro alle richieste della Commissione europea, quasi la metà dei soldi arriverà tagliando le risorse destinate inizialmente al reddito di cittadinanza e a quota 100 per le pensioni.

In particolare, le risorse per il reddito di cittadinanza saranno ridotte di 1,9 miliardi mentre per le pensioni oltre 2,7 miliardi in meno sul fondo. Al reddito di cittadinanza dagli iniziali 9 miliardi saranno destinati attorno ai 6,1 miliardi mentre a quota 100 cui erano destinati 6,7 miliardi andrebbero attorno a 4,5 miliardi.

Riguardo alle altre novità, queste sono state illustrate ieri sera dallo stesso Giuseppe Conte, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa Askanews, e vengono elencate nel modo seguente.

  • “Sono state previste misure di contenimento della spesa pensionistica che si sostanziano nel raffreddamento dello schema di indicizzazione dei trattamenti pensionistici di più cospicuo importo. Inoltre si interviene sulle cosiddette pensioni d’oro, con riduzione dei trattamenti più elevati, attraverso la previsione di un contributo di solidarietà temporaneo e progressivo per scaglioni di reddito. Una misura di equità sociale da cui abbiamo ricavato ulteriori risorse”.
  • “Si introducono inoltre misure per favorire la realizzazione del piano straordinario di dismissioni immobiliari. Sono stati quantificati gli effetti dell’utilizzo, in via prioritaria da parte delle Regioni, delle risorse già stanziate nei programmi cofinanziati dai fondi strutturali e di investimento europei per la realizzazione degli interventi di mitigazione dei rischi ambientali e idrogeologici”.
  • “Sul lato delle entrate si prevede l’istituzione di un’imposta sui servizi digitali gravante sui soggetti che nell’esercizio di attività di impresa prestino servizi digitali e che superino determinate soglie di ricavi”.
  • Maggiori entrate anche dal settore dei giochi. Dal maxi-emendamento risulta che è atteso “un pacchetto di misure che incrementa il prelievo nel settore dei giochi attraverso l’aumento del Preu applicabile agli apparecchi da divertimento e intrattenimento e la riduzione delle percentuali minime di pay-out; inoltre, si introduce dal primo gennaio 2019 l’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse”.
  • Riduzioni o rimodulazioni delle spese: “Nello stato di previsione della spesa del ministero dell’Economia, sono previste misure volte a definanziare le risorse del Fondo per favorire lo sviluppo del capitale immateriale, la competitività e la produttività di 75 milioni di euro per l’anno 2019 e di 25 milioni di euro per l’anno 2020. Abbiamo inoltre programmato una rimodulazione delle disponibilità di cassa del Fondo per lo sviluppo e la coesione territoriale destinato a misure per il superamento degli squilibri socio-economici territoriali, per 800 milioni di euro per l’anno 2019″.
  • Vengono destinate più risorse alle Ferrovie dello Stato:“Allo stesso modo abbiamo programmato una rimodulazione delle risorse finanziarie per 600 milioni di euro per l’anno 2019, prevedendo un incremento, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024, di 200 milioni di euro delle risorse destinate alla società Ferrovie dello Stato per la realizzazione dei progetti previsti; infine, abbiamo previsto una rimodulazione, con riduzione di 850 milioni di euro per l’anno 2019 e un incremento, per progressivo per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, di 150 milioni di euro e, per l’anno 2025, di 100 milioni di euro della quota nazionale per il finanziamento delle politiche comunitarie”.

Maxi-emendamento: bomba Iva in arrivo?

Sempre nel maxi-emendamento, è scritto che, per quanto riguarda la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia Iva, resta lo stop degli incrementi per il prossimo anno ma viene cancellato il parziale congelamento per il 2020 e il 2021.

Il Giornale parla di bomba Iva, spiegando che “le clausole prevedono un aumento Iva da 23 miliardi per il 2020 e di 29 miliardi per il 2021 e per il 2022. Tradotto in aliquote significa che quella ridotta al 10 per cento potrebbe arrivare al 13 nel 2020 e quella ordinaria che oggi è al 22 per cento potrebbe arrivare nel 2020 al 25,2 e nel 2021 toccare la quota record del 26,5 per cento. Insomma il governo gioca così a dadi col futuro. Basta una piccola sbavatura sui conti e scattano le clausole di salvaguardia”.

Andando a spulciare altre novità che emergono dal maxi-emendamento:

  • Viene abrogata la mini Ires per gli enti non commerciali, dunque niente aliquota del 15% per le imprese non commerciali che continueranno a far fronte all’aliquota attuale del 24 per cento In generale, saltano alcune agevolazioni alle imprese: si parla di “abrogazione del credito di imposta relativo alle deduzioni forfetarie in materia di Irap riconosciute in favore dei soggetti passivi che impiegano lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in alcune Regioni; l’abrogazione del credito di imposta in favore dei soggetti che compiono investimenti in beni strumentali nuovi; l’abrogazione dell’aliquota ridotta Ires in favore degli enti non commerciali”, conferma il premier Giuseppe Conte.
  • Si rinviano al 15 novembre dell’anno prossimo le assunzioni per la pubblica amministrazione, “ma limitato alle assunzioni derivanti del turn over ordinario dell’anno precedente”, aggiunge Conte.
  • Sulle pensioni, Il Giornale riporta quanto segnalato dal quotidiano Il Messaggero, ovvero che chi “oggi prende fino circa 1500 lordi ogni mese arriverà a prendere tra i 5 e i 16 euro in più – lordi – al mese. Aumenti che via via scendono in percentuale fino allo 0,55% in più (27,5 euro) per chi ha un assegno fino a 5mila euro lordi al mese”.”A far salire le pensioni più basse è l’incremento dell’inflazione. Che per il 2018 è stata indicata provvisoriamente all’1,1%. Il governo ha però deciso di applicare la perequazione non nella stessa misura per tutti. Bisogna ricordare, inoltre che le rivalutazioni vengono calcolate sull’importo lordo – a cui vengono detratte pure le tasse -, facendo scendere così a pochi spiccioli gli aumenti. A fronte di una rivalutazione minima, però, i tagli per i prossimi cinque anni sono ben più pesanti e applicati a scaglioni. Non saranno toccate le pensioni fino a 100mila euro annui (circa 4600 euro netti al mese). Fino a 130mila è prevista invece una decurtazione del 10%. Che sale al 20% per gli assegni fino a 200mila, al 25% fino a 350mila, al 30% fino a 500mila e al 40% oltre il mezzo milione”.

Salvini e Di Maio non danno ragione alle critiche e rassicurano che l’aumento dell’Iva non ci sarà, né quest’anno né nel corso dei prossimi anni:

Così Di Maio: “Non c’è stata la procedura di infrazione e portiamo a casa tutte le misure chiave promesse ai cittadini. Allora ci stava il rischio di infrazione e ora che non c’è sono ancora più contento”.

E sul balcone a festeggiare per la manovra del popolo, il leader del M5S precisa: “io ci salirei anche domani mattina”.

Sull’Iva: “Non c’è un aumento dell’Iva quest’anno e non ci sarà nei prossimi anni, come lo abbiamo disinnescato quest’anno lo disinnescheremo nei prossimi anni”.

Idem Salvini che, alla domanda se l’Iva passerà al 26,5 per cento, risponde:

“No, l’Iva non l’abbiamo aumentata quest’anno e non la aumenteremo nei prossimi anni”. E aggiunge: “E’ un altro dei regalini che abbiamo ereditato dai precedenti governi, come la fatturazione elettronica. L’Iva non aumenta e per quanto riguarda altri danni ereditati vedremo di limitarli il più possibile”.

Intervistato da Radio Rai 1, il leader della Lega e ministro dell’Interno si mostra anzi più che ottimista:

“Sono molto contento, giorni e notti di lavoro e finalmente si parte con la manovra vera, con la vita vera, con pensioni, lavoro, riduzione fiscale e burocratica, e quindi finalmente il buonsenso ha prevalso anche da parte europea e gli italiani potranno toccare con mano la prima manovra diversa degli ultimi anni”.

E al conduttore, che gli fa notare che potrebbe essere proprio lui ad aver ceduto su più fronti e più di tutti, il vicepremier controbatte:

“Ma lo dice sul serio? Più di 20 miliardi nel triennio per smontare la legge Fornero, spero di perdere così tutte le volte. Sono l’uomo più felice del mondo”.

Salvini parla di “cavolate sui giornali” e attacca Avvenire:

“Giusto per fare un nome, che Avvenire, il giornale della conferenza episcopale italiana, prenda sei milioni di euro di contributi pubblici dai cittadini italiani… penso che parte di quesi soldi possano essere spesi per chi è davvero in difficoltà”.

E comunque, in generale, “in un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti penso ai 130 milioni di euro che i cittadini italiani che faticano a tirare a fine mese danno ogni anno a giornali”. Giornali “che a volte vendono qualche migliaia di copie che evidentemente scrivono cose che lettori non premiano…”.