Macron spinge deficit al 3,5%, Di Maio insorge: stesse regole per tutti, si apra un caso Francia
La protesta dei Gilet Gialli costringe l’Europa a dover fare i conti con un nuovo fronte, quello francese, che rischia a cascata di alzare nuovamente il livello dello scontro tra Italia e Ue. Il tutto proprio alla vigilia di giorni decisivi per l’esito delle trattative per evitare la proceduta d’infrazione ai danni di Roma.
Il caso Francia potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per il governo giallo-verde. Di Maio e Salvini saranno tentati a tornare sui loro passi e non andare incontro alle richieste dell’UE di ridurre il deficit rispetto al 2,4% indicato dall’Italia nella legge di bilancio 2019.
Domani è previsto l’incontro Conte-Juncker con il premier italiano e il ministro Tria che spingono per un nuovo obiettivo al 2%, mentre i due vice premier punterebbero su livelli più elevati che difficilmente convincerebbero Bruxelles a un procedere con la procedura d’infrazione.
Di contro però gli sviluppi della situazione in Francia potrebbero indurre l’UE a maggiore clemenza verso l’Italia.
La Francia con le nuove misure volte a placare le proteste dei Gilet Gialli andrà a sforare ampiamente il tetto del 3% di deficit e il governo italiano va subito all’attacco. “Se le regole sul deficit sono valide per l’Italia, allora mi aspetto che siano valide anche per Macron”, avvisa il vice premier Luigi Di Maio a margine dell’incontro al Mise con i rappresentanti delle imprese. Considerando le misure annunciate ieri sera da Macron, il leader pentastellato asserisce che implicheranno “un aumento del rapporto deficit/Pil e quindi si aprirà un caso Francia dopo il caso Italia se le regole valgono per tutti”.
Ieri l’altro vice premier Matteo Salvini aveva scritto su Twitter che “Visti i problemi che ci sono in Francia, l’Europa può ripartire dal dialogo tra Berlino e Roma. L’asse franco-tedesco sta mostrando dei limiti, farò di tutto per rinnovare un nuovo asse Roma-Berlino“.
Bruxelles vigile: monitoriamo attentamente impatto annunci Macron
Le misure annunciate ieri sera dal presidente francese Emmanuel Macron per placare le proteste dei “Gilet Gialli” implicheranno una spesa per circa 11 miliardi di euro e potrebbero portare il deficit di bilancio della Francia al 3,5% del PIL nel 2019. A riportalo è Les Echos, rimarcando come il deficit potrebbe essere superiore al 3,6% non tenendo conto dei tagli alla spesa pubblica. Lo Stato si aspetta che le misure riducano le entrate fiscali di 4 miliardi di euro.
Il deficit superiore al tetto del 3% rischia di mettere la Francia nei guai con Bruxelles considerando che la Francia dovrà fare anche i conti con una crescita economica più debole del previsto.
Nel disegno di legge di bilancio, presentato alla Ue prima dell’annuncio delle misure per andare incontro alle proteste dei Gilet Gialli, per un ammontare pari allo 0,3-0,4% del PIL, la Francia aveva ipotizzato un deficit/PIL al 2,8% per il 2019 da 2,6% quest’anno. Per il 2019 la Francia ha stimato un debito/PIl al 98,6%.
Il governo transalpino punta a un rientro veloce sotto la soglia del 3%. Oggi Richard Ferrand, President dell’Assemblea Nazionale francese, ha garantito che il deficit tornerà sotto il 3% del PIL entro il 2020.
Le prime parole di Bruxelles sono improntate alla prudenza in attesa di vedere nel dettaglio i numeri. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, hanno sottolineato che l’UE “monitorerà strettamente” l’impatto degli annunci fatti da Macron sul deficit e le modalità di finanziamento.
Gilet Gialli e aumento rischio Francia
Macron nel discorso alla nazione di ieri sera ha parlato di “stato di emergenza economico e sociale” annunciando nuove misure (aumento del salario minimo, tagli fiscali per lavoratori e pensionati). Rispetto a quanto chiesto dai Gilet Gialli, manca la revisione della patrimoniale con il rischio concreto che le proteste continuino ugualmente.
Il cambio di rotta di Macron non ha sgonfiato lo spread Oat-Bund, rimasto oggi in area 45 pb, sui massimi a circa un anno e mezzo. Il mercato teme l’aprirsi di uno scenario conflittuale con l’Europa sul fronte deficit. “Tra le possibili conseguenze delle nuove misure vi è un aumento del deficit e questo contribuisce a tenere lo spread su livelli elevati”, rimarcano gli analisti di Mps Capital Services.