TIM: titolo migliore a Piazza Affari con rumor Vivendi. A chi farebbe gola la quota dei francesi
Il titolo TIM-Telecom Italia si conferma oggi, lunedì 26 agosto, protagonista indiscusso della sessione dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari, portandosi in cima al listino con uno scatto fino a + 3,5% circa, per poi limare i guadagni.
A muovere le azioni della compagnia telefonica guidata dal ceo Pietro Labriola è la diffusione di un articolo del Corriere della Sera, pubblicato nella giornata di sabato scorso.
L’articolo, che è stato ripreso anche nell’edizione di domenica del quotidiano, ha ipotizzato la presenza di una cordata di investitori volta a rilevare una parte della quota detenuta nel capitale di TIM dai francesi di Vivendi.
Alle 12.35 circa ora italiana, il titolo TIM sale sul Ftse Mib del 2,8% circa, a quota 0,2392 euro, in una sessione decisamente fiacca per Piazza Affari.
TIM: interesse a quota Vivendi? Si fa il nome di Blackstone
Secondo Il Corriere della Sera, all’ipotesi della cordata per rilevare parte della quota dei francesi starebbero lavorando, nello specifico, l’ex consulente dello stesso colosso francese Vivendi, Andrea Pezzi e Claudio Costamagna.
Quest’ultimo avrebbe tuttavia smentito quanto emerso dall’articolo.
Lo stesso articolo ha definito inoltre “embrionale” il dossier, “in quanto – si legge in una nota di Equita che è stata pubblicata oggi – “non sarebbero stati individuati i compratori (si citano tra i soggetti sondati Tikehau e Blackstone)”.
Non solo: il dosser “non sarebbe ancora stato sottoposto a Vivendi”, così come “non ci sarebbe ancora chiarezza anche sul tema della strategia di valorizzazione del titolo (si ipotizza una vendita a pezzi di Brasile, Consumer ed Enterprise)”.
Nessuna informazione neanche “sul gradimento del governo al progetto”.
Nel riportare i rumor Equita aggiunge che “la valutazione ipotizzata per un 6/7% di Tim è indicata intorno ai € 500 milioni di euro” e che, “se fosse una quota del capitale complessivo (e non solo ordinario), vorrebbe dire nel mid-range una valutazione di circa € 0.36 (range € 0.34-0.39)”.
“Lo schema – ricorda ancora la SIM milanese – sembra quello seguito da TIM per l’uscita da Inwit, con un veicolo in cui Vivendi apporterebbe la quota residua in TIM e che quindi garantirebbe a Vivendi di mantenere la presa sull’intera stake del 23,7% ma cominciando a monetizzarne una parte”.
Equita rimarca che “lo schema indicato ha un senso, ma, come dice l’articolo stesso, sembra una proposta molto preliminare (alla stregua di molte altre che sono sicuramente allo studio da parte delle banche d’affari), non avendo ancora individuato i potenziali compratori, sondato l’interesse del venditore e il supporto politico al progetto e definito la strategia di valorizzazione”.
“Valutazioni indicate a forte premio rispetto ai corsi di Borsa”
Dalla Sim milanese si sottolinea in ogni caso che, per TIM, è interessante il fatto che “ci sia interesse per la quota di Vivendi” nel gruppo, così come è interessante che “le valutazioni indicate siano a forte premio rispetto ai corsi di borsa”.
Di seguito lo schema che riassume l’azionariato di TIM, pubblicato sul sito della compagnia telefonica e aggiornato al 31 marzo del 2024.
Delle indiscrezioni riportate da Il Corriere parla anche l’articolo di Bloomberg Investors Mull Bid for Vivendi’s Telecom Italia Stake: Corriere, facendo riferimento a “un consorzio di investitori” che starebbe considerando l’opzione relativa all’ “acquisto potenziale della partecipazione di Vivendi in Telecom Italia”, ricordando come il quotidiano italiano abbia riportato i rumor “citando fonti che non ha identificato”, e menzionando sia “Andrea Pezzi che Claudio Costamagna, quest’ultimo ex presidente della Cassa Depositi e Prestiti”.
Bloomberg ha tenuto a precisare che sia Pezzi che Costamagna hanno negato le indiscrezioni, contattati da Il Corriere.
In ogni caso la cessione di una parte della quota che Vivendi detiene in TIM, ha ricordato ancora l’agenzia di stampa, richiederebbe l’approvazione del governo Meloni che, “con il ‘golden power’, dispone del potere di esaminare eventuali operazioni di takeovers di qualsiasi azienda italiana che eserciti un ruolo strategico, come nel caso delle tlc“.
Il governo Meloni, ha aggiunto inoltre Bloomberg, non ha dato per ora alcuna risposta alla richiesta di un commento.
Quel forte no di Vivendi alla vendita della rete fissa TIM
Non si può non ricordare il rapporto a dir poco sofferto tra Telecom Italia e i francesi di Vivendi, tuttora azionisti di maggioranza della compagnia telefonica, orfana ormai della rete fissa (la cosiddetta NetCo), inclusa FiberCop, dopo la cessione della stessa al fondo americano KKR.
Lo scorso 1° luglio, TIM ha di fatto annunciato di aver perfezionato la cessione di NetCo a Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR) “mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da TIM) del ramo d’azienda di TIM che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da KKR”.
L’operazione si era scontrata fin da subito con il no di Vivendi che, secondo indiscrezioni riportate mesi fa dall’agenzia di Reuters, aveva preteso un’offerta per la rete fissa di TIM superiore ai 30 miliardi di euro.
Una fonte vicina a Vivendi, interpellata dall’FT, aveva espresso tutta la sua contrarietà alla vendita, sottolineando come proprio la rete fissa fosse il gioiello di TIM e avvertendo che, con la separazione della rete dal resto, Telecom Italia sarebbe diventata addirittura un “dead man walking”.
Rimane intanto negativa la performance del titolo TIM a Piazza Affari nel medio lungo termine.
A fronte del rialzo dell’1,5% circa nell’ultima settimana e dello scatto del 4,9% circa nell’ultimo mese di contrattazioni, le azioni Telecom Italia viaggiano a un livello in calo del 18,5% dall’inizio dell’anno e in flessione rispettivamente del 12,7% e del 37,4% circa nell’ultimo anno e negli ultimi tre anni di scambi.
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