Notizie Notizie Italia TIM shock: focus titolo post collasso -24% in Borsa con piano ‘Free to Run’. Lo stupore di Labriola e la frase sui bond

TIM shock: focus titolo post collasso -24% in Borsa con piano ‘Free to Run’. Lo stupore di Labriola e la frase sui bond

8 Marzo 2024 11:46

Focus a Piazza Affari sul titolo TIM dopo il collasso del titolo seguito alla presentazione del nuovo piano industriale 2024-2026 da parte del ceo Pietro Labriola e al Capital Market Day 2024 della giornata di ieri, giovedì 7 marzo.

Le azioni del gruppo guidato dal ceo Pietro Labriola hanno chiuso la sessione della vigilia con un tonfo sul Ftse Mib pari a -23,79% a quota 0,2118 euro.

Oggi le azioni si confermano tra le migliori dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari, con un recupero pari a quasi +4%, che le porta a salire a quota 0,2197 euro. Una magra consolazione, visto il tonfo della vigilia che ha colto di sorpresa in primis il ceo Labriola.

TIM -24% a Piazza Affari, Labriola:  tonfo “va analizzato a sangue freddo”

Calma e sangue freddo. Così il ceo di TIM Pietro Labriola ha invitato il mercato a interpretare il tracollo di ieri delle azioni.

Il tonfo, ha detto Labriola nella serata di ieri, nel corso della conferenza stampa indetta per presentare il nuovo piano industriale, va “analizzato a sangue freddo, cercando di capire bene la situazione”.

“C’è un tema che abbiamo affrontato anche con gli analisti – -ha aggiunto Labriola – che è la necessità di spiegare meglio alcune tematiche e numeri. Dal punto di vista pratico abbiamo però un’azienda che avrà un livello di leverage di 1,6x nel 2026 – un dato migliore degli altri peer – e che torna a generare cassa nel 2025″.

Labriola ha messo in evidenza anche il trend contrastato tra le azioni TIM quotate a Piazza Affari e i bond.

Oggi i nostri bond sono cresciuti come valore”, ha sottolineato il ceo di TIM, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Askanews – il mercato del fixed income vede quindi una storia di un livello del debito dell’azienda molto più sotto controllo rispetto al passato. Come mai il mercato azionario non la vede alla stessa maniera? E’ qualcosa che dobbiamo cercare di capire”.

In evidenza i volumi di scambio sul titolo, che Labriola ha definito “particolarmente anomali”.

L’AD ha  indicato per la precisione la necessità di “capire cosa non è stato compreso” e di valutare “la situazione anche per comprendere i volumi particolarmente anomali”.

Rimane decisamente triste la performance del titolo TIM nel corso degli ultimi mesi e degli ultimi anni.

Le azioni hanno perso nell’ultima settimana il 23,77%, arretrando nell’ultimo mese del 18,73%. Dall’inizio dell’anno, il trend è di una flessione del 26,41%, mentre su base annua il ribasso è pari a -30,83%.

Negli ultimi tre anni, le azioni sono scivolate del 45,82%.

Crollo in Borsa con ansia debito. Che scende meno di quanto sperato

Il punto è che gli investitori hanno bocciato il titolo a Piazza Affari, così spiegano gli analisti, proprio per quel particolare che invece il ceo sembra aver vantato: il livello del leverage, ovvero il livello del debito.

La speranza e le stesse aspettative erano infatti per un outlook sulla riduzione del debito di TIM più significativa, rispetto a quanto la società sta stimando.

La questione del debito che scotta è stata affrontata in particolare dagli analisti di Equita SIM che, nella nota a commento dei mercati di oggi, hanno fatto notare che TIM prevede che il debito passi dal valore di 20,3 miliardi registrato alla fine del 2023 (pari a 6,1 miliardi pro-forma se si considera la cessione della rete fissa, dunque di NetCo), a quota 7,6 miliardi alla fine del 2024 E’ questo quando emerge dall’outlook inciso nel piano “Free to Run”.

Il punto è che si tratta, ha fatto notare Equita SIM, di un valore superiore “rispetto ai 6,6 miliardi da noi attesi”.

Equita definisce inoltre “modesta” la riduzione del debito di TIM nel corso del 2025.

Nel 2026 il deleverage, ovvero la riduzione del debito di TIM, è considerata invece dalla SIM milanese “più importante (0.5/0.6 miliardi) grazie ai 2.2 miliardi di EBITDA-CAPEX impiegato in 1.0/1.1 miliardi di NWC, tasse e oneri finanziari (0.7bn atteso, causa oneri finanziari), 0.25 di NWC (capitale circolante netto CCN o Net Working Capital, NWC) straordinario e 0.28 di dividendi del Brasile. Questo corrisponde a c900mn di FCF pre dividendi contro 1.1bn atteso.

Ciò detto, il nodo del debito rimane, per Equita a causa soprattutto di un “elemento negativo di gran lunga prevalente”:

quello relativo agli “oneri finanziari che rimangono alti a piano anche nel 2026 (stimiamo 700 milioni, rispetto ai 400 milioni attesi), per la complessità di ottimizzare la nuova struttura di capitale (e pensiamo per una certa prudenza)”.

Ancora, aggiunge la SIM, da un punto di vista valutativo, il forte sell off di ieri, “a fronte di una Tim Brazil in rialzo e vicina ai massimi, ha portato il valore della domestic ServCo in negativo per 5 cents o un implicito 3.3x”.

In questo contesto, Equita comunica di avere ridotto “il target multiple su domestic ServCo da 5.5x a 4.5x per riflettere la minor generazione di cassa del business domestico rispetto alle attese con una riduzione del target a 35c da 40c”.

Allo stesso tempo, “per quanto la generazione di cassa al 2026 sia minore delle attese, la nuova struttura di capitale del gruppo è molto più solida del passato (2x d/ebitda 2024, in riduzione a 1.6x 2026)”.

TIM: il Capital Market Day e il nuovo piano Free To Run

Il Capital Market Day (CMD) di TIM si è aperto ieri, giovedì 7 marzo, all’indomani della presentazione del nuovo piano di TIM, “Free to Run” per l’appunto, avvenuta mercoledì 6 marzo, nel corso della riunione del cda.

Dal meeting del consiglio di amministrazione di TIM sono emerse altre novità, tra cui la decisione del gruppo di convocare l’assemblea degli azionisti in unica convocazione il prossimo 23 aprile e l’ok del consiglio a una propria lista di candidati per il rinnovo del board che, oltre a confermare Pietro Labriola alla carica vigente di amministratore delegato, propone come candidata alla presidenza Alberta Figari.

Diffusi – in vista del TIM Capital Market Day 2024 – anche i risultati economico finanziari, che hanno confermato i dati Preconsuntivi dell’esercizio 2023 resi noti il 14 febbraio.

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Dai conti, è emersa una perdita di 1,441 miliardi sofferta da TIM nell’esercizio del 2023, sulla scia di oneri netti non ricorrenti per 680 milioni di euro.

La perdita di bilancio si è comunque dimezzata rispetto al rosso di bilancio di 2,925 miliardi archiviato nel 2022.

In occasione del Capital Market Day è stato ovviamente affrontato il tema dei dividendi di TIM:

E’ troppo presto per discutere dei dividendi ma quest’anno o l’anno prossimo dovremo affrontare questa discussione”, ha dichiarato il direttore finanziario del gruppo, Adrian Calaza, presentando il piano Free to Run.

C’è spazio per poterne parlare e capire quella che sarà la remunerazione degli azionisti. Dobbiamo finalizzare e capire che cosa succede nel 2024 ma questa sarà la discussione che faremo quando presenteremo il piano 2025-27″.

Calaza ha parlato anche del dossier relativo alla cessione della rete fissa di TIM (NetCo) al fondo KKR, aggiungendo che il closing dovrebbe avvenire durante l’estate “tra giugno e agosto”.

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TIM, con nuovo piano ceo Labriola presenta target crescita ricavi e EBITDA

Massima attenzione al nuovo piano industriale di TIM “Free To Run” post vendita della rete fissa, presentato ieri dal ceo del gruppo Pietro Labriola.

Nel nuovo piano, battezzato Free to Run, sono incisi i seguenti target finanziari sugli utili e sui ricavi del gruppo e, nello specifico, di TIM Domestic:

  • I ricavi di Gruppo sono attesi in crescita del 3% medio annuo nell’arco di piano (CAGR 2023-2026), rispetto ai 14,4 miliardi di euro pro-forma del 2023; per TIM Domestic l’outlook è di un aumento dei ricavi del 2% medio annuo nel corso del triennio, rispetto ai 10 miliardi di euro pro-forma del 2023.
  • Per il 2024 nello specifico, i ricavi di Gruppo sono attesi in crescita del 3-4% e del 2-3% per TIM Domestic.
  • L’EBITDA organico After Lease di Gruppo è atteso in crescita dell’8% medio annuo nell’arco del piano (CAGR 2023-2026) rispetto ai 3,5 miliardi di euro pro-forma del 2023. Per TIM Domestic l’EBITDA organico After Lease è stimato in rialzo del 9-10% medio annuo nel corso del triennio, contro gli 1,9 miliardi di euro pro-forma del 2023.
  • Per il 2024 l’EBITDA organico After Lease di Gruppo è stimato in crescita dell’8-9% e del 9-10% per TIM Domestic.
  • L’EBITDA organico After Lease–Capex di Gruppo è previsto in aumento rispetto agli 1,3 miliardi di euro pro-forma del 2023 a circa 2,2 miliardi di euro nel 2026; per TIM Domestic la stessa voce di bilancio è stimata in crescita a circa 1,1 miliardi di euro, rispetto agli 0,6 miliardi di euro pro-forma del 2023.
  • Per il 2024 prevista una crescita del 15-17% a livello di Gruppo e dell’11-12% per TIM Domestic.
  • Il piano Free to Run di TIM punta infine a una riduzione dell’indebitamento di Gruppo, con un rapporto Debito/EBITDA After Lease in calo a 1,6-1,74 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023. A tal proposito TIM, precisa che il rapporto di cui sopra esclude la remunerazione per gli azionisti e che è stato calcolato come il rapporto fra il Debito Netto After Lease di Gruppo sottratto il deleverage atteso dalla vendita di NetCo, pari a 14,2 miliardi di euro senza considerare potenziali aggiustamenti di prezzo ed earnouts, e l’EBITDA Organico Adjusted After Lease di Gruppo sottratto l’EBITDA After Lease di NetCo.

La vendita della rete fissa – si legge nel comunicato del gruppo – permetterà a TIM di muoversi sul mercato con minori vincoli finanziari e regolatori e con un focus maggiore sulle componenti industriali”.

Ancora, “il nuovo Piano, che segue il percorso di trasformazione avviato nel precedente biennio, individua le linee di sviluppo per TIM nel 2024-2026″.

Il gruppo guidato dal ceo Labriola ha precisato che, ” nonostante un contesto macroeconomico fortemente incerto, si prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale”.

Va messo in evidenza, come emerge da una nota di Equita, che i numeri del piano industriale includono Sparkle e non assumono dividendi.

Dai target finanziari, emerge in generale che, a fronte di un trend dei ricavi considerato molto allineato alle attese, le stime sull’Ebitda che sono state previste dal gruppo sono “nettamente migliori delle attese come punto di partenza 2023 e come CAGR, e front-loaded”.

TIM prevede di fatto un aumento di questa voce di bilancio, nel 2023, al valore di € 3,5 miliardi, meglio dei € 3,3 miliardi stimati, con una crescita che per il 2024 è stimata tra l’8% e il 9%, contro il +4% previsto.

“In valore assoluto – ha sottolineato Equita – la guidance punta a € 3,8 miliardi di EBITDA aL 2024 (rispetto ai € 3,6 miliardi stimati), di cui € 2,1 miliardi domestico (rispetto agli € 1,9 miliardi stimati)”.

Si attende inoltre “un risultato di € 4,42 miliardi nel 2026 (meglio dei 4,2 miliardi attesi) di cui € 2.45 miliardi domestico (contro i € 2,2 miliardi previsti)”.

Il punto è che, guardando alla guidance di TIM, a essere superiore alle attese è però per l’appunto anche il leverage, previsto nel 2026 a 1.6/1.7 volte, livello superiore, fa notare Equita, rispetto agli 1.3x stimati. E sembra essere stato soprattutto il fattore debito ad essere stato bocciato dai mercati, provocando la caduta shock del titolo a Piazza Affari.