Notizie Notizie Mondo Tesla chiude anno peggiore di sempre. Ma da Ipo rally da capogiro

Tesla chiude anno peggiore di sempre. Ma da Ipo rally da capogiro

27 Dicembre 2022 11:11

Il titolo Tesla si avvia a concludere l’anno peggiore di sempre, scontando in apparenza un ceo, Elon Musk, sempre più distratto dal nuovo giocattolo Twitter. Le quotazioni del colosso delle auto elettriche fondato e gestito da Musk si apprestano a terminare il 2022 con un calo pari a -62%.

A fronte dello stesso Elon Musk che ha appena chiesto con un sondaggio su Twitter se valga la pena continuare a occuparsi più di social che di auto, vale la pena ripercorrere un po’ la storia di questo titolo.

Intanto, quanto ha fatto il titolo TSLA dal momento del suo debutto a Wall Street fino a oggi?

In Borsa i numeri sono più importanti delle chiacchiere.

Tesla è approdata in Borsa nel giugno del 2010, al prezzo di collocamento di 17 dollari per azione.

Quel prezzo prometteva bene, visto che era decisamente superiore al range indicato in precedenza, compreso tra $14 e $16, a conferma dell‘entusiasmo iniziale degli investitori per una società che avrebbe rivoluzionato il comparto mondiale delle auto.

Da allora, il titolo è balzato a valori talmente alti da costringere i vertici ad optare per due stock split,  al fine di rendere le azioni più accessibili agli investitori retail.

Tesla: rally spettacolare da Ipo 2010

Il primo split azionario di Tesla è avvenuto nell’agosto del 2020 per un rapporto di 5 a 1. Il secondo, di 3 per 1, è stato lanciato nell’agosto di quest’anno .

Non si può prescindere da questi eventi per capire il trend di Tesla:

si può dire che, effettuando i calcoli necessari che tengano conto di questi due split azionari, il prezzo dell’Ipo di Tesla, pari a 17 dollari, dovrebbe essere rivisto al ribasso a $1,13.

Questo significa che chi avesse acquistato l’azione più di 10 anni fa, avrebbe incassato un guadagno di ben +13.255% fino al 21 dicembre scorso, quando il titolo si aggirava attorno a quota $150 (i recenti violenti ribassi lo hanno portato a capitolare fino a $123).

In termini di dollari, chi avesse puntato 10.000 dollari su Tesla nel giugno del 2010 deterrebbe ora una partecipazione valutata oltre $1,32 milioni.

Il che significa ancora, che il titolo TSLA è cresciuto a un tasso annuo composto pari a +48%, quasi cinque volte superiore al ritorno generato dall’indice azionario benchmark di Wall Street, ovvero dallo S&P 500.

TSLA: ma la colpa è davvero della saga Musk-Twitter?

Ma poi, siamo sicuri che la colpa del tonfo di Tesla di quest’anno sia da addebitare all’affare Twitter?

Non tutti ne sono convinti, come riporta un articolo della CNN, dal titolo seguente: “Elon Musk’s Twitter obsession isn’t the core reason for Tesla stock’s plunge”. Ovvero: “L’ossessione di Elon Musk per Twitter non è la ragione principale del crollo del titolo Tesla”.

Il motivo è nel trend del business del gigante, ovvero nel trend del fatturato e degli utili di Tesla il cui outlook, temomo investitori e strategist, potrebbe peggiorare.

Un segnale del calo della domanda per le auto Tesla è rappresentato dal fatto che la società ha offerto due sconti a chi acquista alcuni veicoli prima della fine dell’anno. E il punto è che questo sconto è anche raddoppiato, visto che, inizialmente pari a $3.750 all’inizio di dicembre, giovedì scorso è balzato a $7.500.

E’ chiaro che Tesla stia iniziando ad assistere alla formazione di crepe nella domanda in Cina e negli Stati Uniti, in un momento in cui la competizione nel settore EV sta aumentando”. ha commentato Dan Ives, analista della divisione tech di Wedbush Securities, noto per essere storicamente bullish su Tesla,  che venerdì scorso ha annunciato di aver tagliato il target sul titolo da 250 a 175 dollari.

Ovviamente, il diretto interessato Elon Musk dà un’altra interpretazione al calo del titolo del suo gioiello: tanto, a suo avviso la colpa non è di Twitter.

Ma per l’ex enfant prodige del settore globale dell’auto, la colpa non è neanche di qualcosa che abbia a che fare con i fondamentali della sua Tesla. Semmai l’imputato è la Fed di Jerome Powell che, secondo il tycoon, nella sua lotta contro l’inflazione sta esagerando ad alzare i tassi sui fed funds.

Continuo a dire che la Fed è folle, dal momento che i dati che sto monitorando indicano che siamo già in deflazione“, ha scritto Musk su Twitter giorni fa.

Qualcuno fa però notare che i numeri raccontano un’altra storia.

Il valore del titolo Tesla è diminuito del 59% dall’annuncio dei piani di Musk di acquistare Twitter, aprile 2022. Rispetto a quel periodo Ford ha perso il 26%, mentre GM il 12% e lo S&P 500 ha registrato un calo del 14%.

Vale la pena ricordare, inoltre,  che Musk ha venduto miliardi di dollari di azioni Tesla per finanziare l’accordo su Twitter, inclusa una vendita da 3,6 miliardi di dollari all’inizio di questo mese, fattore che ha portato molti a vedere in Tesla una sorta di bancomat per finanziare Twitter.

Quale sia il vero motivo del tonfo di Tesla, il punto è che mai come nel 2022 le quotazioni del colosso dell’auto hanno sofferto una flessione di tale portata.

E tra i biggest losers compare anche l’azionista BlackRock.