Tassi Fed, ultimo atto Powell 2024. Ecco il grafico (a punti) da non perdere
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Dopo la Banca centrale europea (Bce) della scorsa settimana ora la palla passa alla Federal Reserve (Fed) per l’ultima riunione del 2024. L’ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, inizierà domani martedì 17 dicembre e si concluderà mercoledì 18 dicembre, con l’annuncio sui tassi che dovrebbero essere taglia di 25 punti base.
Ma il mercato, gli analisti e gli strategist invitano a osservare con maggiore attenzione alcuni elementi: ovvero la conferenza governatore Jerome Powell e i dot plot che vengono pubblicati trimestralmente.
Cosa succeder nella prossima riunione e quali sono le attese per il 2025?
Inflazione e lavoro, gli ultimi dati per la Fed
La Fed si è sempre professata “data dependent”, quindi vale la pena cominciare dall’analisi dei dati. Tra gli ultimi dati di rilievo finiti sotto la lente della Fed è stato quello relativo all’inflazione, pubblicato la scorsa settimana. Nel mese di novembre l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato una crescita dello 0,3% su base mensile, in linea con le attese, dopo il +0,2% del mese precedente. Su base annua, l’inflazione headline ha accelerato al 2,7% dal 2,6% di ottobre. Il Cpi core, al netto delle componenti più volatili quali prezzi alimentari ed energetici, ha registrato un incremento congiunturale dello 0,3% e una variazione tendenziale del 3,3%, perfettamente coerente con le previsioni degli analisti e con la lettura di ottobre.
A inizio mese, come di consueto, il mercato si era soffermato, invece, sul mercato occupazionale americano. Dopo i deboli dati di ottobre impattati da alcuni fattori occasionali quali “uragani e scioperi”, a novembre l’economia statunitense ha creato 227mila nuovi posti di lavoro, con la disoccupazione è salita al 4,2%. Resta elevata la crescita annua dei salari medi orari, al 4,0%.
Tassi Fed verso un nuovo taglio e poi?
I mercati sono pronti a un nuovo taglio dei tassi da parte della Fed, pronta a ridurre il costo del denaro di 25 punti base (con i tassi attesi nel range al 4,25-4,50%), una mossa ampiamente scontata con una probabilità ormai superiore al 97%. Da settembre in poi la banca centrale Usa ha tagliato (nel complesso) i tassi di 75 punti base nelle ultime due riunioni del Fomc, ovvero il braccio operativo della Fed. Se a livello di tassi non ci dovrebbero essere sorprese, attenzione alle prospettive con la Fed che potrebbe segnalare una maggiore cautela con un “percorso futuro più lento e meno profondo”.
Una view messa in evidenza anche in un recente report di Goldman Sachs. “Dopo la riunione di novembre, diversi membri del Fomc hanno ipotizzato che potrebbe essere giunto il momento di rallentare il ritmo dei tagli dei tassi, facendo eco al commento del presidente Powell, secondo il quale il Fomc ‘può permettersi di essere un po’ più cauto’ nello spostare la politica verso un assetto più neutrale, data l’attuale forza dell’economia”, ricordano gli esperti.
“Gli elementi di maggiore interesse però dovrebbero giungere dalla conferenza stampa di Powell e dalla pubblicazione delle proiezioni dei singoli membri sulle future attese sui tassi (c.d. nuvola dei dots). Il Governatore potrebbe segnalare che dopo questo taglio è molto probabile una pausa, così come i dots potrebbero orientarsi vs due, massimo tre tagli da 25pb il prossimo anno, contro i quattro previsti nelle precedenti stime pubblicate a settembre”, suggeriscono gli strategist di Mps Capital Services.
Attenzione “alla nuvola o grafico a punti dot plot”. Ma di cosa si tratta? E’ un grafico che riassume le stime degli esponenti del Fomc e serve per intercettare la traiettoria futura dei tassi. Di fatto, si tratta di grafico formato da tanti punti quanti sono i membri del Fomc. Informazioni che vengono aggiornate e pubblicate dalla Fed 4 volte l’anno: a marzo, giugno, settembre e dicembre
Tre tagli da 25 punti base nel 2025, la view di ING
“Fino a qualche tempo fa, il mercato era abbastanza diviso sulla possibilità di un taglio dei tassi a dicembre. I dati sull’inflazione non hanno fatto progressi reali verso l’obiettivo del 2%, ma ci sono state notizie migliori delle attese sulla misura preferita dalla Fed, il deflatore Pce core”, sottolineano gli economisti di ING ricordando che “il doppio mandato della Fed significa che deve prestare molta attenzione a ciò che sta accadendo nel mercato del lavoro. Chiari segnali di raffreddamento della crescita delle buste paga, l’occupazione a tempo pieno in calo e la disoccupazione in aumento giustificano l’avvicinamento della politica della Fed alla neutralità”.
Il mercato si concentrerà anche su ciò che la Federal Reserve ha da dire sul 2025. ING ha rivisto, come mostra la tabella, le previsioni economiche e in termini di tassi rispetto quanto previsto a settembre. “Crescita e inflazione sono destinate a essere riviste leggermente al rialzo per la fine del 2024, mentre la disoccupazione sarà rivista al ribasso, ma non ci aspettiamo revisioni drastiche rispetto alle loro previsioni per il 2025 – suggeriscono gli esperti della banca olandese -. Entro la riunione del Fomc di marzo, la Fed avrà un’idea più chiara della questione tariffe, tasse e spesa del presidente Trump e pertanto ci aspettiamo che lascino le principali revisioni delle previsioni fino ad allora. Tuttavia, il rischio di una crescita leggermente più forte a breve termine con la minaccia di un’inflazione più elevata sostengono le nostre attese di solo tre tagli dei tassi nel 2025. In precedenza, ne avevano suggeriti quattro”. Da ING si attendono ora tagli di 25 punti base a trimestre nel 2025, con un tasso terminale di circa il 3,75% nel terzo trimestre.