Tassi Bce: debole crescita assist per nuovo taglio. Da salari a inflazione, tutti i dati chiave in vista di settembre
Sui mercati è ufficialmente partito il countdown per le prossime riunioni della Banca centrale europea (Bce) e della Federal Reserve (Fed). A meno di una settimana di distanza si susseguiranno gli annunci di politica monetaria dei due istituti centrali: prima quello guidato da Lagarde, con il consiglio direttivo che si riunirà il prossimo 12 settembre; poi quello guidato da Jerome Powell, con la due giorni di riunioni del Fomc (Braccio operativo della Fed) che culmina il 18 settembre con le decisioni sui tassi.
Su entrambi i fronti c’è una certa incertezza sulle prospettive dei tassi ma la mossa/taglio di settembre sembrerebbe ormai sul tavolo di entrambi. Negli Stati Uniti si tratterebbe del primo taglio dei tassi per la Fed, ormai scontato per i mercati (incertezza sull’entità del taglio), mentre in Europa si stanno consolidando sempre più le aspettative che arrivi il secondo taglio dei tassi a settembre (il primo era stato annunciato a giugno, con una pausa a luglio).
Lato Fed si è aperta l’importante settimana del simposio di Jackson Hole che culmina venerdì 23 con il discorso atteso del governatore Powell che potrebbe proprio preparare il terreno per il taglio di settembre. E anche lato Bce si profila una settimana densa di spunti, tra tutti il dato sulla crescita dei salari ma anche la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione. Non solo, nelle ultime ore sono arrivate anche le parole di Olli Rehn, membro del consiglio direttivo della Bce e governatore della banca centrale finlandese, secondo il quale la debolezza dell’economia della zona euro potrebbe spingere la Bce a tagliare nuovamente i tassi.
Le parole di Rehn su crescita (debole), inflazione e tassi
La Bce è stato uno dei primi istituti centrali ad annunciare il primo taglio dei tassi nel mese di giugno. Poi, ha preferito prendersi una pausa nel meeting di settembre per avere più dati macro sul tavolo per prendere una nuova decisione. Secondo un recente sondaggio pubblicato da Reuters (economisti intervistati tra l’8 e il 13 agosto), l’80% degli interpellati si attende altri due sforbiciate al costo del denaro nel 2024, con un’azione nel mese di settembre e una a dicembre. Portando così a tre i tagli complessivi del 2024.
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E dopo qualche settimana di stop per la pausa estiva, ecco che dal consiglio direttivo Bce arrivano i primi commenti a meno di un mese dall’attesa riunione del 12 settembre. Come quello dell’ex commissario Ue Olli Rehn che ha rimarcato come i crescenti rischi per le prospettive di crescita dell’Europa hanno rafforzato la necessità di un aggiustamento della politica.
“A mio avviso, il recente aumento dei rischi di crescita negativa nell’area euro hanno rafforzato la necessità di un taglio dei tassi alla prossima riunione di politica monetaria della Bce a settembre, a condizione che la disinflazione sia effettivamente sulla buona strada”, ha affermato ieri il numero uno della banca centrale finlandese in occasione di un evento a New York.
Rehn ha ribadito che il percorso dell’inflazione verso l’obiettivo a medio termine del 2% della Bce potrebbe essere ancora “accidentato” quest’anno, ma che la banca ha compiuto notevoli progressi dal picco del 10,6% raggiunto nell’ottobre 2022. Intanto, proprio oggi è arrivato il dato finale dell’inflazione di luglio della zona euro che conferma la crescita annua al ritmo del 2,6% e del 2,9% su base core.
C’è poi la questione crescita da valutare con attenzione. “Nel frattempo, le cattive notizie riguardano le prospettive di crescita: non ci sono chiari segnali di una ripresa nel settore manifatturiero, anche se i costi energetici che sono stati i fattori trainanti della debole performance sembrano essere in gran parte svaniti”, ha affermato Rehn.
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Nel prossimo meeting di settembre della Bce, verranno anche pubblicate le nuove proiezioni trimestrali per i prezzi al consumo e la crescita economica. Indicazioni che saranno determinanti per le decisioni che verranno prese dal consiglio direttivo.
Da qui al 12 settembre sul tavolo di Lagarde & Co finiranno una serie di dati chiave, come quello sulla crescita dei salari del secondo trimestre in arrivo giovedì 22 agosto e la pubblicazione degli ultimi verbali della riunione di luglio della Bce. L’agenda di giovedì vede in primo piano anche la lettura preliminare di agosto degli indici Pmi servizi e manifatturiero della zona euro (dato finale il 4 settembre). Il giorno successivo, il 23 agosto, la Bce pubblica le aspettative d’inflazione a un anno e tre anni.
Guardando al calendario delle prossime settimane, da cerchiare in rosso la lettura preliminare di agosto dell’inflazione della zona euro in uscita il 30 agosto. Il 5 settembre test per i consumi della zona euro, con la lettura delle vendite al dettaglio.
I discorsi in programma
Con le dichiarazioni di ieri di Olli Rehn si è rimessa in moto la macchina degli interventi della Bce dopo la pausa estiva. Questa settimana in agenda il discorso di Philip Lane, capoeconomista della Bce, a Jackson Hole. La settimana successiva, quella che va dal 26 al 30 agosto, da seguire i discorsi di Klaas Knot e Joachim Nagel (27 agosto), quelli di Lane, Nagel e Isabel Schnabel (29-30 agosto).