Notizie Notizie Mondo Tassi Bce, ancora due tagli nel 2024? Giovedì arriva una delle variabili più seguite da Lagarde & Co.

Tassi Bce, ancora due tagli nel 2024? Giovedì arriva una delle variabili più seguite da Lagarde & Co.

16 Agosto 2024 13:34

Sui mercati finanziari è tornato il sereno questa settimana. Una ripresa dettata soprattutto dai buoni dati macro che sono arrivati nel corso dell’ottava dagli Stati Uniti (come il Ppi, l’inflazione, i sussidi e le vendite al dettaglio) che segnalano come i timori di recessione degli Stati Uniti si siano allontanati.

Come sottolinea Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, “le azioni statunitensi hanno esteso il loro recente rally giovedì, grazie ai nuovi dati economici che hanno ulteriormente attenuato le preoccupazioni sul rischio di recessione degli Stati Uniti e che, nel complesso, hanno raggiunto il giusto equilibrio”. Secondo l’esperto, questo dovrebbe contribuire a dissipare i timori di una recessione incombente o di un’inflazione vischiosa che ostacolerebbe la Federal Reserve nel caso in cui fosse necessario un rapido taglio dei tassi per difendere la crescita.

Ma se questo è lo scenario Oltreoceano, cosa accade in Europa? La settimana, che sta per terminare, non ha fornito spunti macro altrettanto positivi. Basti pensare al crollo dell’indice Zew ad agosto (19,2 punti contro i 34 indicati dal consensus Bloomberg).

Un contesto che resta incerto per la zona euro che si prepara e guarda già ai prossimi test. Tra i più attesi il dato trimestrale relativo alla crescita dei salari in uscita giovedì prossimo, una variabile seguita da vicino dalla Banca centrale europea (Bce).

E nell’attesa della riunione della Bce del 12 settembre, arriva un nuovo sondaggio Reuters con gli economisti che si attendono ancora due tagli dei tassi a settembre e dicembre.

Test salari in agenda giovedì

Arriverà la prossima settimana, e più precisamente il 22 agosto uno dei dati clou della zona euro. La Banca centrale europea pubblicherà l’indicatore relativo all’andamento dei salari nell’Eurozona nel secondo trimestre. “La forte crescita dei salari rappresenta una variabile importante per le future decisioni di politica monetaria della Bce”, sottolineano gli strategist di Mps Capital Services.

L’elevata inflazione dei servizi nell’area dell’euro ha mantenuto la Bce sempre vigile e concentrata sulla crescita salariale. Presentando gli ultimi numeri sull’inflazione per il mese di luglio, che ha mostrato una leggera accelerazione al 2,6% rispetto alle attese di un dato invariato al 2,5%, l’inflazione da servizi non ha subito scossoni ma resta elevata. Prima della riunione del 12 settembre della Bce, arriverà anche la lettura preliminare di agosto dell’inflazione: il dato è atteso per il prossimo 30 agosto.

Ma tornando al fattore salari, l’ultima pubblicazione relativa al rapporto sull’andamento dei salari nella zona euro era arrivato a fine maggio, a ridosso del meeting di giugno in cui l’Eurotower ha annunciato il primo taglio dei tassi. Stando ai dati diffusi dalla Bce, nel primo trimestre i salari negoziati sono tornati a salire nel primo trimestre al ritmo annuo del 4,7%rispetto al 4,5% dell’ultimo trimestre dello scorso anno. .

L’ECB wage tracker, strumento importante utilizzato per monitorare l’andamento dei salari nell’area dell’euro, “segnala che le pressioni salariali complessive si sono attenuate rispetto al 2023. Anche se la Bce avverte nel rapporto “Tracking euro area wages in exceptional times” che la crescita salariale potrebbe rimanese elevata nel 2024.

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Focus salari Italia

In attesa del dato sulla crescita dei salari, nelle scorse settimana l’Istat ha pubblicato i dati per il secondo trimestre per l’Italia “che mostrano – come mette in evidenza un articolo di Bloomberg – segnali continui di pressioni salariali al rialzo”. I salari negoziati nel settore privato sono saliti al 4,1% anno su anno dal precedente 3,3%. ”

Anche nel secondo trimestre del 2024, similmente ai due trimestri precedenti, nel settore privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è più elevata di quella dell’inflazione. L’incremento retributivo più sostenuto si registra per il comparto industriale – per effetto degli incrementi erogati nei principali comparti della manifattura – ma è marcato anche nei servizi, essendo trainato dagli incrementi economici fissati dai rinnovi nel settore del credito e assicurazioni e in quello del commercio. Questa fase di recupero delle retribuzioni rispetto all’inflazione dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, alla luce della chiusura di ulteriori rinnovi nel settore dei servizi, spiega l’Istat commentando i dati.

“Questi numeri, spiegano ancora da Bloomberg, potrebbero destare qualche timore, ma solo a prima vista. Non pensiamo che i funzionari della Bce dovrebbero mostrare particolare preoccupazione per la pressione salariale in Italia. Con livelli elevati di inflazione che hanno eroso gravemente il potere d’acquisto negli ultimi anni, i salari stanno solo recuperando terreno sulla scia dei differenti accordi collettivi raggiunti nel corso del 2024”.

Tassi Bce: le attese

Tra meno di un mese la Bce tornerà a riunirsi a Francoforte in un meeting molto atteso dai mercati. E dopo il primo taglio annunciato a inizio giugno e la pausa di luglio, i mercati si attendono, infatti, un nuovo taglio del costo del denaro a settembre.

La Bce potrebbe tagliare i tassi ancora in due occasioni nel corso del 2024. Questo almeno è quello che emerge da un recente sondaggio di Reuters, che sarebbe in controtendenza rispetto alle riduzioni attualmente previste dai mercati che stanno valutando anche quattro tagli. Oltre l’80% degli economisti interpellati (66 su 81), in un sondaggio Reuters condotto dall’8-13 agosto, prevede che il consiglio direttivo della Bce effettuati altri due tagli dei tassi di 25 punti base quest’anno, a settembre e dicembre, portando il tasso sui depositi al 3,25%.

“Gli ultimi sviluppi, in particolare sul fronte dell’inflazione, sono relativamente hawkish”, ha affermato Fabio Balboni, economista europeo senior di HSBC. “Non pensiamo che la Bce sentirà necessariamente l’urgenza di accelerare i tagli”.

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