Notizie Notizie Mondo Powell: “Più dati per accertare discesa inflazione”. Fed verso taglio tassi a settembre

Powell: “Più dati per accertare discesa inflazione”. Fed verso taglio tassi a settembre

9 Luglio 2024 17:08

Nel discorso preparato per l’audizione odierna al Senato Usa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha fatto il punto su inflazione, tassi di interesse e mercato del lavoro. Ecco i passaggi chiave di questa prima parte della sua testimonianza al Congresso, che proseguirà domani con un altro intervento, stavolta alla Camera.

Powell: “Servono più dati positivi per convincerci che inflazione tornerà al 2%”

Secondo Jerome Powell, i recenti dati macro indicano “ulteriori modesti progressi” sul fronte dei prezzi, ma saranno necessari “più dati positivi” per rafforzare la fiducia della Fed sul fatto che l’inflazione stia tornando stabilmente verso l’obiettivo del 2%, il target fissato dai responsabili di politica monetaria.

Il chairman ha ribadito che tagliare i tassi di interesse troppo presto o in misura eccessiva potrebbe bloccare o invertire l’andamento discendente dell’inflazione.

Al tempo stesso, il presidente ha sottolineato come “l’inflazione elevata non sia l’unico rischio che affrontiamo.” Un allentamento tardivo o poco significativo della politica monetaria potrebbe infatti “indebolire indebitamente l’attività economica e l’occupazione”.

Le parole i Powell rimarcano dunque il complesso compito della Fed, chiamata a raffreddare la crescita dei prezzi dopo l’impennata post-pandemia, senza gravare eccessivamente sull’economia a stelle e strisce e in particolare sull’occupazione.

Segnali di riequilibrio nel mercato del lavoro Usa

Per il momento, il mercato del lavoro ha dimostrato una grande resilienza rispetto al livello restrittivo dei tassi di interesse, che si trovano ormai da quasi un anno sui massimi dal 2001, nel range 5,25-5,50%.

Gli ultimi dati hanno mostrato però un lieve aumento del tasso di disoccupazione, insieme a segnali positivi sul fronte della crescita salariale, alimentando le pressioni per un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.

Numerosi economisti ravvisano un rallentamento nel mercato del lavoro, che potrebbe peggiorare. Il numero di persone in cerca di occupazione da almeno 15 settimane è aumentato a giugno al livello più alto dall’inizio del 2022.

Powell ha definito il mercato del lavoro “forte, ma non surriscaldato”, aggiungendo che la posizione restrittiva della banca centrale sta agendo per riportare domanda e offerta in una situazione più equilibrata.

Taglio tassi Fed, prende quota ipotesi settembre

Alla luce delle parole odierne di Powell, è improbabile che la prima riduzione possa arrivare già alla fine di questo mese, nel meeting del 30-31 luglio.

Attualmente, i trader scontano una probabilità di poco inferiore all’80% che la Fed tagli i tassi per la prima volta a settembre (meno di due mesi prima delle elezioni americane). Entro fine anno è prevista un’altra riduzione dei costi di finanziamento, verosimilmente a dicembre, per un allentamento complessivo di 50 punti base da qui a fine 2024.

I listini azionari sono rimasti in territorio positivo dopo la diffusione dell’intervento di Powell, con l’S&P 500 e il Nasdaq sulla buona strada per aggiornare nuovamente i record, dopo aver toccato i massimi storici nella seduta precedente. Si tratta rispettivamente della quarta e quinta chiusura consecutiva da record per i due indici.

I rendimenti dei Treasury sono in lieve rialzo rispetto a ieri su tutte le scadenze. In particolare, il titolo di Stato decennale viaggia in area 4,3% mentre il biennale è al 4,64%.

Poco mosso il cambio euro/dollaro in area 1,0815.

Wall Street
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Occhi ancora su Powell, poi inflazione Usa

Nei prossimi giorni, i riflettori saranno puntati sulla seconda testimonianza di Powell (domani) e sui dati relativi ai prezzi al consumo, in uscita giovedì.

L’indice Cpi è previsto in rallentamento dal 3,3% al 3,1% su base annua, mentre il dato core è atteso stabile al 3,4%.

Focus anche sulle richieste di sussidi di disoccupazione, con il dato sugli indennizzi continuativi in rialzo da nove settimane consecutive, un segnale di difficoltà nel trovare lavoro. Sebbene la disoccupazione rimanga bassa, al 4,1%, è aumentata in ciascuno degli ultimi tre mesi.

Infine, si ricorda che a maggio il core Pce, la misura dell’inflazione preferita dalla Fed, si è attestato al 2,6% annuo (in frenata dal 2,8% precedente), rispetto al 7,1% di giugno 2022, a sottolineare i progressi (seppur lenti e discontinui) della Fed sul fronte dei prezzi, che lasciano ben sperare per un prossimo taglio dei tassi.