Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce, quanti altri tagli dei tassi? Sale l’allarme delle colombe

Bce, quanti altri tagli dei tassi? Sale l’allarme delle colombe

15 Ottobre 2024 14:49

La prossima riunione delle Bce è ormai alle porte e si intensifica il dibattito sulle mosse future dell’istituto di Francoforte. Giovedì, secondo l’opinione più diffusa, Christine Lagarde e gli altri funzionari del Consiglio direttivo dovrebbero decretare un taglio del tasso sui depositi di 25 punti base, ma l’attenzione degli operatori è già rivolta all’ultimo incontro del 2024 e ai successivi appuntamenti del 2025. Secondo alcuni, la crescita debole e lo spettro della deflazione sono problemi che la Bce non può sottovalutare e che vanno affrontati con una riduzione più rapida del costo del denaro.

Bce verso taglio tassi da 25 bp

Se un mese fa l’ipotesi di un taglio dei tassi il 17 ottobre era vista dai mercati soltanto come una possibilità, ora non sembra esserci alcun dubbio, almeno per i mercati. Secondo la maggior parte degli analisti, questa settimana la Bce procederà con la terza riduzione dei costi di finanziamento, dopo i tagli di 25 bp di giugno e settembre, portando il tasso chiave sui depositi al 3,25% dall’attuale 3,5%.

Il cambio di rotta è stato determinato da un quadro macroeconomico in deterioramento, che ha sostanzialmente convinto Christine Lagarde e gli altri responsabili ad accelerare la normalizzazione della politica monetaria, intervenendo anche in una riunione in cui non verranno aggiornate le proiezioni su inflazione e crescita. D’altro canto, alcuni esponenti della Bce, come Peter Kazimir e Pierre Wunsch, continuano a mostrarsi critici riguardo a un taglio dei tassi.

Tassi ancora restrittivi, altra riduzione a dicembre?

Per Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, il 3,25% rappresenterebbe “un livello ancora restrittivo”, alla luce del quale “qualsiasi shock al rialzo sull’inflazione potrebbe essere affrontato con un ritmo più lento di riduzione dei tassi in futuro, mentre il taglio dei tassi offrirebbe una protezione aggiuntiva contro i rischi al ribasso.”

Verosimilmente, l’istituto confermerà l’approccio guidato dai dati e sposterà la discussione sul tasso neutrale di politica monetaria al 2025. Secondo Veit, le previsioni su un altro taglio di 25 basis point a dicembre sono “ragionevoli”, così come la proiezione di “un tasso terminale di circa il 2% per la seconda metà del prossimo anno”.

Altri analisti non escludono che la Bce possa sorprendere tutti lasciando i tassi invariati a ottobre, ma eventualmente abbassare il costo del denaro di 50 bp a dicembre.

Economia eurozona in declino e scenario macro incerto

Il nuovo taglio dei tassi arriva nell’ambito di un quadro preoccupante per l’economia dell’eurozona. Gli ultimi indicatori hanno segnalato una contrazione dell’attività, determinata soprattutto dal crollo del manifatturiero, ma anche nel settore terziario la situazione appare meno rosea rispetto a qualche mese fa. La Germania è sull’orlo della recessione, mentre Francia e Italia devono fare i conti con le procedure di infrazione dell’Europa sul deficit.

Un parziale sollievo è arrivato oggi dal miglioramento dell’indice Zew tedesco sulle aspettative di business (a 13,1 punti) e dai dati sulla produzione industriale dell’eurozona (+1,8% ad agosto). Questo però non basta per invertire il peggioramento delle prospettive economiche della regione, alle prese con una crescita in stallo, un calo della produttività e minori prestiti alle imprese.

Il tutto, in un contesto internazionale incerto, con l’incognita delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre, le minacce legate ai conflitti in corso e una ripresa cinese ancora tutta da verificare. Per contro, l’inflazione è scesa sotto il target del 2% della Bce a settembre, anche se è prevista una possibile risalita nei prossimi mesi.

Mercati spingono Bce verso altri tagli tassi

Alla luce del deterioramento economico, alcuni ritengono che la Bce debba intervenire rapidamente con diversi tagli dei tassi. Al momento, i trader scontano un’altra riduzione da 25 bp a dicembre, seguita da quattro mosse nel 2025, per un allentamento complessivo di 150 punti base rispetto ad oggi (contando anche il meeting di dopodomani). Questo porterebbe il tasso terminale sui depositi al 2%, un target che potrebbe essere già raggiunto entro luglio del prossimo anno.

Viceversa, se Lagarde e colleghi dovessero concentrarsi maggiormente sui rischi di risalita dell’inflazione, potrebbero decidere di lasciare i tassi su livelli restrittivi più a lungo. Per ING, il mercato potrebbe giudicare questo come un errore di politica monetaria, costringendo la Bce a tagliare maggiormente in una fase successiva.

Nel contempo, secondo Supriya Menon, head of multi-asset strategy EMEA presso Wellington Management, la Fed potrebbe abbassare i tassi meno di quanto prevedono i mercati monetari (circa 6 tagli da 25 bp entro la fine del 2025). In tal caso, il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi e Treasury statunitensi potrebbe ampliarsi dagli attuali 180 bp a oltre 200 bp, soprattutto in caso di vittoria dei Repubblicani alle elezioni del 5 novembre.