Poste, Akros fissa target a 15,5 euro. Radar su Opv ora attesa in primavera
Poste Italiane si avvia a chiudere un anno positivo a Piazza Affari, in compagnia diverse big del Ftse Mib del comparto finanziario. Un 2024 che ha visto il titolo registrare un saldo positivo e a doppia cifra (+34% Ytd).
Un 2024 che non ha, però, visto il processo di privatizzazione, più volte rimandato nel corso dell’anno, concretizzarsi. Dopo l’annuncio a sorpresa del rinvio di ottobre da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), il collocamento dovrebbe prendere forma nella primavera 2025. Almeno è questa la strada che dovrebbe essere percorsa dal Tesoro, dopo lo stop dell’offerta pubblica di vendita, con il collocamento della seconda tranche che sarebbe dovuto partire lo scorso 21 ottobre (prevista la dismissione di un ulteriore 14% nelle mani del Tesoro).
In attesa di sviluppi, gli analisti guardano ai conti del terzo trimestre presentati a inizio novembre. In particolare, in settimana gli esperti di Banca Akros hanno rivisto al rialzo il target price di Poste Italiane (sale 15,50 da 14,10 euro, con rating confermato a buy), indicando che i numeri della trimestrale supportano proprio la revisione del target.
Cosa dicono gli analisti di Akros
I numeri del terzo trimestre supportano una revisione al rialzo del nostro target price su Poste Italiane che sale a 15,5 euro. Lo scrivono gli analisti di Banca Akros in una nota pubblicata a inizio settimana. “I numeri del terzo trimestre sono stati superiori alle stime, aggiungendo visibilità alla guidance per il 2024 (EBIT rettificato pari a circa 2,8 miliardi di euro, utile netto 2 miliardi)”, indicano gli esperti aggiuggendo che “gli obiettivi di Poste Italiane 2024-2028 sono ambiziosi ma realizzabili, anche considerando il track record superato”. In termini di target, Banca Akros ha migliorato le stime sull’utile per azione (Eps) in media del 5% e ha aggiunto che “il possibile collocamento di una quota da parte del Governo italiano (probabilmente nel 2025) dovrebbe avere solo un impatto limitato a breve termine (dato che dovrebbe essere offerta anche agli investitori retail)”.
Nel complesso, Banca Akros ritiene che “i fondamentali del gruppo siano molto solidi, anche grazie ai trend macro e di mercato, alle linee guida del gruppo e alle azioni manageriali previste dal piano, che probabilmente apriranno la strada a un miglioramento costante dell’utile operativo nel lungo termine” e sostengono ancora che “l’attività Parcels, Protection and Payment rappresentano la chiave per realizzare il piano, mentre il comprovato track record del gruppo nella gestione dei costi, probabilmente proteggerà gli obiettivi da scenari sfavorevoli”.
Presentando i conti trimestrali lo scorso 6 novembre, il ceo Matteo Del Fante ha dichiarato: “Come sempre, rimaniamo concentrati sull’obiettivo di raggiungere nuovi risultati, mentre progrediamo nell’esecuzione del piano industriale “Connecting Platform”. Stiamo rafforzando ulteriormente la nostra guidance rivista al rialzo del Risultato operativo (EBIT) Adjusted per l’esercizio 2024 pari a 2,8 miliardi con una guidance dell’utile netto pari a 2 miliardi”.
E ha aggiunto”: “La nostra performance finanziaria solida e sostenibile e la generazione di cassa ci consentono di premiare generosamente i nostri azionisti, mantenendo al contempo una posizione patrimoniale estremamente consistente. Di conseguenza, pagheremo un acconto sul dividendo di 33 centesimi per azione, equivalente a 427 milioni, con un aumento del 39% rispetto allo scorso anno, in linea con la nostra guidance di un utile netto per l’intero 2024 pari a 2 miliardi e con la nuova politica di dividendi basata sul pay-out”.
View analisti resta positiva
Da inizio anno il titolo è salito di circa il 34%. Il consensus degli analisti su Bloomberg indica per Poste Italaine il 75% di giudizi Buy e il 18,8% Hold, mentre solo 1 analista dice Sell (6,63%). In media sempre il consensus raccolto da Bloomberg indica per il gruppo finanziario un prezzo obiettivo a 14,27 euro con potenziale upside del 3,6% circa.
Tema privatizzazione
Intanto il tema privatizzazione, come detto, continua a essere monitorato da vicino. Secondo quanto scritto da “Il Sole 24 Ore” a fine novembre, l’Offerta pubblica di vendita di Poste Italiane sarà lanciata nel 2025, un “percorso obbligato, se si vuole mantenere l’impegno assunto in manovra“. Una prima finestra utile per l’operazione per il ministero dell’Economia è stata indicata da diverse parti nella primavera del 2025, dopo l’approvazione dei conti del primo trimestre e l’aggiornamento del piano industriale del gruppo guidato da Matteo Del Fante.
Dovrebbe essere confermato quanto previsto inizialmente per l’Opv che sarebbe dovuta andare in scena nel mese di ottobre, con la vendita di una partecipazione pari a circa il 14% da parte del Tesoro. Un’operazione che prevede la partecipazione degli investitori istituzionali, ma anche retail.
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