Pmi eurozona: prosegue la contrazione a gennaio, occhi sulla Bce
![Pmi eurozona: prosegue la contrazione a gennaio, occhi sulla Bce](https://cdn.finanzaonline.com/N8k6czAwoWXUiYBzxqd6jy2g2WE=/656x492/smart/https://www.finanzaonline.com/app/uploads/2023/04/europa-eurozona-pixabay-2016-2.jpg)
La lettura preliminare dell’indagine PMI di gennaio nell’eurozona ha registrato una nuova contrazione dell’attività economica, seppur la meno ampia degli ultimi sei mesi, con riduzioni persistenti sia nel settore manifatturiero sia nel terziario, a causa del calo dei nuovi ordini.
Tuttavia, la contrazione generale del flusso di ordini è stata la minore da giugno 2023 ed ha contribuito a stabilizzare i livelli occupazionali, spingendo l’ottimismo sull’attività dell’anno prossimo al valore più alto in otto mesi. Attenzione all’aumento dei prezzi di acquisto nel settore terziario, in accelerazione, da monitorare in ottica inflazione e Bce, in vista della riunione di domani.
Pmi eurozona ancora in contrazione
Con riferimento all’eurozona nel suo complesso, dalla lettura preliminare di gennaio emerge che il Pmi manifatturiero si è attestato a 46,6 punti, al di sopra dei 44,7 previsti dagli analisti e dei 44,4 del mese precedente. Si tratta del decimo mese consecutivo di calo, anche se la contrazione del settore è stata la minore da aprile.
I servizi, invece, hanno registrato un peggioramento inatteso, nonché il sesto mese consecutivo di declino (sotto la soglia di non cambiamento dei 50 punti), con il relativo indice in flessione da 48,8 a 48,4 punti, rispetto ai 49 del consensus.
L’indicatore composito è passato da 47,6 a 47,9 punti, ad un soffio dai 48 attesi dagli economisti. L’attività del settore privato nell’area dell’euro si è dunque contratta per l’ottavo mese consecutivo a gennaio, confermando un inizio di 2024 complicato dopo una probabile recessione nella seconda metà del 2023.
I Pmi di Francia e Germania
Scendendo più nel dettaglio dei singoli Paesi, la Francia continua a guidare la contrazione, con la produzione in calo per l’ottavo mese consecutivo e al tasso più forte da settembre a causa del forte calo del manifatturiero (43,2 punti, seppur in lieve risalita da 42,1 di dicembre) e del terziario (45 contro 45,7 del mese precedente).
Anche in Germania, la produzione ha indicato un decremento elevato e accelerato, anche se la performance negativa più moderata del settore manifatturiero (45,4 rispetto a dicembre) ha compensato il peggioramento del terziario (da 49,3 a 47,6 punti).
Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha sottolineato che, confrontando i PMI compositi, “la Francia è rimasta indietro rispetto alla Germania. Tale discrepanza è principalmente attribuita al settore manifatturiero, dove la contrazione della produzione è maggiore in Francia piuttosto che in Germania. Una spiegazione plausibile è che gli ambienti esterni all’eurozona stanno mostrando segnali di miglioramento, fornendo alla Germania una sostanziale visibilità da punto di vista dell’esportazione e quindi un relativo vantaggio.”
Al contrario, il resto dell’eurozona è tornato a crescere dopo cinque mesi di declino, registrando la maggiore (comunque modesta) espansione dallo scorso giugno. La crescita del settore terziario al di fuori della Francia e della Germania è accelerata al valore maggiore in sei mesi mentre il calo del manifatturiero è rallentato segnando la minore riduzione in dieci mesi.
Buone notizie per l’eurozona e per i falchi Bce
Commentando i dati PMI flash, de la Rubia ha dichiarato:
“L’inizio dell’anno ha portato buone notizie per l’eurozona, con il settore manifatturiero che ha registrato un generale rallentamento della tendenza al ribasso osservata lo scorso anno. Tale cambiamento positivo è evidente in tutti gli indicatori chiave quali produzione, livello di occupazione e nuovi ordini.
Per quanto riguarda gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi commerciali in traversata nel Mar Rosso, l’esperto sottolinea “un evidente effetto sulla catena di distribuzione”, anche se “le aziende non sono state prese alla sprovvista” e hanno “diversificato i loro fornitori in diverse nazioni e aziende, mitigando quindi possibili conseguenze di tali imprevisti”.
I dati odierni arrivano alla vigilia della riunione della Bce e una settimana prima dei dati sul Pil dell’eurozona, che dovrebbero certificare una recessione. A tal proposito, de la Rubia afferma:
“Nell’attuale dibattito che circonda la tempistica ottimale del taglio dei tassi da parte della Bce, gli indicatori PMI dei prezzi si allineano con la strategia dei falchi, che hanno un approccio cauto e suggeriscono di non aver fretta nel ridurre i tassi di interesse”.
Secondo gli esperti di ING, dai dati di oggi emerge che “l’economia dell’Eurozona rimane in una fase di ampia stagnazione e che i rischi per l’inflazione non sono abbastanza contenuti da giustificare un taglio dei tassi da parte della Bce prima di giugno“.
Sulla stessa lunghezza d’onda Mps, per cui “i prezzi in acquisto ed in vendita restano su livelli elevati e questo va a sostegno delle preoccupazioni dei membri Bce su tagli anticipati dei tassi”.