Ottimismo governo M5S-Lega ancora sconfessato: JP Morgan vede Pil in calo in 2019
Il Pil italiano concluderà l’intero 2019 con un segno meno davanti e il debito-Pil salirà al 133,5% dal 132% del 2018: in crescita anche il rapporto deficit-Pil che, a dispetto del target che, durante le trattative con Bruxelles sulla manovra, il governo M5S-Lega ha abbassato dal 2,4% al 2,04%, si attesterà al 2,8%. Sono le previsioni contenute in un rapporto che è stato stilato dall’economista di JP Morgan, Marco Protopapa, a seguito della notizia del crollo della produzione industriale nel mese di dicembre.
L’Italia, come confermato dai dati sul Pil diramati dall’Istat, è scivolata in recessione tecnica nella seconda metà del 2018. Si tratta della terza recessione in un decennio, che contrasta con l’ottimismo del governo giallo-verde, in particolare con l’entusiasmo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del vicepremier e del leader del M5S Luigi Di Maio, con quest’ultimo che aveva parlato addirittura di boom economico nel mese di gennaio. E che, scioccato dal dato negativo, ha dato la colpa al governo precedente di Paolo Gentiloni.
Quell’ottimismo era stato smentito da tutti: prima da Bankitalia, contro cui si era accanito tra l’altro il ministro Paolo Savona, poco prima che il suo nome tornasse alla ribalta come candidato dell’esecutivo allo scranno più alto della Consob; poi, dal Fondo Monetario Internazionale, con il famoso shock italiano arrivato da Davos.
Entrambe le istituzioni hanno tagliato l’outlook per il 2019 dal +1% precedentemente atteso a +0,6%.
Infine, è arrivato pochi giorni fa il downgrade pesante della Commissione europea, che ha emanato il verdetto peggiore: un downgrade delle stime dal +1,2% ad, addirittura, una crescita da zero virgola vicina allo zero, pari a +0,2%.
Ma se le istituzioni finora prevedono una crescita positiva, per quanto ridotta al lumicino, JP Morgan vede invece nero per tutto il 2019.
In particolare, per il primo trimestre dell’anno l’outlook è di una flessione del PIl italiano dello 0,75% su trimestre annualizzato (in base alla metologia Usa), con rischi di ulteriore ribasso – come riporta Reuters – innescati dalle recenti pressioni di mercato sullo spread Btp/Bund. Applicando la metodologia europea, si arriva a un calo su base trimestrale dello 0,2%, come il -0,2% che il Pil ha fatto, secondo i dati Istat, nell’ultimo trimestre del 2018, dopo essere sceso dello 0,1% nel terzo trimestre.
“Bisogna vedere se i leader politici italiani a un certo punto riconosceranno che la nuova recessione italiana è ampiamente un derivato della loro politica economica incostante e di un approccio poco prudente”.
Una stoccata a tutto il governo M5S-Lega, ministro dell’economia Giovanni Tria, anche lui lasciatosi travolgere dall’ondata di ottimismo.
L’unica buona notizia, aggiunge JP Morgan, è che a suo avviso è improbabile che la Commissione europea chieda all’Italia una manovra correttiva prima delle elezioni europee, previste per l’ultima settimana di maggio.