Notizie Notizie Italia Orcel pigliatutto, Unicredit insidia il trono di Intesa Sanpaolo in Italia. Sfuma il terzo polo? Salvini attacca (anche Bankitalia)

Orcel pigliatutto, Unicredit insidia il trono di Intesa Sanpaolo in Italia. Sfuma il terzo polo? Salvini attacca (anche Bankitalia)

25 Novembre 2024 14:05

Unicredit non vuole perdere nessun treno, in Europa come in Italia. L’Ops annunciata su Banco Bpm ha comunque colto di sorpresa i mercati, soprattutto per i tempi. Adesso bisognerà vedere le reazioni dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna e dei suoi soci forti, ossia i francesi di Credit Agricole che detengono quasi il 10%.

Orcel affretta i tempi, ecco perché

L‘Ops da 10,1 miliardi su Banco Bpm arriva dopo due mesi di duri attacchi da parte del governo di Berlino a seguito dell’avanzata di Unicredit nel capitale di Commerzbank. Ma soprattutto arriva dopo gli ultimi sviluppi in Italia e Orcel ha chiarito che non intendeva rimanere tagliato fuori dal consolidamento bancario in Italia.

La prima reazione a caldo dall’Ops di Unicredit su Banco Bpm è stata di stupore, innanzitutto per i tempi. Ma a ben vedere gli sviluppi delle ultime settimane non potevano lasciare indifferente Andrea Orcel. Da un lato la crisi politica in Germania lega le mani a piazza Gae Aulenti, che dovrà aspettare le elezioni di febbraio prima di valutare altre mosse su Commerz; dall’altro in Italia l’attivismo frenetico del Banco Bpm – questo mese si è mossa due volte, prima l’Opa su Anima e poi il blitz in Mps – non poteva non scatenare la risposta di Unicredit che da sempre ha guardato con interesse a piazza Meda.

Sbagliato sorprendersi. Orcel: “Banco è un obiettivo storico”

Lo stesso Orcel si stupisce dello stupore: Banco Bpm è un “obiettivo storico” e quindi l’Ops non deve sorprendere, ha spiegato il banchiere romano, mentre nei confronti di Commerzbank al momento si ragiona sulla base di “un investimento, che ci metterà tempo per maturare” ed eventualmente evolvere in un’aggregazione.

E in effetti il radar di Unicredit in passato era finito più volte su Banco Bpm. Dopo che era sfumata l’operazione Mps (nel 2021, quando Orcel era appena arrivato alla guida della banca milanese), l’offerta per Banco era stata definita nei minimi termini ma indiscrezioni stampa e conseguente boom del titolo Banco avevano fatto sfumare l’opportunità. In ultimo, quando Unicredit iniziò a settembre la campagna su Commerz, in Piazza Affari il titolo che reagì peggio su proprio Banco perché andavano a spegnersi le speculazioni di un affondo da parte di Unicredit. Così invece non è stato.

A ben vedere Orcel qualche piccolo indizio in effetti lo aveva dato già venerdì scorso parlando di “operazioni di M&A“, al plurale, nel prossimo triennio.

Quanti intrecci: da Anima a Mps

C’è poi la partita Mps. Banco Bpm poche settimane fa ha mosso sul Monte acquisendo il 5% a cui si deve aggiungere il quasi 4% in mano ad Anima (sotto Opa di Banco). Orcel ha smentito ambizioni sul Banco, ma chiaramente l’operazione Banco è intrecciata a doppio filo a Siena e anche ai progetti di terzo polo su cui Castagna e il governo Meloni hanno lavorato con l’ultima vendita del 15% da parte del tesoro che ha visto la creazione di un nocciolo duro di investitori italiani (oltre a Banco e Anima, anche Delfin e  Caltagirone).

Da valutare anche i ragionamenti che faranno i francesi di Credit Agricole, azionisti in Banco Bpm al 9,9%.  Azionista sia di Banco che di Anima e Mps è anche Francesco Gaetano Caltagirone, però con quote che vanno dal 2 al 3,5%. 

L’operazione Anima è citata espressamente da Unicredit che la pone tra le condizioni di efficacia dell’Ops. Per Orcel, che ha definito ottima l’operazione fatta da Castagna, è importante che vada avanti in quanto è centrale nella creazione di valore.

Salvini all’attacco: “Unicredit di italiano ha poco o niente”

Intanto, dal governo trapela più di un malumore. A esporsi maggiormente è Matteo Salvini. Il vice premier, che nei giorni scorsi dava quasi per assodato lo scenario di terzo polo sull’asse Banco-Mps, si scaglia contro le “concentrazioni e i monopoli”. “Unicredit ormai di italiano ha poco e niente: è una banca straniera, a me sta a cuore che realtà come Bpm e Mps che stanno collaborando, soggetti italiani che potrebbero creare il terzo polo italiano, non vengano messe in difficoltà”. “Non vorrei che qualcuno volesse fermare l’accordo Bpm-Mps per fare un favore ad altri”. Salvini attacca frontalmente anche Bankitalia. “L’interrogativo mio e di tanti risparmiatori è: la Banca d’Italia c’è? Che fa? Esiste? Che dice? Vigila? Siccome sono tra i più pagati d’Italia, da cittadino italiano vorrei sapere se è tutto sotto controllo”.

Sarà importante capire se la posizione di Salvini è condivisa all’interno del governo e che posizione prenderanno in  particolare la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. 

Unicredit e Commerz affondano in Borsa

Sul mercato si confermano in rosso Unicredit (-4,5%) che ha accelerato al ribasso, mentre a Francoforte Commerzbank si conferma a quasi -7%. In rosso anche Mps (-2,2%) e Intesa (-1,2%), mentre sale Banco Bpm del 3% circa.

Tra gli analisti l’operazione Ucg-Banco è accolta con favore a livello di logica industriale, con qualche dubbio sul successo considerando il premio limitato. “Un’integrazione Unicredit-Banco presenterebbe indubbiamente una rilevante valenza industriale (possibilità di rafforzare il posizionamento nel Nord Italia, fare scala sulle fabbriche prodotto, spazio per realizzazione di sinergie)”, argomentano da Equita. “Tuttavia – prosegue la sim milanese – riconosciamo che il premio risulta limitato. Dal nostro punto di vista, giudichiamo l’operazione sensata anche sotto il profilo strategico, in quanto permette a Unicredit di costruirsi opzionalità sulla crescita futura, anche in relazione ad un’eventuale deal su Commerzbank”.

“Una riduzione dei tassi di interesse spinge l’M&A perché è possibile fare acquisizioni a costi minori. Dall’altra parte, però, siamo in un momento di mercato in cui le banche valgono tanto e in un contesto economico in cui c’è una crescita asfittica”, argomenta invece Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners.

Ascesa in Italia con posizione nelle regioni del Nord

La mossa rimette al centro della strategia di Unicredit l’Italia anche se Orcel nega qualsiasi passo indietro sul fronte tedesco. Unicredit ha precisato che l’offerta sul Banco è “autonoma e indipendente” dall’investimento effettuato da UniCredit nel capitale sociale di Commerzbank. “Le discussioni relative a Commerzbank sono già state prolungate nel rispetto delle prossime elezioni (previste per febbraio) e degli stakeholder della banca.

L’acquisizione di Banco Bpm renderebbe UniCredit la maggiore banca italiana per totale di attivi. Inoltre, a livello di capitalizzazione di mercato andrebbe a posizionarsi tra le prime tre in Europa, anche lì andando a scalzare Intesa Sanpaolo.

Con questa mossa Unicredit intende rafforzare la propria posizione di secondo maggiore gruppo in Italia, con una presenza più forte in regioni del nord Italia, quelle più ricche e più orientate all’export. In particolare nella ricca Lombardia la quota di mercato schizzerebbe al 19% (13% del Banco più il 6% di Unicredit). In Piemonte salirebbe al 23%,  in Veneto e in Emilia-Romagna al 21%, così come nel Lazio. 

(Fonte: Unicredit, Market Presentation)

Quota profitti Unicredit in Italia dal 40 al 50%

La base clienti andrebbe a crescere di circa 4 milioni e rafforzando l’offerta di prodotti e combinando due entità che presentano business model simili. Dalle slide della market presentation di Unicredit emerge che unendo le forze con Banco Bpm si andrebbe ad avere un gruppo con una quota di mercato del 15% nel mercato dei prestiti dietro a Intesa Sanpaolo che è al 20%, mentre nel mercato dei depositi la quota sarebbe del 14% (20% di Intesa).

Il nuovo gruppo vedrebbe crescere la quota di profitti totali generati in Italia al 50% (dal 40% attuale di Unicredit). Orcel ha spiegato nel corso della call con gli analisti che in questo modo, invece di acquistare azioni dei nostri multipli, Unicredit acquista azioni di un altro istituto con valori simili. “L’obiettivo è un Rote del 17% e un gruppo con una redditività che deve restare elevata a lungo termine”, ha precisato il banchiere romano.