Notizie Notizie Mondo Nvidia o Super Micro, su quale AI stock puntare per il rush di fine anno e per il 2025?

Nvidia o Super Micro, su quale AI stock puntare per il rush di fine anno e per il 2025?

6 Dicembre 2024 15:30

Sabato scorso si sono celebrati i 2 anni dal lancio di ChatGPT, l’applicazione che ha fatto esplodere letteralmente il fenomeno dell’intelligenza artificiale. Questi due anni sono coincisi con un rally a perdifiato di Wall Street (quasi +50% l’indice S&P 500) con in prima fila le cosiddette Magnifiche Sette (+180%) e, come sottolineano gli esperti di Deutsche Bank, l’avvento di ChatGpt ha avuto probabilmente un ruolo rilevante nell’evitare all’economia USA una recessione.

Nvidia in sordina, ma il suo 2024 è da incorniciare

Regina indiscussa dell’AI è Nvidia, salita di oltre il 700% da quel giorno e divenuta la maggiore azienda al mondo per capitalizzazione. Nvidia che dopo i conti trimestrali è finita un po’ nel dimenticatoio nelle ultime settimane che vedono in vetrina tra gli investitori altre storie, come il bitcoin, anche se a ben vedere sia quest’anno (+193% Nvidia vs +132% del bitcoin), che nel 2023 a regalare più soddisfazioni agli investitori è stato il colosso dei chip AI.

E anche per il futuro le prospettive appaiono rosee. La domanda per i nuovi chip Blackwell è “sbalorditiva”, ha detto Nvidia durante l’ultima earning call. Il ceo Jensen Huang ha affermato che l’architettura GPU Blackwell potrebbe essere “il prodotto di maggior successo nella storia dell’azienda e forse nella storia dell’intero settore informatico”. La domanda per la nuova generazione di chip AI è elevatissima con il problema principale di Nvidia rappresentato dalla difficoltà a riuscire a soddisfare la mole di ordini.

L’enorme domanda per le sue unità di elaborazione grafica (GPU) è prevista crescere al ritmo del 29% l’anno fino al 2030 (stime Grand View Research) e anche se Amazon , Microsoft e Alphabet stanno sviluppando acceleratori AI personalizzati, la leadership di Nvidia non appare in pericolo. “Il mercato tende a sottovalutare la difficoltà di competere con Nvidia”. Ciò dovrebbe diventare sempre più chiaro il prossimo anno”, è la view di Morgan Stanley.

Super Micro risale la china

Chi invece è tornata prepotentemente sotto i riflettori nelle ultime settimane è un altro titolo che era divenuto simbolo del boom AI. Parliamo di Super Micro Computer, divenuto uno dei titoli più scambiati tra gli investitori retail d’oltreoceano così come in Europa.

A inizio dicembre l’azienda californiana ha annunciato il completamento della revisione da parte del suo Comitato Speciale Indipendente, che ha espresso l’opinione che non vi siano prove di cattiva condotta o frode da parte del management o del consiglio di amministrazione.

Il titolo era crollato del 70% dai massimi dopo che erano emerse possibili irregolarità di bilancio. A settembre il Dipartimento di Giustizia ha avviato un’indagine sulle dichiarazioni di un ex dipendente, il quale afferma che Super Micro avrebbe violato le norme contabili. E la società di revisione Ernst & Young si è dimessa a fine ottobre dopo aver sollevato dubbi sull’impegno dell’azienda per l’integrità e l’etica.

Occhio ai prossimi sviluppi

Adesso bisognerà vedere se i nuovi revisori indipendenti, BDO, accetteranno i risultati del comitato indipendente o decideranno di intraprendere la propria revisione indipendente e se il Nasdaq appoggerà la richiesta di Super Micro di una proroga del tempo per riottenere la conformità con i requisiti di quotazione continua del Nasdaq e scongiurare quindi il rischio di un delisting.

Sta di fatto che Wall Street è tornata a scommettere sul titolo Super Micro, risalito dai 18 dollari di metà novembre agli oltre 41 dollari attuali.

Il legame tra le due società AI

Nvidia e Supermicro hanno un forte legame. Infatti, il produttore di server che fa capo al miliardario taiwanese Charles Liang è un partner di Nvidia. Il mese scorso si erano diffuse indiscrezioni circa l’intenzione di Nvidia di instradare gli ordini legati alla GPU Blackwell lontano da Supermicro per evitare potenziali interruzioni della catena di approvvigionamento.