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Nvidia, ipotesi frazionamento azionario: cos’è e a cosa serve lo stock split

18 Marzo 2024 12:42

Il poderoso rally di Nvidia ha portato le azioni della società tecnologica a superare i 900 dollari, ravvivando l’ipotesi di un frazionamento. L’ultima volta che l’azienda leader nel settore dell’intelligenza artificiale ha effettuato uno “stock split” è stata nel 2021, quando veniva scambiata a circa 600 dollari per azione. La prospettiva di ulteriori guadagni, in scia alla continuazione del trend dell’AI, fa dunque pensare che Nvidia possa nuovamente procedere ad una suddivisione delle proprie azioni. Vediamo meglio in cosa consiste un frazionamento azionario, perché viene effettuato e quali sono stati i principali split degli ultimi anni delle big tech di Wall Street. Ricordiamo inoltre che questa settimana, dal 18 al 21 marzo, si terrà la conferenza annuale sull’intelligenza artificiale di Nvidia.

Il rally in borsa di Nvidia

Da inizio anno Nvidia ha guadagnato oltre il 77%, aggiungendo circa 1.000 miliardi di dollari alla propria capitalizzazione e toccando un massimo intraday di 974 dollari per azione. Un rally che le ha permesso di raggiungere i 2.200 miliardi di market cap, mettendosi alle spalle altre colossi di Wall Street come Amazon ($1,81 trilioni) e Alphabet ($1,76 trilioni). Solo Apple e Microsoft hanno una valutazione superiore (rispettivamente 2,67 e 3,09 $ trilioni).

Dall’inizio del 2023, il valore di Nvidia è quadruplicato e dall’inizio del quarto trimestre 2022 è più che quintuplicato, contribuendo sensibilmente a trainare la ripresa dell’equity osservata nel corso del 2023.

Gli ultimi risultati di Nvidia

La cavalcata di Nvidia è stata sostenuta prevalentemente dal suo ruolo primario nel settore dell’intelligenza artificiale e nella sua capacità di monetizzare più di chiunque altro questo megatrend nel breve termine.

Nell’ultima trimestrale, la società ha registrato vendite per 22,1 miliardi di dollari, più che triplicate su base annua, con entrate per 18,4 miliardi dalla sua divisione Data Center, che gestisce le soluzioni per l’AI, in crescita del 409%.

Numeri nettamente sopra le attese, così come le proiezioni per il trimestre in corso, nel quale vede un ulteriore aumento dei ricavi a 24 miliardi (+234%).

Cos’è il frazionamento azionario

Le performance di Nvidia alimentano le aspettative per un frazionamento azionario. Ma in cosa consiste lo split e perché viene realizzato?

Si tratta di un’operazione contabile, nella quale il valore nominale di un’azione viene ridotto, aumentando di conseguenza il numero di azioni in circolazione per lasciare invariato il capitale sociale.

Facciamo un esempio: una società ha 1.000.000 di azioni in circolazione e ogni azione ha un valore di 100 euro per azione, per una capitalizzazione di mercato complessiva pari a 100 milioni di euro. La società delibera un frazionamento nel rapporto di 5 nuove azioni per ogni vecchia azione detenuta. L’azionista riceve dunque 5 azioni da 20 euro in sostituzione di ogni precedente azione da 100 euro. Il valore dell’azienda rimane pari a 100 milioni, ma suddiviso in 5 milioni di azioni da 20 euro ciascuna.

Perché viene realizzato uno stock split e quali effetti determina

Il motivo principale per cui si procede al frazionamento è quello di rendere le azioni più accessibili agli investitori. Quando la valutazione borsistica della società diventa molto elevata, infatti, l’acquisto da parte del pubblico retail può risultare eccessivamente oneroso. I frazionamenti consentono dunque di ampliare la platea dei potenziali investitori.

Questo comporta un miglioramento in termini di liquidità del titolo, favorendo la dinamicità degli scambi e la formazione di un prezzo, con un range più ridotto tra domanda e offerta.

Lo split non ha alcun effetto immediato sul controvalore dell’investimento e non dovrebbe averne nemmeno sul prezzo dell’azione. In realtà, talvolta si possono osservare oscillazioni legate al fatto che, a seguito del frazionamento, emerge una domanda superiore alimentata da chi in precedenza non poteva permettersi l’investimento.

Da non sottovalutare, infine, l’aspetto psicologico: agli occhi di un investitore inesperto, infatti, un prezzo più basso può dare l’idea di acquistare un asset più economico. In realtà, il frazionamento non modifica nulla in termini di fondamentali sottostanti e di valutazione dell’azienda (compresi i multipli).

Ipotesi frazionamento per Nvidia

Al momento, Nvidia non ha fornito alcuna indicazione su un eventuale frazionamento in tempi brevi e, per il momento, il prezzo delle sue azioni non sembra spaventare gli investitori retail, visto che risulta uno dei titoli più scambiati anche da questo segmento di pubblico, insieme ad altre big come Tesla e AMD.

Inoltre, alcuni broker offrono già la possibilità di acquistare frazioni di azioni, facilitando gli investimenti del retail. Per chi invece non può usufruire di questa funzione, il frazionamento può avere un impatto reale, consentendo al piccolo investitore di prendere posizione su una società senza che il suo portafoglio risulti eccessivamente concentrato su quell’azienda.

Nel 2023 nessuna società del Nasdaq 100 ha frazionato le proprie azioni, nonostante il rally tecnologico che ha trainato l’intero mercato, in controtendenza rispetto al passato.

I precedenti di Nvidia e delle altre big tech

Nvidia ha già effettuato cinque frazionamenti da quando è stata quotata in borsa nel 1999, l’ultimo nel 2021, offrendo 4 nuove azioni per ogni titolo in circolazione. In seguito all’annuncio, le quotazioni del titolo avevano registrato un rialzo fino a circa 750 dollari prima del 19 luglio di quell’anno, il giorno prima che lo split diventasse effettivo.

Ora che le azioni hanno nuovamente superato quei livelli, le chance di un nuovo split sembrano più elevate, anche se per un eventuale annuncio si dovrà probabilmente attendere la prossima trimestrale.

Anche Apple e Tesla hanno realizzato frazionamenti azionari nel 2020, mentre Amazon e Alphabet vi hanno fatto ricorso nel 2022. Microsoft, invece, non effettua operazioni simili dal 2003, quando quotava circa 50 dollari (ora un’azione vale oltre 400 dollari).