Notizie Indici e quotazioni Split azionario Apple cambia connotati al Dow Jones: fuori Exxon Mobil e altri due titani. Le tre new entry

Split azionario Apple cambia connotati al Dow Jones: fuori Exxon Mobil e altri due titani. Le tre new entry

25 Agosto 2020 11:00

Tutta ‘colpa’ di Apple e del suo split azionario 4 a 1, che entrerà in vigore il prossimo lunedì, 31 agosto. A partire da quello stesso giorno, la composizione dell’indice Dow Jones cambierà.

L’annuncio è arrivato dallo S&P Dow Jones Indices, leader globale nella creazione di vari indici azionari benchmark: a essere ‘cacciati’ dall’indice dei titoli industriali saranno il colosso petrolifero Exxon Mobil, il gigante farmaceutico Pfizer e il gruppo attivo nel ramo difesa Raytheon Technologies.

I titoli dei tre titani saranno sostituiti rispettivamente da Salesforce.com, Amgen e Honeywell International.

Cosa c’entra Apple in tutto questo? C’entra eccome, visto che lo split azionario ridurrà l’incidenza dell’indice Dow Jones sul settore globale dell’IT; esattamente sul settore Information Technology del Global Industry Classification Standard (GICS) .

La stessa società S&P Dow Jones Indices ha commentato che “i cambiamenti annunciati aiuteranno a compensare quella riduzione. (I cambiamenti) aiuteranno anche a diversificare l’indice, rimuovendo la sovrapposizione tra società che operano in un ramo simile e aggiungendo nuove tipologie di business che riflettano meglio l’economia americana”.

A tal proposito, vale la pena ricordare che, dall’inizio del 2020, il Dow Jones continua a confermarsi il peggiore tra i tre principali indici azionari Usa – gli altri due sono il Nasdaq e lo S&P 500 – proprio per il basso peso della tecnologia e l’incidenza considerevole di settori che sono invece in crisi (energy e banche).

Occhio al grafico che fotografa il trend dei titoli interessati dai cambiamenti.

L’annuncio ha avuto un effetto immediato sui titoli coinvolti: le azioni Honeywell, Salesforce e Amgen hanno riportato tutte un rally superiore a +4% nelle contrattazioni dell’afterhours, a fronte della flessione di Exxon Mobil, pari a -2%.

Lontanissimo sembra quel 2013, in cui Exxon Mobil divenne la società più grande al mondo, forte di una capitalizzazione di appena – se paragonata agli standard odierni – $416 miliardi, superiore, quell’anno, a quella di Apple. E invece, anche nel migliore dei casi, ovvero se il valore di mercato di Exxon Mobil fosse rimasto attorno ai $400, il confronto non reggerebbe più, visto che Apple ha superato perfino la soglia dei $2 trilioni di capitalizzazione.

In ogni caso il problema non si presenta, in quanto il valore di mercato di Exxon è sceso fino a $175 miliardi, cifra che sembra un niente rispetto alla capitalizzazione del gigante degli iPhone.

Ma perchè il frazionamento di Apple ha scatenato questi cambiamenti? Certo, ingenuo è stato chi ha pensato che lo split azionario non avrebbe avuto alcun effetto sulla composizione dell’indice Dow Jones: tanto che c’è stato anche chi ha paventato il rischio di una fuga degli investitori a fine mese per effetto dell’operazione.

Il punto è che dall’attuale posizione di dominio con un peso a doppia cifra sull’indice Dow Jones (oltre l’11%), a fine mese Apple scivolerà nella seconda metà della classifica tra i 30 titoli che fanno parte del DJ. Leggi I titoli che prenderanno il ruolo di leadership di Apple.

Howard Silverblatt, analista senior dell’indice presso S&P Dow Jones Indices, ha ricordato d’altronde che il Dow Jones è un indice ponderato in base al prezzo: il che significa che le azioni con prezzi  più elevati hanno un peso maggiore nel misuratore e il che implica che la nuova ponderazione Apple nel Dow scenderà a circa il 3,1%.

Si capisce subito che, con il suo frazionamento azionario, Apple provocherà un forte shock nell’indice benchmark: con il valore del titolo che scenderà dai $500 circa attuali a $120, l’operazione inevitabilmente taglierà l’esposizione del Dow Jones al settore tecnologico, tra l’altro quello che continua a correre.

Certo, per qualcuno è strano che un gigante (ma vista la caduta della capitalizzazione sarebbe forse il caso, in termini di mercato, parlare di un ex gigante) del calibro di Exxon Mobil verrà sostituito da Salesforce.com, una società che vende software che permettono alle grandi società di monitorare le vendite e altre informazioni.

Salesforce.com ha un valore di mercato inferiore, seppur di poco, ai $190 miliardi, anche se c’è da dire che il suo ceo Mark Benioff, proprietario anche del Time magazine, è considerato tra i dirigenti più influenti degli Stati Uniti. Soprattutto, si tratta di un titolo che fa parte del comparto dell’Information Technology. E non di quello, non proprio premiato dagli acquisti, dell’oil.