Nasdaq, Palantir, spread e gli altri grafici chiave del 2024
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Il 2024 dei mercati finanziari si conclude sostanzialmente domani anche se l’azionario in Italia e Germania sarà chiuso e con orario ridotto in Francia e Regno Unito. È dunque tempo di tirare le somme sugli ultimi 365 giorni, caratterizzati soprattutto dai primi tagli dei tassi di interesse da parte della Fed e della Bce e dalla vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane. Ecco alcuni degli asset più interessanti di quest’anno con i rispettivi grafici.
Un 2024 brillante per il Nasdaq 100
Per quanto riguarda gli indici azionari, si sta per chiudere un positivo 2024 per i principali indici europei: Dax (+18% YTD), Ibex (+14%), Ftse Mib (+12%) ed Euro Stoxx 50 (+7%); solo il Cac 40 è negativo (-3%). Performance più brillanti a Wall Street dove l’S&P 500 è salito del 23% YTD e il Nasdaq 100 del 25%, grazie al contributo dei titoli dei “Magnifici 7” che hanno trainato il listino tecnologico americano.
In particolare, dal 23 dicembre sono entrare tre nuove società nel Nasdaq 100 che il 16 dicembre ha toccato il suo ultimo massimo storico oltre i 22mila punti. A entrare a far parte dell’indice delle 100 maggiori società del settore non finanziario nell’indice Nasdaq Composite sono tre titoli grandi protagonisti in questo 2024: MicroStrategy, Palantir e Axon Enterprise. Prenderanno il posto di Illumina, Super Micro Computer (che è a rischio delisting a causa della mancata presentazione dei conti) e Moderna (che invece era stata una delle star di Wall Street durante la pandemia).
La frenesia da AI premia Palantir
Palatir Technologies ha guadagnato quasi il 360% da inizio anno e di recente (24 dicembre) ha toccato un nuovo massimo storico oltre gli 84 dollari.
Palantir è da poco entrato nel Nasdaq 100 e ed è uno dei titoli simbolo dell’intelligenza artificiale. L’azienda co-fondata dal miliardario Peter Thiel, già entrata nell’S&P500 a settembre realizza strumenti di analisi dei dati per aziende e governi e in questo ultimi due anni sta capitalizzando la crescente domanda per il proprio software di intelligenza artificiale, utilizzato in tutte le forze armate statunitensi e dalle forze alleate in Ucraina e Israele.
Gli analisti si dicono ancora ottimisti per il futuro, parlando di un prezzo in orbita 100 dollari, ma anche l’analisi tecnica del grafico offre alcuni spunti chiave.
Lo Spread Btp-Bund si assottiglia sui minimi da oltre 3 anni
Sul fronte obbligazionario, tra i titoli di Stato dell’area euro a distinguersi in positivo sono stati i Btp, mentre hanno faticato i bond governativi di Francia e Germania. In particolare, il rendimento del Bund decennale è salito del 13% YTD e viaggia in area 2,3%. Di contro il Btp a 10 anni è indietreggiato del 5% YTD al 3,5% di rendimento, favorendo il contestuale corposo restringimento dello spread Btp-bund a 117 punti base, ben il 36% circa sotto i livelli a cui aveva iniziato l’anno. A inizio dicembre lo spread era sceso a 106 pb, minimi a oltre tre anni.
Questo trend di assottigliamento del differenziale tra Italia e Germania, che dura ormai da circa due anni, continuerà anche nel 2025? La discesa sotto i 100 pb appare ormai a portata di mano anche se permane una certa prudenza tra gli operatori. Althea Spinozzi, head of fixed income strategy di BG Saxo, ritiene il caso di concentrarsi sempre di più sulle dinamiche mutevoli tra i Bund tedeschi e i Btp italiani. Berlino e Roma vivono situazioni diametralmente opposte e iniziare a parlare di parità tra Btp e Bund, in prospettiva, non appare più un’eresia. “Il rallentamento economico della Germania e le crescenti incertezze politiche probabilmente spingeranno al rialzo i rendimenti dei Bund – spiega la Spinozzi – . Allo stesso tempo, il contesto politico relativamente stabile dell’Italia, la solida base di investitori e la domanda sostenuta dall’attuale panorama macroeconomico potrebbero porre le basi per un potenziale allineamento dei rendimenti con i Bund nel lungo termine, uno scenario un tempo ritenuto impensabile”.
Importanti minimi per la yen giapponese
Fra le valute, il protagonista del 2024 è senz’altro lo yen giapponese che a luglio di quest’anno a toccare un minimo dal lontano 1990 rispetto al dollaro americano. Da inizio anno il cambio usd/yen segna un rialzo dell’11%, principalmente per il differenziale dei tassi di interesse tra le due economie. In particolare. dagli inizi del mese in corso il dollaro ha recupero parecchio terreno nei confronti della moneta giapponese, riportando il cross intorno ai 157.
Nell’ultimo meeting di dicembre, la Bank of Japan (BoJ) ha lasciato invariati i tassi d’interesse allo 0,25%, a conferma della prudenza con cui i banchieri centrali di tutto il mondo guardano al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. La decisione era attesa ed è stata raggiunta quasi all’unanimità con uno solo dei nove membri del board che avrebbe invece preferito un rialzo allo 0,5% per cercare di ridurre le pressioni inflazionistiche in un Paese largamente dipendente dalle importazioni di energia e generi alimentari. A dicembre la Federal Reserve americana ha tagliato i tassi dello 0,25%, ma contestualmente ha indicato l’intenzione di rallentare la sua politica espansiva per il 2025.
Bitcoin rompe il muro dei $100mila
Infine, l’elezione di Trump ha dato una scossa al mondo delle criptovalute, spingendo il Bitcoin (BTC) su nuovi massimi storici. Il BTC ha oltrepassato a inizio mese (il 5 dicembre) la soglia psicologica dei 100.000 dollari grazie a una serie di fattori e da qui ha continuato a macinare nuovi record storici fino a toccare il 17 dicembre i 108.364 dollari con uno spike intraday. Da inizio anno la moneta digitale ha guadagnato circa il 117% e al momento viaggia al di sopra dei 91 mila dollari.
In campagna elettorale, il futuro presidente ha evidenziato un netto cambio di rotta nei confronti delle crypto, aspramente criticate negli anni passati. Il tycoon ha promesso la creazione di una riserva strategica nazionale in Bitcoin, oltre ad un impianto normativo volto a far crescere, e non reprimere, il settore. Anche l’annuncio delle dimissioni da presidente della Sec di Gary Gensler, ritenuto un “nemico delle crypto”, ha agevolato il rally degli asset digitali.