Notizie Notizie Italia Mps: attenti al titolo con Giorgetti e rating. Novità Bper, UniCredit e Intesa

Mps: attenti al titolo con Giorgetti e rating. Novità Bper, UniCredit e Intesa

13 Ottobre 2023 15:31

I titoli delle banche italiane Mps e Bper si confermano oggi a Piazza Affari osservati speciali , forti dell’assist arrivato dagli analisti di Barclays che, in una nota dedicata al settore, hanno scritto di essere “più costruttivi”.

Oltre a ribadire il rating overweight sul titolo di Intesa SanPaolo, gli analisti hanno rivisto al rialzo le valutazioni su Bper e Mps, titoli che sono scattati subito in cima al listino Ftse Mib, nella giornata di oggi.

Mps ha azzerato però poi i guadagni, con i trader che stanno guardando anche a quanto ha appena detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Alle 15.30 circa ora italiana, Bper svetta in cima al listino Ftse Mib, salendo di oltre il 2%. Mps vira in rosso dopo il trend positivo delle prime ore, perdendo lo 0,50% circa, UniCredit più pesante con un dietrofront di quasi il 2%, Intesa SanPaolo cede l’1,5% circa, Banco BPM avanza dello 0,36%, mentre Mediobanca arretra dello 0,86%.

Mps: cosa ha detto Giorgetti sull’uscita dello Stato maggiore azionista

Gli analisti di Barclays hanno motivato l’ottimismo – indicato a dispetto della tassa sugli extraprofitti delle banche varata dal governo Meloni – con la fiducia nella redditività degli istituti e con i cambiamenti apportati al proprio modello relativo agli NII (margini di interesse).

Le grandi sorprese del commento si sono confermate Mps e Bper, premiate dalla divisione di equity research del colosso britannico.

Il focus dei mercati rimane sempre su Monte dei Paschi di Siena, sia per le recenti novità che hanno interessato la banca senese – focus sul recente annuncio della Cassazione – che per le parole sul dossier del Monte di Stato che sono state proferite oggi dal ministro Giancarlo Giorgetti, titolare di quel Tesoro che, dal 2017, detiene una quota di maggioranza nel capitale dell’istituto di circa il 64%.

Giorgetti ha di nuovo dato l’impressione che il governo Meloni voglia prendere tempo nello smobilizzare quella partecipazione che detiene in Mps.

Sull’uscita dello Stato italiano dal capitale di Mps, parlando da Marrakech, Marocco, dove sono in corso i meeting annuali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, il numero uno del Mef ha detto, di fatto, che la privatizzazione del Monte arriverà quando sarà opportuno, “realizzando anche un obiettivo di sistemazione del sistema bancario italiano e quando il prezzo e le condizioni di mercato ci sembreranno congrue”.

Praticamente, è tornato a ripetere Giorgetti, non c’è una data di scadenza, dipende semplicemente dalle opportunità del momento in cui farlo”.

Banche italiane: la fiducia di Barclays su Mps e Bper

Riferendosi in generale al comparto delle banche italiane, Barclays ha scritto nell’analisi pubblicata oggi “2024 NII building blocks make us more constructive; upgrade BPER and MPS to OW” di aver alzato le stime sui margini del 2024 delle banche italiane su cui ha avviato già una copertura, a causa del contesto suggerito dai mercati di tassi di interesse più alti per un periodo di tempo più lungo (higher for longer).

Proprio questo contesto dovrebbe riuscire a compensare nella maggior parte dei casi la doppia sfida rappresentata dai tassi sui depositi, che le banche italiane si apprestano ad alzare, e i costi della raccolta più elevati.

Gli strategist di Barclays hanno così annunciato di aver rivisto al rialzo la crescita degli NII delle banche italiane, attesa per il 2024, al +1,5%. Rispetto a quello precedentemente reso noto e a quello del consensus, l’outlook è stato migliorato in media rispettivamente del 7% e dell’8%.

Intesa SanPaolo, la banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina, è stata individuata come l’istituto meglio posizionato a far fronte a un aumento del Beta dei depositi più alto delle attese.

Grazie al fatto di essere leader del settore, Intesa è stata identificata, in particolare, anche la banca che dovrebbe beneficiare di una maggiore flessibilità commerciale, nel riuscire a gestire il Beta dei depositi rispetto alle rivali più piccole.

Mps e Bper sono considerate in ogni caso quelle banche italiane su cui Barclays intravede il potenziale di crescita del margine di interesse più alto rispetto a quanto atteso dal consensus.

Mediobanca, invece, viene considerata come quella banca che riporterà la crescita più sostenuta, nel 2024, del NII (soprattutto a causa del fatto che l’anno fiscale di Piazzetta Cuccia è iniziato nel luglio del 2023).

Gli analisti di Barclays hanno migliorato i target anche del titolo UniCredit.

Dalla scheda pubblicata da Barclays, emerge che la divisione di equity reserch ha confermato l’overweight sul titolo UniCredit, così come quello su Intesa SanPaolo.

Nel caso di UniCredit, nello specifico,  il target price sul titolo è stato alzato dai precedenti 31 euro a quota 32,10, con la revisione al rialzo che è scattata anche sugli utili per azione.

Barclays su banche italiane: rischio chiave rappresentato dai BTP

Tutto bene, dunque, per le banche italiane?

Non proprio. Barclays ha sottolineato infatti nella sua analisi che “il rischio chiave è rappresentato dal debito sovrano” dell’Italia, ovvero, dai BTP.

“Con lo spread BTP-Bund che viaggia attorno a quota 195 , in crescita di 21 punti base nel corso dell’ultimo mese, l’attenzione è tornata sul rischio del debito sovrano”.

Un rischio che “condiziona le banche italiane attraverso tre canali”, che Barclays così elenca:

  • il mark to market dei BTP (molto limitato per la maggior parte delle banche, che hanno classificato gran parte dei titoli di stato come HTC.
  • I costi della raccolta più alti.
  • Il sentiment

E l’ultimo è un problema potenziale per le banche italiane più piccole, ma anche per quelle più grandi, motivo per cui Barclays ha alzato le stime sul costo dell’equity. Un costo elevato che riflette anche le incertezze, per esempio, sulla tassa sugli extraprofitti delle banche e su altri interventi del governo (Meloni), che potrebbero condizionare gli istituti di credito.

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