Notizie Notizie Mondo Mercati: “L’America First” torna di moda tra gli investitori

Mercati: “L’America First” torna di moda tra gli investitori

21 Giugno 2023 16:28

Gli indici USA tornano a sfrecciare, in particolare l’indice tecnologico il Nasdaq Composite che ha fatto un +30% da inizio anno e l’indice principale l’S&P 500 che nei primi sei mesi dell’anno ha messo in segno un rialzo del 14%. Al confronto, nello stesso periodo di tempo, l’indice europeo, Stoxx 600 è salito dell’8%, l’indice cinese lo Shanghai Composite ha registrato una crescita del 4,9% mentre il Hang Seng di Hong Kong è sceso di circa l’1%. Vale la pena sottolineare la strepitosa performance del indice giapponese il Nikker 225 (+30%) da inizio anno e il Ftse Mib di Milano che ha segnato un + 15% nei primi sei mesi dell’anno.

L’S&P 500 smentisce gli analisti

Come stavamo anticipando l’S&P 500 ha registrato una crescita del 14%, ben superiore rispetto a quella dell’indice MSCI World, che ha fatto un +8,5% da inizio anno. I numeri sono un chiaro segnale che i titoli USA sono tornati di moda. Secondo i dati di EPFR nelle ultime tre settimane, gli investimenti nei fondi azionari statunitensi e ETF ammontano a 23,7 miliardi di dollari, il volume più alto da dicembre 2022.

Mentre proprio nello stesso periodo l’interesse nei confronti dei fondi azionari globali è nettamente calato, si tratta del deflusso più importante da ottobre 2022, dopo un inizio anno particolarmente proficuo per i fondi azionari globali ed europei.

Ricordiamo che gli indici USA hanno sovraperformato gli altri benchmark in tutto il mondo per tanti anni. Ciononostante con l’arrivo del “bear market” ovvero le vendite pesanti sui mercati USA in seguito al cambio della politica sui tassi della FED e l’inflazione rovente, la maggioranza degli analisti e investitori avevano previsto che i deflussi dai titoli USA verso altre parti del mondo avrebbero continuato per un periodo di tempo più prolungato. Ed ecco che l’attuale performance dell’S&P 500 suggerisce che questo tipo di previsioni erano decisamente premature.

Vale la pena specificare che i fondi azionari statunitensi hanno ancora un ampio divario da colmare. Finora quest’anno, secondo l’EPFR, hanno subito circa 31 miliardi di dollari di deflussi netti contro afflussi netti di circa 13 miliardi di dollari per i fondi azionari globali.

L’intelligenza artificiale driver principale

Il recente entusiasmo per le azioni statunitensi deriva da un boom di interesse per l’industria dell’intelligenza artificiale (AI). Gli investitori acquistano azioni di società all’avanguardia di una tecnologia che pensano cambierà il mondo nei prossimi anni.

Le azioni di Nvidia, il produttore dei chip grafici avanzati richiesti per l’intelligenza artificiale, sono quasi triplicate quest’anno, portando la società ad una valutazione di 1 trilione di dollari. Anche altri titoli del comparto tecnologico sono saliti alle stelle. Per esempio i titoli Meta Platforms e Tesla sono più che raddoppiate. Microsoft, che ha svelato un investimento di 10 miliardi di dollari nel ChatGPT di OpenAI, è cresciuta di oltre il 40%, così come Apple e Amazon.com.

Naturalmente l’AI non è l’unico driver degli acquisti, gli investitori sono ottimisti riguardo agli Stati Uniti perché i consumatori continuano a spendere liberamente, il mercato del lavoro rimane solido e la crisi del settore bancario sembra essersi attenuata, almeno per ora. Inoltre, molti investitori sperano che la Federal Reserve si stia avvicinando alla fine della fase di aumento dei tassi di interesse, che potrebbe dare più mercati più spazio ai mercati per correre.

Dall’altro canto l’eurozona è scivolata in una recessione e il continente continua a combattere gli alti costi energetici e alimentari. Inoltre, il perdurare della guerra in Ucraina è fonte di incertezza per la regione. Mentre l’economia statunitense è più grande del 5,4% rispetto al periodo pre-pandemia, l’economia dell’Eurolandia è cresciuta solo del 2,2% rispetto al periodo pre-Covid.

Goldman Sachs, il target sull’S&P 500

Il target sull’S&P 500 da qui a fine anno di Goldman Sachs è di 4500 ovvero un ulteriore rialzo del 3% rispetto al valore attuale. Mentre per i prossimi 12 mesi si aspetta di raggiungere i 4700 ovvero (+7%).
Secondo la divisione Goldman Sachs Economics, la probabilità di una recessione negli USA, nei prossimi 12 mesi è soltanto del 25%. “I recenti dati economici hanno confermato che la disinflazione è in corso mentre il mercato del lavoro rimane forte, indicando che probabilmente siamo diretti verso un atterraggio morbido.” Si legge nel report di GS.

Nel frattempo, la performance relativa dei titoli ciclici vs. i titoli difensivi indica che il mercato azionario sta scontando prospettive di crescita economica più ottimistiche rispetto alle previsioni degli economisti di GS.