Notizie Indici e quotazioni Mercati: i 5 grafici chiave del mese di giugno

Mercati: i 5 grafici chiave del mese di giugno

27 Giugno 2024 16:43

Il mese di giugno è stato piuttosto volatile per diverse asset class. In Europa, l’effetto innescato dalle elezioni europee ha momentaneamente destabilizzato l’azionario e i titoli di Stato, mentre Wall Street ha continuato a registrare nuovi record in scia ai rialzi delle megacap come Nvidia, ma anche Amazon. Tra le materie prime, il petrolio ha registrato una discesa iniziale e un successivo recupero. Sul Forex, lo yen ha raggiunto i minimi da 38 anni nei confronti del dollaro, mentre fra le crypto il Bitcoin è sceso momentaneamente sotto i 60.000 dollari dopo diverse settimane. Ecco alcuni dei grafici più interessanti di questo mese di giugno.

Il Cac di Parigi annulla i guadagni da inizio anno

A livello di indici azionari, vale la pena soffermarsi sul Cac40 francese. Il benchmark di Parigi ha annullato in una sola settimana i guadagni da inizio anno, dopo che il presidente Macron ha indetto elezioni anticipate, in seguito alla sconfitta alle elezioni europee.

La prospettiva di un governo di destra, con il Rassemblement National di Marine Le Pen in testa nei sondaggi, ha sollevato preoccupazioni per un’eventuale politica fiscale meno rigida. Le vendite hanno colpito in particolar modo le banche, in concomitanza con un ampliamento dello spread OAT-Bund sui massimi dal 2017 oltre 80 bp.

Petrolio sull’ottovolante dopo al riunione Opec+

A inizio mese il future sul Brent è scivolato a 77 dollari al barile in seguito alla riunione dell’Opec+ che ha esteso i tagli alla produzione ma al tempo stesso ha pianificato una graduale reintroduzione dei barili sul mercato. Questo ha destato preoccupazioni per un eccesso di offerta, in un contesto nel quale i produttori ex-Opec come gli Stati Uniti continuano a pompare greggio e la domanda cinese sembra subire un rallentamento.

Tuttavia, i timori sono rientrati e il Brent è risalito fino a 86 dollari, supportato anche dalla ritrovata propensione al rischio nella seconda metà del mese.

Nvidia e Amazon in luce a Wall Street

Nvidia si conferma ancora una volta tra le protagoniste del mercato azionario, grazie a risultati sistematicamente superiori alle aspettative e alla continua euforia per l’intelligenza artificiale. Il titolo ha toccato un nuovo massimo storico, prima di registrare una momentanea correzione, considerata fisiologica dalla maggior parte degli analisti. La società ha anche conquistato momentaneamente il trono di società più capitalizzata al mondo, prima di cedere nuovamente il passo a Microsoft e ad Apple.

Ma c’è un’altra big di Wall Street che si è mesa in luce in questo mese: si tratta di Amazon, che ha toccato per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di dollari, spinta dalla forza della divisione AWS e dalle operazioni di razionalizzazione dei costi portate avanti dal Ceo Andy Jassy.

Yen ai minimi da 38 anni rispetto al dollaro

Tra le valute, spicca lo storico indebolimento dello yen nei confronti del dollaro. Il cambio tra biglietto verde e valuta nipponica è tornato ai livelli del 1986, superando la soglia psicologica dei 160 yen per dollaro.

Sul cambio pesa la forte divergenza tra le politiche monetarie della Fed e della Bank of Japan. La prima continua a mantenersi restrittiva, con tassi sui massimi da oltre 20 anni mentre la seconda stenta ad alzare il costo del denaro, alla luce di un’inflazione ancora sotto le attese.

Bitcoin in calo dopo i guadagni di maggio

È stato un mese di ribassi per le principali criptovalute, dopo i guadagni di maggio alimentati dall’approvazione degli ETF spot su Ether.

A penalizzare la criptovaluta ha contribuito la prospettiva di un rimborso di 8,5 miliardi di dollari di Bitcoin da parte di Mt. Gox, exchange di criptovalute giapponese finito da anni in bancarotta, che inizierà a restituire token ai creditori a partire da luglio. Una marea di Bitcoin sarebbe dunque pronta a riversarsi sul mercato, frenando i prezzi.

Inoltre, anche l’attendismo della Fed sui tagli dei tassi ha in parte influito sul minor appeal delle monete digitali.