Notizie Valute e materie prime Petrolio: Opec+ estende tagli al 2025, citato anche fattore tassi. Ma nessun buy su Brent e WTI

Petrolio: Opec+ estende tagli al 2025, citato anche fattore tassi. Ma nessun buy su Brent e WTI

3 Giugno 2024 10:17

L’Opec+, alleanza tra i paesi Opec come l’Arabia Saudita e i paesi non Opec come la Russia, ha annunciato nella giornata di ieri, domenica 2 giugno, la decisione di estendere al 2025 la maggior parte dei tagli alla produzione lanciata alla fine del 2022.

Obiettivo: cercare sostenere le entrate che i paesi incassano con la vendita di petrolio in un contesto caratterizzato, come fa notare l’agenzia di stampa Reuters, da una crescita debole della domanda, da elevati tassi di interesse e dalla competizione della produzione degli Stati Uniti.

Sono stati tutti questi fattori, di fatto, a far oscillare i prezzi del Brent, negli ultimi giorni, attorno a quota $80 al barile: un valore, evidentemente, non sufficiente a soddisfare le esigenze di cassa degli esponenti dell’Opec+, le cui entrate fiscali dipendono dai ricavi guadagnati con la vendita di petrolio.

I tagli alla produzione di petrolio al momento attivi, va ricordato, ammontano a 5,86 milioni di barili al giorno, pari al 5,7% della domanda globale di petrolio.

Questi tagli includono 3,66 milioni di barili al giorno, la cui scadenza era stata in precedenza stabilita alla fine del 2024 e tagli volontari lanciati da otto membri dell’alleanza, pari a 2,2 milioni di barili al giorno, con scadenza inizialmente fissata alla fine di giugno del 2024.

Ministro saudita: aspettiamo che i tassi di interessano scendano

Nella giornata di ieri, l’Opec+ ha annunciato l’estensione dei tagli di 3,66 milioni di barili al giorno fino alla fine del 2025, prorogando i tagli alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno fino alla fine di settembre di quest’anno.

Questi ultimi tagli all’output non saranno tuttavia ritirati di colpo, alla fine di settembre.

Il ritiro avverrà infatti in modo graduale, nel periodo compreso tra l’ottobre di questo anno e il settembre del 2025.

Chiaro l’obiettivo dell’alleanza di sostenere il trend dei prezzi del petrolio, a sostegno delle finanze pubbliche, a fronte di tassi di interesse che rimangono ancora elevati in tutto il mondo.

Il fattore tassi è stato citato dallo stesso ministro saudita dell’energia, ovvero dal principe Abdulaziz bin Salman, stando a quanto riportato da Reuters:

Stiamo aspettando che i tassi di interesse scendano e che la crescita dell’economia segua una traiettoria migliore…e non che ci siano sacche di crescita qui e lì”.

Nessun rally dei prezzi del petrolio, tuttavia, nonostante l’estensione dei tagli.

Petrolio: esito riunione Opec+, Goldman Sachs ha una view bearish

Gli analisti di Goldman Sachs hanno commentato la reazione dei prezzi del petrolio crude, scrivendo in una nota che l’esito del meeting dell’Opec+ è bearish, in quanto gli otto paesi – Algeria, Iraq, Kazakhistan, Kuwait, Oman, Russia, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – che avevano lanciato i tagli volontari di 2,2 milioni di barili al giorno avevano già indicato l’obiettivo di procedere al loro ritiro nel periodo compreso tra l’ottobre di quest’anno e il settembre del 2025, in modo graduale e non brusco.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, inoltre,”un piano di default sorprendentemente dettagliato, finalizzato al ritiro dei tagli extra, rende più arduo per i paesi riuscire a mantenere bassi i livelli di produzione, a fronte di un mercato che potrebbe diventare più debole rispetto alle aspettative bullish dell’Opec”, in termini di solidità della domanda di oil.

E così la reazione dei prezzi del petrolio è non positiva ma negativa: i prezzi del petrolio WTI viaggiano al di sotto della parità, a quota $76,994. Idem fanno le quotazioni del Brent, piatte attorno a quota $80,80.

Motivi per brindare all’annuncio dell’Opec+, di fatto, non ci sono: oltre al fatto che era stata già prezzata la decisione degli otto paesi membri di ritirare i tagli in modo graduale, c’è il problema della domanda di petrolio, su cui l’Opec+ ha annunciato un outlook decisamente più roseo di quello stilato dall’Agenzia internazionale dell’energia.

L’Opec prevede infatti che la domanda di crude dei paesi Opec+ si attesterà nella seconda metà di quest’anno a un valore medio di 43,65 milioni di barili, che si tradurrebbe in termini operativi in un calo delle scorte di 2,63 milioni di barili al giorno nel caso in cui l’alleanza confermasse il ritmo dei tagli di aprile, pari a 41,02 milioni di barili al giorno.

L’agenzia internazionale dell’energia, che rappresenta i consumatori globali principali di oil, stima invece un valore complessivo della domanda Opec+ , incluse le scorte, decisamente più basso, pari a 41,9 milioni di barili al giorno, nel corso dell’intero 2024.

“Continueremo ad avere un approccio cauto e preventivo”, ha detto il ministro dell’Energia saudita Abdulaziz bin Salman ai giornalisti, stando a quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, dopo il meeting dell’Opec+, che si è tenuto stavolta nella capitale Riyadh dell’Arabia Saudita invece che a Vienna, il che significa che l’Opec+ potrebbe considerare l’eventualità di fare una pausa nel processo di ritiro dei tagli, o magari anche ribaltare la fine dei tagli e prorogarli ulteriormente.

Molto dipenderà ovviamente dal trend dell’economia globale: un eventuale rafforzamento della domanda porterebbe i trader a scommettere su una ulteriore richiesta di petrolio, sostenendo i prezzi del crude; al contrario, così come è avvenuto nelle ultime sessioni, il timore di un indebolimento dei fondamentali rischierebbe di deprimere i prezzi, portando di conseguenza i paesi dell’Opec+ a valutare meglio e magari a rimandare il ritiro dei tagli alla produzione.

Il fattore Cina sarà determinante per l’esito delle valutazioni dell’Opec+, dal momento che proprio i timori legati alla ripresa della seconda economia al mondo hanno depresso nelle ultime settimane i prezzi del petrolio, portando in particolare le quotazioni del Brent a scendere lo scorso 31 maggio a quota $81,62 al barile, in calo del 7,1% dall’inizio del mese.

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