Mercati: Ftse Mib, oro, Tesla e gli altri grafici chiave del mese di marzo

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Una primavera che tarda ad arrivare per i mercati finanziari ed un marzo da profondo rosso. I principali listini sono stati oggetto di una brusca correzione, scottati principalmente dal “terremoto Trump“, che ha portato ad un’escalation delle tensioni commerciali, e dai timori di una possibile recessione. Questi elementi combinati hanno portato a una vendita massiccia di titoli, con l’S&P 500 e il Nasdaq che hanno registrato cali significativi, riflettendo l’ansia degli investitori riguardo alle prospettive economiche future e contagiando l’intera economia globale. Di seguito un dettaglio di alcune delle performance più rilevanti nelle varie asset class.
Ftse Mib sui massimi relativi dal 2007
Tra gli indici azionari, il “nostro” FTSE MIB si presenta tra i più resilienti in questa fase di mercato altamente ribassista. Nonostante una performance nel complesso negativa per il mese di marzo (-1,5% circa), il paniere ha registrato un massimo relativo a diciotto anni, toccando nuovamente il livello di 39.825,91 punti.
Il FTSE MIB, grazie ad una composizione fortemente rappresentata dai settori finanziario ed utility, si è mostrato solido trainato dalle performance di alcune aziende che hanno ottenuto risultati migliori rispetto ai loro competitors. Tra i best performers titoli come Generali e Hera che hanno registrato con incrementi rispettivamente del +19,45% e del +18,07% dall’inizio dell’anno.
Oro, aggiornati i massimi storici
Brilla l’oro che per la prima volta supera soglia $ 3.000 l’oncia, registrando un picco massimo sul livello di $ 3.162,00 l’oncia. Il record storico è stato guidato da un mix di fattori che hanno permesso al re dei metalli preziosi di registrare una performance da inizio anno oltre il +12,5%.
Le tensioni commerciali, generatesi nei primi mesi dell’anno, hanno indotto molte banche centrali ad incrementare le loro riserve per far fronte all’aumento dell’incertezza del contesto economico. Inoltre, ad alimentare il rialzo dei prezzi ci sono anche le previsioni di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e di altre banche centrali. Tale scenario rende l’oro più attraente rispetto ad altri investimenti, poiché i rendimenti più bassi delle obbligazioni aumentano l’appeal di asset non fruttiferi come l’oro.
Bitcoin scalda i motori?
Il re delle criptovalute, Bitcoin, al centro di una fase correttiva dopo aver toccato i massimi storici durante il mese di gennaio, sul livello di $ 109.354,00. Il ribasso è costato una performance del -23% circa dal picco, ma il mese di marzo potrebbe rivelarsi un potenziale bottom per riprendere a correre.
Il pattern grafico in fase di configurazione suggerisce un ritorno verso le aree di resistenza in area $ 100.000. Inoltre, anche sul fronte macroeconomico si segnalano una serie di fattori che non possono essere tralasciati: in primis, il ruolo di Bitcoin come riserva di valore potrebbe spingere molti investitori a tutelare i propri risparmi a fronte dell’elevata incertezza dell’economia reale. In secondo luogo, ma non meno rilevante, a marzo il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo per istituire una riserva strategica di Bitcoin, utilizzando asset digitali confiscati.
Tesla, un marzo in chiaroscuro
Un marzo dal gusto dolceamaro per Tesla, caratterizzato da un tracollo del titolo quotato al NASDAQ con una correzione di oltre il 28%, ma con un rimbalzo successivo.
I segnali dell’insofferenza del big dell’auto elettrica si devono ricercare principalmente in due diversi fattori:
- Calo delle vendite: nel primo trimestre del 2025, Tesla ha registrato una diminuzione delle consegne di veicoli, con stime che indicano una flessione del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo calo è stato particolarmente evidente in Europa, dove le vendite sono diminuite del 49% rispetto al 2024;
- Crescente concorrenza: produttori cinesi come BYD hanno guadagnato quote di mercato offrendo veicoli elettrici tecnologicamente avanzati a prezzi più competitivi, erodendo la posizione dominante di Tesla.
Euro/Dollaro, sfiorata quota 1,10
Sul fronte dei forex torna la forza dell’euro, il quale durante il mese di marzo cerca un ritorno verso quota 1,10 sul confronto con il dollaro, senza tuttavia riuscire nell’impresa. L’apprezzamento della valuta unica europea rispetto al dollaro ha permesso ad ogni modo di raggiungere un livello di massimo relativo a cinque mesi, toccando quota 1,09548.
In generale, risulta però più corretto parlare di indebolimento del dollaro a seguito di una politica monetaria della Fed più flessibile in prospettiva dei prossimi mesi. Allo stesso tempo, l’iniziale debolezza dell’euro ha comunque avuto modo di essere reintegrata a seguito dell’annuncio del riarmo da parte della Commissione Europa, con la mobilitazione potenziale di oltre € 800 miliardi, che ha dato un nuovo impulso alla moneta unica.