Oro, corsa da record con “imprevedibile politica dazi”. Goldman fissa target a 3.300$ a fine 2025

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Record su record per l’oro. L’ultimo raggiunto proprio stamattina, superando il massimo storico toccato solo ieri in scia agli annunci del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che prepara tariffe “permanenti” del 25% sulle importazioni di auto, intensificando così le tensioni commerciali.
A metà seduta, il metallo giallo ha impresso un’ulteriore accelerazione e le quotazioni mostrano un rialzo dello 0,7% a 3.077 dollari l’oncia.
Oro ancora da record
Mentre “Liberation day” si avvicina, gli investitori si allontano dagli asset considerati più rischiosi come l’equity e vanno verso porti più sicuri come l’oro. Il metallo prezioso, che infranto la soglia dei 3mila dollari lo scorso 14 marzo, oggi ha segnato un nuovo record, portando a quasi +18% i rialzi registrati da inizio anno.
“L’imprevedibile politica commerciale di Trump è stata il motore principale dell’oro finora nel 2025, con prezzi in aumento di oltre il 17% dall’inizio dell’anno, estendendo il suo slancio dal 2024″, commentano gli esperti di ING che vedono una certa incertezza sul commercio e sulle tariffe, insieme agli acquisti delle banche centrali e agli afflussi nelle partecipazioni ETF che continuano a sostenere i prezzi dell’oro.
Dollaro e oro, la correlazione
“Solitamente oro e dollaro sono inversamente correlati. In queste ultime ore, invece, abbiamo assistito ad una salita congiunta della banconota verde e dell’oro”, segnala Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, precisando come la nuova accelerazione rialzista dell’oro sia legata alla crescente incertezza derivante dai dazi e dalle tensioni geopolitiche. “I continui cambi di piano del governo americano sul tema dazi generano incertezza e gli investitori puntano sul bene rifugio per eccellenza”, rimarca De Casa.
Goldman Sachs alza ancora target di fine 2025
Una vera e propria corsa all’oro che porta gli analisti, economisti a rivedere al rialzo il target sul metallo giallo. E in questo contesto gli esperti di Goldman Sachs hanno corretto nuovamente verso l’ato(l’ultima revisione era stata lo scorso febbraio) le previsioni sul metallo prezioso per la fine del 2025 a 3.300 dollari l’oncia (rispetto ai 3.100 $) ma anche il loro intervallo di previsione a 3.250-3.520 dollari, “riflettendo le sorprese al rialzo negli afflussi di ETF e nella continua e forte domanda di oro da parte delle banche centrali”.
“Sebbene l’incertezza sia elevata, stimiamo che tra i grandi acquirenti delle banche centrali asiatiche potrebbero portare avanti i loro acquisti di oro per altri 3-6 anni, raggiungendo il nostro range relativo ai target stimati di potenziali obiettivi di riserva aurea”, precisano da Goldman Sachs.
Goldman Sachs mantiene la view long sull’oro, pur riconoscendo che “due potenziali eventi (seppur incerti) potrebbero offrire punti di ingresso più interessanti se si dovessero verificare. In primo luogo, un accordo di pace tra Russia e Ucraina che potrebbe innescare vendite speculative, anche se pensiamo che sia improbabile che un accordo alteri significativamente il quadro strutturalmente rigido domanda-offerta. In secondo luogo, sebbene non sia lo secnario base dei nostri portfolio strategist, un potenziale sell-off sull’azionario potrebbe spingere (ma solo nel breve) gli investitori a liquidare parzialmente le posizioni sull’oro per preservare i margini”.