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Ftse Mib Total Return, c’è ancora benzina per spingere

26 Marzo 2025 09:22

Ftse Mib Total Return sui massimi storici, a conferma di un panorama tra i più generosi a livello mondiale in tema di stacco di dividendi. Il benchmark dell’economia italiana, tenuto conto della remunerazione agli azionisti, sta viaggiando ad un ritmo elevato con un rally che prosegue ininterrotto dai minimi di agosto 2024. L’indice registra una performance del +15,5% circa da inizio anno e del +30% dai minimi relativi precedenti, attirando nuovamente l’attenzione degli addetti ai lavori.

Ftse Mib vs. Ftse Mib Total Return

Quando si analizza l’andamento della Borsa Italiana, si fa spesso riferimento al Ftse Mib, l’indice che rappresenta le 40 principali società quotate sul mercato italiano. Tuttavia, esiste anche una sua versione meno conosciuta ma altrettanto importante: il Ftse Mib Total Return. Quest’ultimo parte dallo stesso paniere di titoli, ma include nel calcolo i dividendi distribuiti dalle società, ipotizzando che vengano reinvestiti nello stesso indice. In questo modo fornisce una fotografia più completa del rendimento effettivo per un investitore di lungo termine.

La differenza tra i due è sottile ma significativa: mentre il Ftse Mib mostra come si muovono i prezzi, il Ftse Mib Total Return mostra quanto si guadagna davvero se si resta investiti. Una distinzione fondamentale specialmente per coloro che investono con un orizzonte temporale di lungo periodo e per le analisi con indici “competitors”.

Il punto tecnico di breve periodo sul grafico

Il Ftse Mib Total Return ha evidenziato fin qui una performance di breve periodo particolarmente intensa, con un risultato che ad oggi registra un +15,5% circa dall’inizio dell’anno.

Il grafico dell’indice in un timeframe daily presenta uno scenario a sentiment fortemente bullish con il raggiungimento dei massimi storici sul livello di 101.735,59 punti, sostenuto da delle trendline (in blu) di breve e medio periodo ad inclinazione positiva. La forza del trend si evince anche dalla distanza verticale tra le stesse ed il livello di prezzo attuale. Inoltre, sul grafico si evince la configurazione di un pattern di doppio minimo sviluppatosi durante la breve correzione nel movimento laterale di marzo, il quale proietterebbe il prezzo al di là dei recenti massimi storici registrati, verso area 103.000 punti.

Nonostante questo, il canale ascendente che ha contenuto il movimento di prezzo durante il rally in atto, sta subendo un momentaneo rallentamento ed un simultaneo incremento della volatilità. La resistenza statica (in nero) segnata sui massimi assoluti risulterà un importante livello test per eventuali nuovi attacchi superiori. La principale preoccupazione sorge infatti dalla divergenza (in rosso) che si evince con il grafico dell’oscillatore RSI a 14 periodi. Su quest’ultimo, inoltre, si evidenzia la precedente rottura del supporto statico (in viola) ed i ripetuti tentativi di scendere al di sotto pure di quello dinamico (in verde). Attenzione quindi alle principali aree chiave per non esser colti impreparati nel caso di eventuali capitolazioni.

Gli spunti tecnici di lungo periodo

Il grafico del Ftse Mib TR in un timeframe monthly permette di evidenziare quale potrebbe essere il percorso che seguirà l’indice in un orizzonte temporale più lungo.

Riducendo il rumore di breve periodo dal grafico si nota come la forza del trend positivo sia ancora in atto, sostenuta da tre trendline (in blu) ad inclinazione positiva cominciate in periodi differenti tra loro. In generale, anche la più vicina al prezzo si presenta verticalmente distante, a denotare un rialzo che ancora non mostra segni di rallentamento. Al contrario, un primo segnale da osservare in tema di potenziale continuazione del rally è rappresentato dal rettangolo di accumulazione (in viola) tra i mesi di maggio e dicembre 2024, sfociato successivamente in una rottura rialzista a gennaio. Questo pattern suggerisce un potenziale mantenimento del trend in crescita, proiettando il prezzo verso l’area 113.000, replicando la stessa distanza verticale sul punto di rottura del movimento che ha anticipato la fase laterale.

Dal grafico dell’RSI a 14 periodi non si evidenziano segnali di inversione, se non l’approccio all’area di iper-comprato, che di per sé, tuttavia, in uno scenario bullish non fornisce un’indicazione di rallentamento del trend.

Si suggerisce pertanto di monitorare il comportamento del prezzo all’approccio delle principali aree chiave, in questo caso la prima trendline, ed adottare di conseguenza le semplici, ma opportune, regole di risk management di portafoglio.