Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Meeting Fed, il dollaro si rafforza in attesa dell’ultima stretta sui tassi

Meeting Fed, il dollaro si rafforza in attesa dell’ultima stretta sui tassi

21 Luglio 2023 15:48

In una giornata difficile per il settore tecnologico in seguito alle trimestrali di Netflix e Tesla, che hanno trascinato il Nasdaq al ribasso del 2%, come quella di ieri (giovedì 20 luglio), l’indice del dollaro ha registrato la migliore performance da circa due mesi in attesa del meeting della Fed. Nel frattempo il cambio euro/usd torna a quota 1,1133, oggi in calo dello 0,03% in attesa delle riunioni della BCE, questo giovedì (27 luglio) e della Fed in agenda mercoledì (26 luglio).

L’indice del dollaro sale in attesa della Fed

L’indice del dollaro (DXY), che racchiude la performance del biglietto verde rispetto ai sei principali omologhi, incluso lo yen, sale anche oggi dello 0,3% tornando sopra la soglia psicologica, quota 100. Si tratta del guadagno settimanale più grande in due mesi.

Grafico Tradingview, performance del DXY

I dati sul lavoro USA di ieri, hanno mostrato che il numero di americani che hanno richiesto i sussidi di disoccupazione è diminuito inaspettatamente la scorsa settimana, toccando il livello più basso ( 228.000 unità) in due mesi a causa della tensione del mercato del lavoro in corso.

Richieste settimanali di sussidi di disoccupazione

I mercati stanno scontando una probabilità del 96% di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed di 25 punti base nella riunione di settimana prossima. “Potremmo vedere l’ultimo rialzo dei tassi per il ciclo attuale, ma qualsiasi svolta “dovish” sembra lontana”, ha affermato Christian Scherrmann, economista di DWS.

Meeting Fed, le previsioni

Grande attesa per il meeting della Fed di questo mercoledì 26 luglio, la banca centrale americana, guidata dal presidente Jerome Powell annuncerà la propria decisione sui tassi. Dopo la pausa “hawkish” del mese di giugno, in cui il FOMC ha lasciato i tassi sui Fed funds invariati tra il 5% e il 5,25%, e in vista del grande rimpasto ai vertici, inizia ad affacciarsi la speranza che la stretta prezzata dai mercati possa essere l’ultima.

Secondo l’ex presidente della Fed, Ben Bernanke, l’aumento dei tassi di interesse previsto per la prossima settimana potrebbe rappresentare l’ultima stretta dell’attuale ciclo di inasprimento monetario.

“Sembra molto chiaro che la Fed aumenterà i tassi di altri 25 punti base nella prossima riunione,” ha dichiarato Bernanke durante un webinar organizzato da Fidelity Investments. “È possibile che questo possa essere l’ultimo rialzo.”

Nel suo ruolo di consulente per PIMCO, Bernanke ha previsto un calo dell’inflazione “più duraturo”, nell’ordine del 3% – 3,5% nei prossimi sei mesi, in seguito alla diminuzione degli aumenti degli affitti e al calo dei prezzi delle auto.

Prima di dichiarare vittoria nella sua lotta contro l’inflazione, la Fed vorrà vedere un migliore equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. “È ancora piuttosto caldo”, ha detto Bernanke, riferendosi al mercato del lavoro. Nonostante le offerte di lavoro siano diminuite, ci sono ancora circa 1,6 posizioni aperte per ogni persona considerata disoccupata.

Mentre secondo Guillermo Felices, Global Investment Strategist, PGIM Fixed Income, sebbene la riunione del prossimo 26 luglio sarà probabilmente priva di controversie in termini di decisioni sui tassi di interesse, la dichiarazione della Fed e la conferenza stampa saranno estremamente rilevanti per i mercati.

“Come il mercato, ci aspettiamo che la Fed annunci un aumento dei tassi di 25 pb, che dopo luglio rimanga in pausa fino alla fine dell’anno e che in seguito proceda con tagli molto graduali. Il mercato del lavoro rimane resiliente e anche il mercato degli immobili residenziali (molto sensibile agli interessi) mostra segni di ripresa. Sul fronte dell’inflazione, le notizie sono state generalmente positive, in quanto sia l’inflazione complessiva che quella core (pur rimanendo elevata) sono scese gradualmente.” Scrive in una nota Felices. “Rimangono però le preoccupazioni per l’inflazione core dei servizi, che rimane alta e vischiosa. La Fed dovrà spiegare come vede la tenuta dell’economia statunitense. Se accennerà alla necessità di una politica monetaria restrittiva più a lungo, i rendimenti degli UST all’estremità anteriore della curva potrebbero risalire con un possibile traballante aggiustamento della duration e degli asset rischiosi.” Conclude Felices di PGIM.