Lavoro Usa: nonfarm payrolls giù, salgono chance taglio tassi Fed a settembre
Segnali di raffreddamento dal mercato del lavoro Usa. I nonfarm payrolls sono risultati inferiori alle attese, dopo aver superato le stime nei cinque mesi precedenti. Inoltre, il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato e la crescita media annua dei salari ha parzialmente rallentato. Ecco le implicazioni per le prossime mosse della Fed e la reazione dei mercati, con focus sulle aspettative in merito ai tagli dei tassi di interesse.
Nonfarm payrolls sotto le attese, disoccupazione in aumento
I nuovi impieghi nel settore non agricolo ad aprile sono stati 175 mila (valore minimo da sei mesi), inferiori alle attese degli analisti (consensus Bloomberg 240 mila). La rilevazione del mese precedente è stata rivista leggermente al rialzo da 303 mila a 315 mila.
Il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% dal 3,8% di marzo, mentre gli economisti avevano previsto una lettura prevista stabile.
La crescita annua dei salari medi orari si è attestata al 3,9%, contro il 4,0% atteso e il 4,1% del mese precedente. Su base mensile emerge un incremento dello 0,2% rispetto allo 0,3% delle stime e di marzo.
Le implicazioni dei dati sul lavoro per la Fed
I dati odierni dipingono un mercato del lavoro ancora solido e caratterizzato da bassi livelli bassi di disoccupazione, come evidenziato dalla Federal Reserve nella riunione di questa settimana. Tuttavia, forniscono anche qualche indicazione confortante per la banca centrale, preoccupata per le pressioni inflazionistiche derivanti da un mercato del lavoro troppo teso.
Nel meeting del 30 aprile-1 maggio l’istituto di Washington ha confermato i tassi al livello 5,25%-5,50%, sottolineando l’inflazione ancora elevata e la mancanza di progressi verso il target del 2%. Il Fomc non si aspetta che sarà appropriato ridurre i tassi fin quando non ci sarà maggiore fiducia sulla traiettoria dell’inflazione verso tale obiettivo.
Nella conferenza stampa finale, il presidente Jerome Powell ha però utilizzato toni meno restrittivi del previsto. Il chairman ha segnalato che un nuovo aumento dei tassi è improbabile e che il costo del denaro potrà essere abbassato nel momento in cui emergeranno prove chiare che l’inflazione si stia raffreddando.
Per i tagli dei tassi serve una frenata dell’inflazione
Gli indicatori chiave per le decisioni della Fed restano quelli sull’inflazione, ma anche i dati sul mercato del lavoro vengono attentamente monitorati, per via delle pressioni inflazionistiche che ne scaturiscono.
Gli ultimi dati sui prezzi al consumo di marzo hanno evidenziato una nuova accelerazione dal 3,2% al 3,5%, con un indice core stabile al 3,8%, mentre il Pce core, la misura di preferita dalla Fed, è rimasto al 2,8% (Pce in aumento dal 2,5% al 2,7%). I prossimi dati sui prezzi al consumo e sul deflatore Pce verranno pubblicati rispettivamente il 15 maggio e il 31 maggio.
Nella precedente riunione di marzo i funzionari della Fed avevano previsto tre tagli dei tassi nel 2024. Tuttavia, la persistenza dell’inflazione ha portato gli operatori a ridimensionare le aspettative sulle riduzioni, mettendo in discussione anche un solo intervento al ribasso nel corso di quest’anno. Il report di oggi, però, sembra supportare la visione che ci sia ancora margine per una discesa dei prezzi sufficiente per convincere la Fed a tagliare i tassi a un certo punto nel 2024.
La reazione del mercato ai dati sul mercato del lavoro
In seguito alla pubblicazione dei dati, i futures sugli indici azionari americani hanno accelerato al rialzo, preannunciando una partenza ampiamente positiva per S&P 500 e Nasdaq.
Sul Forex, il dollaro si è indebolito nei confronti delle altre principali valute, portando l’euro/dollaro a ridosso di quota 1,08 il cambio tra biglietto verde e yen in calo a 152,25.
In forte discesa i rendimenti dei Treasury statunitensi (-10 bp), con il decennale al 4,48% e il biennale al 4,77%.
Infine, le aspettative sui tagli dei tassi implicite nei futures sui Fed Funds indicano ora due tagli da 25 bp entro fine anno, rispetto ad un solo intervento atteso in precedenza. La prima mossa è pienamente scontata nella riunione di settembre, e non più a novembre come prima del report.