L’appello di George Soros al Consiglio Ue: sì a Recovery Fund finanziato da bond perpetui
Arriva l’endorsement di George Soros ai bond perpetui come soluzione per affrontare l’emergenza da coronavirus in Europa. In un articolo scritto su Project Syndicate, il finanziere e filantropo miliardario, presidente del Soros Fund Management e di Open Society Foundations, lo dice chiaramente: “Propongo che l’Unione europea raccogli i finanziamenti necessari per il Recovery Fund vendendo ‘bond perpetui’, che non implichino il rimborso del capitale (sebbene possano essere riacquistati o rimborsati, a discrezione dell’emittente) – scrive Soros – Autorizzare questa emissione dovrebbe essere la priorità numero uno del Consiglio europeo, in vista dell’imminente summit del 23 aprile (domani)”.
“Ovviamente, l’emissione dei bond perpetui sarebbe per l’Ue senza precedenti, soprattutto in termini di valore”. Soros ricorda che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha detto che l’Europa avrebbe bisogno di almeno 1 trilione di euro per arginare i danni provocati dalla pandemia coronavirus e dal conseguente lockdown.
“Ma altri governi, in passato, hanno fatto affidamento sui bond perpetui. L’esempio più noto è la Gran Bretagna, che utilizzò i bond consolidati (Consols) per finanziare le guerre napoleoniche e ricorse ai bond di guerra per finanziare la Prima Guerra Mondiale. Queste emissioni sono state scambiate a Londra fino al 2015, anno in cui entrambe le obbligazioni sono state riscattate. Nel 1870, inoltre, il Congresso degli Stati Uniti autorizzò il Tesoro a emettere Consols per consolidare bond già esistenti. L’emissione avvenne negli anni successivi”.
Soros: tre vantaggi per l’emissione dei bond perpetui
Tre sono i vantaggi che George Soros individua nell’emissione dei bond perpetui da parte dell’Unione europea.
- Per iniziare, visto che non dovranno essere mai rimborsati, secondo il finanziere i bond perpetui “comporterebbero per l’Ue un carico fiscale sorprendentemente leggero, nonostante la potenza di fuoco finanziaria che mobilizzerebbero”. In più, “l’Ue non dovrebbe rifinanziarli alla loro scadenza, oppure accantonare liquidità in vista di un loro eventuale rimborso. L’Ue sarebbe obbligata soltanto a pagare interessi regolari su di essi. Questo significa che “un bond perpetuo del valore di 1 trilione di euro con una cedola dello 0,5% costerebbe al bilancio Ue appena 5 miliardi di euro l’anno, meno del 3% del budget previsto per il 2020″.
- Il secondo vantaggio è più tecnico, ma quasi altrettanto importante. Il mercato potrebbe non riuscire ad assorbire, tutto in una volta, una emissione di 1 trilione di euro. Nell’emettere i bond perpetui, l’Unione europea potrebbe raccogliere però questa somma a rate, senza creare un nuovo bond ogni volta.
- Il terzo vantaggio è che bond perpetui emessi dall’Unione europea si presenterebbero come un asset molto appetibile per i programmi di acquisti di asset della Bce. Visto che la maturity sarebbe sempre la stessa, alla Bce non verrebbe richiesto, inoltre, neanche di ribilanciare il proprio portafoglio.
George Soros fa riferimento a un altro punto a favore dei bond perpetui. In barba al Mes Fondo salva-stati, o a eventuali altri fondi, l’Ue non avrebbe bisogno di creare alcun meccanismo o struttura per emettere i bond, visto che l’Ue ha emesso bond in passato.
I ricavi dovrebbero esere utilizzati per finanziare gli investimenti e donazioni legati alla lotta contro la pandemia. La Commissione europea disperderebbe i fondi o direttamente o attraverso gli stati membri e altre istituzioni che sono direttamente coinvolte nella lotta alla pandemia COVID-19“.
Di bond perpetui o anche di BTP di guerra si è parlato molto, nelle ultime settimane, proprio in Italia. In particolare ha preso piede la proposta di bond perpetui a 50 o addirittura 100 anni. Una sorta di riedizione dei prestiti di guerra, con l’ex premier Romano Prodi che si è espresso favorevolmente alla proposta di Giulio Tremonti per un Prestito di ricostruzione basato sull’emissione di titoli pubblici a lunghissima scadenza.
“La crisi provocata dalla pandemia – conclude Soros nel suo articolo – dovrebbe essere temporanea, ma solo se i leader europei adotteranno le misure straordinarie di cui c’è bisogno per evitare danni di lungo periodo all’Unione europea. E’ per questo che c’è un bisogno disperato di un Recovery Fund europeo. Finanziarlo con i bond perpetui è il modo più facile, più veloce e meno costoso, per crearlo”.
Del “Recovery Fund” ha parlato esplicitamente il documento finale dell’Eurogruppo di una decina di giorni fa circa, in vista proprio della riunione del Consiglio europeo, che si terrà domani, giovedì 23 aprile. Dal documento è emerso che il Fondo sarebbe temporaneo e dimensionato per coprire i costi della crisi e spalmarne il finanziamento in un periodo di tempo.