Notizie Notizie Italia Btp di guerra o bond perpetui per stanare i risparmi monstre sui conti correnti, ma tassazione zero può esser un problema

Btp di guerra o bond perpetui per stanare i risparmi monstre sui conti correnti, ma tassazione zero può esser un problema

15 Aprile 2020 11:13

Il Tesoro inizia a scoprire le sue carte e prepara un’importante novità dedicata ai risparmiatori italiani. Un nuovo strumento che si andrà ad affiancare ai BTP Italia con più di un’emissione nel corso di un 2020 che vedrà l’Italia costretta ad aumentare la potenza di fuoco delle emissioni per far fronte all’extra debito richiesto dall’emergenza Covid-19. Necessità ancora più impellenti se effettivamente l’Italia non attingerà ai 36 miliardi di euro previsti dal MES Light per le spese sanitarie e se la proposta Eurobond non passerà. 

Nessun dettaglio ancora sul nuovo strumento, ma tutte le premesse fanno pensare a un titolo di Stato pensato ad hoc per le famiglie con l’intento di andare a stanare la montagna di 1.400 miliardi di euro fermi sui conti correnti e depositi degli italiani. Il vice ministro dell’Economia, Antonio Misiani, già nelle scorse settimane aveva fatto presente questo intento e ieri nelle nuove linee guida di gestione del debito è spuntato questo nuovo strumento per le famiglie che potrà essere proposto più volte durante l’anno.

Rimangono i pilastri del programma di emissioni diffuso lo scorso dicembre, con nuovi BTP in dollari e l’avvio dei Green Bond che rimangono in agenda. Tra le altre mosse che il Tesoro intende implementare c’è l’introduzione di un collocamento aggiuntivo riservato agli specialisti, che potrà riguardare la riapertura di titoli già emessi nelle aste ordinarie. L’idea è di effettuarlo nelle settimane lasciate libere dalle aste ordinarie che a loro volta saranno rimpinguate con emissioni più consistenti su tutte le scadenze come fatto già questo mese con due maxi-emissioni di Bot e Btp da 9,5 mld di euro ciascuna e il ritorno dopo 7 anni del Bot a tre mesi. 

L’agevolazione fiscale, arma a doppio taglio

La priorità adesso è però quella di attirare i piccoli investitori in modo da raccogliere il più possibile per fronteggiare l’emergenza attuale. Per far ciò si ricorrerà con ogni probabilità a modalità agevolate, ossia una tassazione ancora più agevolata. Nei giorni scorsi il numero uno dell’ABI, Antonio Patuelli, aveva parlato di detassazione in generale per i titoli di Stato, e anche dalla politica arrivano segnali in tal senso con Matteo Salvini che nelle ultime settimane ha più volte proposto i ‘Bot di guerra’ con tassazione azzerata.

Il vantaggio fiscale potrebbe tradursi in un’arma a doppio taglio creando delle disparità tra emissioni nel caso la si proponesse solo per i nuovi Btp retail. Il rischio è che gli investitori italiani fuggano dai Btp tradizionali verso quelli anti-Covid con tassazione agevolata con conseguenza dell’aumento dei rendimenti dei primi e probabili ricadute anche sullo spread.

Sul campo anche la proposta di bond perpetui

Parallelamente nelle ultime settimane ha preso piede la proposta di bond perpetui a 50 o addirittura 100 anni. Una sorta di riedizione dei prestiti di guerra.  L’ex premier Romano Prodi ieri si è espresso favorevolmente alla proposta di Giulio Tremonti per un Prestito di ricostruzione basato sull’emissione di titoli pubblici a lunghissima scadenza. “Bisogna essere molto precisi sulle condizioni: niente imposta di eredità e fare i conti su quanto potranno rendere”, sostiene Romano Prodi, ex Presidente della Commissione europea ed ex Presidente del Consiglio, a Focus economia su Radio 24. “ Ci finanziamo e sarebbe un segnale che ci prendiamo cura del nostro paese, è anche un messaggio internazionale”.

Di bond perpetui avevano parlato anche gli economisti Francesco Giavazzi e Guido Tabellini, così come il presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, che in un’intervista al Corriere ha parlato della possibilità di un grande prestito non forzoso, finanziato dagli italiani e garantito dai beni dello Stato: “Non bastano 100 miliardi; ne servono 300, soldi da destinare alle riforme produttive”.