Notizie Notizie Mondo Lagarde condanna dazi e risponde a Trump. Sorpresa da inflazione tedesca

Lagarde condanna dazi e risponde a Trump. Sorpresa da inflazione tedesca

14 Marzo 2025 10:26

Christine Lagarde, presidente della Bce, ha lanciato un nuovo monito contro le politiche commerciali aggressive avviate da Donald Trump, avvertendo che i dazi danneggeranno tutti, in termini di crescita e inflazione e rispondendo all’attacco del tycoon contro l’Unione Europea. Intanto, i prezzi al consumo tedeschi segnano un inatteso rallentamento.

Lagarde: “Dai dazi gravi conseguenze per crescita e inflazione”

Se entrassimo in una vera guerra commerciale, in cui gli scambi venissero notevolmente ridotti, ci sarebbero gravi conseguenze per la crescita e per i prezzi in tutto il mondo, ma in particolare negli Stati Uniti”, ha minacciato Lagarde in un’intervista alla BBC. “Le decisioni di Trump, i suoi dietrofront, sono motivo di preoccupazione e ci spingono a rimanere estremamente vigili” in quanto stanno “causando un livello di incertezza che non vedevamo da molto tempo”.

Ieri è arrivato l’ultimo colpo di scena del presidente statunitense, che ha minacciato di imporre una tariffa del 200% su vini, champagne e altre bevande alcoliche provenienti dalla Francia e da altri paesi dell’UE. L’ultima intimidazione di Trump arriva dopo le misure di Bruxelles su 26 miliardi di euro di prodotti made in Usa (che includono un dazio del 50% sul whisky americano), in risposta alle tariffe statunitensi su acciaio e alluminio. L’avvertimento ha mandato in rosso il comparto degli spirits, con forti perdite per Pernod Ricard, Remy Cointreau, LVMH e Campari.

Lagarde smentisce Trump

Lagarde ha appoggiato la decisione dell’Ue di rispondere ai dazi Usa, affermando che Bruxelles “non aveva altra scelta” e precisando che c’è ancora tempo per i negoziati prima che le misure entrino in vigore.

“Qualsiasi guerra commerciale danneggerà l’economia globale”, ha ribadito la numero uno della banca centrale di Francoforte. “Tutti soffriranno, questa è una costante nella storia del commercio. Alcuni paesi subiranno conseguenze maggiori, alcuni vedranno l’inflazione salire più di altri, ma tutti ci perderanno”.

Lagarde, infine, ha difeso l’Europa dalle accuse di Trump, secondo cui l’Ue è stata formata per “fregare” gli Stati Uniti. “L’Unione è nata in gran parte su iniziativa degli Usa, che chiedevano maggiore stabilità in questo lato del mondo dopo le due guerre mondiali. Affermare che sia stata creata per fregare gli Stati Uniti non è solo inappropriato, ma è un abuso della storia”.

Inflazione Germania rallenta a sorpresa

Quello di oggi non è il primo monito di Lagarde sul tema dazi. Nei giorni scorsi, la presidente ha sottolineato le sfide per la politica monetaria derivanti dalla guerra commerciale, ma anche dal riarmo dell’Europa e dalle questioni climatiche, shock che potrebbero amplificare la volatilità dell’inflazione complicando il compito della Bce.

Nel frattempo, però, sono giunti segnali incoraggianti sul fronte dei prezzi. In mattinata, l’inflazione armonizzata tedesca di febbraio è stata rivista al ribasso al 2,6%, segnando un rallentamento dal 2,8% di gennaio, rispetto alla rilevazione stabile riportata inizialmente. Il dato complessivo dell’eurozona, in uscita il 19 marzo, potrebbe evidenziare a sua volta una revisione dal 2,4% della prima stima, alimentando le speranze di riportare velocemente sotto controllo la crescita dei prezzi.

Le aspettative su mosse Bce

La scorsa settimana la Bce ha tagliato i tassi per la sesta volta dallo scorso giugno, ma ha lasciato intendere che le prossime decisioni saranno più combattute e che ad aprile potrebbe esserci una pausa, per valutare gli effetti de fattori di incertezza sopracitati.

Una nota ottimista è giunta stamani dal membro del Consiglio direttivo Francois Villeroy de Galhau, secondo cui l’inflazione tornerà al target del 2% nel corso del 2025. “La vittoria è assicurata in Francia” e “molto presto lo sarà anche in Europa”.

Al momento, i mercati monetari scontano un allentamento di 46 bp entro fine anno, quindi il secondo taglio di 25 bp non è del tutto prezzato ma molto probabile.