Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce: analisti divisi su pausa aprile e tagli 2025, rialzo tassi nel 2026?

Bce: analisti divisi su pausa aprile e tagli 2025, rialzo tassi nel 2026?

7 Marzo 2025 11:13

La riunione della Bce ha portato in dote il secondo taglio dei tassi da inizio anno, ma ha lasciato molti interrogativi sulle mosse future dell’istituto. Gli analisti sembrano propendere per una pausa ad aprile, che consenta all’istituto di valutare gli impatti dei dazi e delle politiche fiscali, ma vedono ulteriori riduzioni entro fine anno.

I mercati scontano 46 punti base di allentamento nel 2025, quindi un taglio certo e un altro molto probabile, e assegnano una possibilità del 63% ad una riduzione di 25 bp il 17 aprile (rispetto al 77% di ieri). Ecco un sunto del meeting di ieri e le opinioni di alcuni esperti sulle prossime mosse della Bce.

Bce taglia tassi di 25 bp e cambia linguaggio

Nella seconda riunione del 2025 la Bce ha tagliato i tassi di 25 punti base, come previsto, portando il riferimento sui depositi al 2,5% e ha modificato il proprio linguaggio, segnalando che la politica monetaria è diventata “significativamente meno restrittiva”.

Nella conferenza stampa successiva all’incontro, Christine Lagarde ha mantenuto un approccio cauto, evidenziando che fattori come i dazi e le guerre commerciali impattano negativamente l’economia, generando incertezza che frena consumi e investimenti.

Per quanto riguarda la politica fiscale della Germania e dell’Unione Europea, ha riconosciuto il potenziale positivo per la crescita, ma ha sottolineato che al momento si tratta solo di annunci.

Interrogata sul tema del Quantitative Tightening (QT), Lagarde ha minimizzato il suo ruolo nel recente rialzo dei rendimenti obbligazionari, ribadendo che il principale strumento di politica monetaria rimane il tasso di interesse.

La view degli analisti sulle decisioni future della Bce

Alcuni broker optano per una pausa ad aprile, altri ritengono che la Bce continuerà ad abbassare i tassi già dalla prossima riunione. Le previsioni degli analisti spaziano da 2 a 4 riduzioni di 25 bp fino a fine anno.

Per Barclays altri quattro tagli a partire da aprile

Barclays interpreta il messaggio della Bce come una conferma che la politica monetaria, seppur meno restrittiva, rimane ancora restrittiva agli occhi del Consiglio direttivo. La banca d’affari mantiene la sua previsione di due ulteriori tagli da 25 punti base ad aprile e giugno, con il tasso sui depositi che scenderebbe al 2% entro metà anno, e prevede altre due riduzioni nel secondo semestre, a settembre e a dicembre, fino all’1,5%.

Amundi: tasso depositi Bce all’1,75% a fine 2025

Amundi, viste “le valutazioni attuali per un outlook più debole”, continua a “prevedere ulteriori e sostanziali tagli dei tassi, fino a raggiungere l’1,75% entro la fine dell’anno”.

“Con la prospettiva di un’emissione di debito molto più elevata in Europa, ci aspettiamo che la Bce riveda anche il ritmo di riduzione del proprio bilancio, attenendosi tuttavia al mantra che gli aggiustamenti del proprio bilancio non siano uno strumento chiave della politica monetaria”.

Intermonte vede pausa ad aprile, poi due tagli

Secondo Intermonte, la Bce potrebbe interrompere i tagli già ad aprile, in attesa di valutare l’evoluzione della spesa pubblica tedesca e le possibili misure protezionistiche degli Stati Uniti, come l’imposizione di dazi sulle importazioni di auto dall’Europa dal 2 aprile.

La Sim vede una pausa ad aprile come “altamente probabile” e prevede che il tasso sui depositi scenderà al 2% entro l’estate, ma ritiene che le delibere della Bce passino in secondo piano rispetto ai programmi di spesa tedeschi e al loro impatto sui bond, alla luce del “conseguente forte aumento delle emissioni, necessario per finanziare tali piani”.

Pimco: tasso neutrale al 2%

PIMCO parla di percorso graduale verso un tasso più neutrale, ma evidenzia che i prossimi tagli potrebbero essere più controversi a causa del disaccordo interno sulla “zona di atterraggio” della politica monetaria.

Secondo il gestore, la “valutazione di un tasso terminale di circa il 2% sembra ragionevole ed è coerente con le nostre stime di un tasso di riferimento neutrale per l’eurozona”.

BNP: tasso depositi al 2% entro fine 2025, rialzi nel 2026?

Per Markets 360, la divisione di BNP Paribas dedicata all’attività di ricerca e analisi sui mercati, i tempi attuali sono “particolarmente incerti” e le indicazioni della Bce “particolarmente vaghe”.

In vista del meeting del 17 aprile, “il Consiglio direttivo cercherà di valutare gli sviluppi della geopolitica, della spesa fiscale interna e dei dati in arrivo. Riteniamo che un taglio ad aprile sia marginalmente più probabile e lasciamo la nostra previsione di tasso finale al 2%.”

Tuttavia, l’aumento della spesa per difesa e infrastrutture potrebbe stimolare il PIL e generare pressioni inflazionistiche nel medio termine, portando la Bce ad alzare i tassi nel 2026, quando gli effetti della spesa pubblica inizieranno a farsi sentire.

Mps pone l’accentro su divisione tra falchi e colombe Bce

MPS sottolinea che le nuove proiezioni macroeconomiche, che rivedono al rialzo l’inflazione e al ribasso la crescita, sembrano già obsolete, data la velocità dei cambiamenti nel contesto economico.

L’incertezza è evidente anche dalla reazione voltile del mercato, “arrivato quasi a cancellare un taglio per il 2025, per poi prezzare altri due tagli entro fine anno con la pausa il prossimo mese che appare molto probabile”. La banca mette in luce rumors su un acceso dibattito interno alla Bce, con divisioni tra falchi e colombe sulla possibilità di una pausa ad aprile.

MutuiOnline: l’impatto del nuovo taglio Bce sui finanziamenti

Dal punto di vista del mercato dei mutui, MutuiOnline sottolinea che il taglio della Bce sta già avendo un impatto sui tassi di riferimento, con l’Euribor a 1 e 3 mesi scesi sotto l’IRS a 20 anni per la prima volta da marzo 2023. Questo trend potrebbe portare a un’inversione tra i tassi fissi e variabili, rendendo quest’ultimi più convenienti entro l’estate. Tuttavia, l’incertezza geopolitica e le future decisioni della Bce potrebbero influenzare ulteriormente il mercato dei mutui nei prossimi mesi.