Lagarde, allarme su crescita e outlook a una settimana dalla Bce
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Christine Lagarde, presidente della Bce, ha tenuto oggi un’audizione alla Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo. Nel corso dell’intervento ha affrontato diversi temi, fra cui la situazione macroeconomica della zona euro, la politica monetaria (pur senza sbilanciarsi sul ritmo di tagli dei tassi di interesse) e il nuovo quadro di governance economica europea. Ecco i punti chiave del suo intervento.
Alert Lagarde: incertezza e rischi nel medio termine
L’economia dell’eurozona rimarrà fragile nel breve, mentre le prospettive di medio termine rimangono dominate da incertezza e rischi al ribasso. Uno scenario poco incoraggiante, quello dipinto da Christine Lagarde nel suo intervento a Bruxelles. La presidente della Bce ha sottolineato le preoccupazioni immediate per il rallentamento della crescita nei servizi e la continua contrazione del manifatturiero, cui si aggiungono conflitti geopolitici e minacce al commercio internazionale.
“I dati basati sui sondaggi suggeriscono che la crescita sarà più debole nel breve“, ha affermato Lagarde, “dopodiché la ripresa economica dovrebbe prendere slancio”, seppur con le incognite citate. “La spesa dei consumatori crescerà con l’aumento dei redditi reali e gli investimenti si riprenderanno”.
L’Europa si trova ad affrontare un momento di transizione complesso, caratterizzato da uno scenario geopolitico sempre più instabile e da sfide strutturali che mettono alla prova il modello economico del Vecchio Continente. La necessità di risposte politiche rapide e incisive è quindi cruciale, in un contesto in cui innovazione, investimenti e produttività devono rappresentare i pilastri della ripresa.
Il quadro economico dell’eurozona
Nel primo semestre del 2024, sottolinea Lagarde, l’economia dell’area euro ha registrato una crescita moderata, interrompendo una fase di stagnazione durata cinque trimestri. Il Pil reale è cresciuto dello 0,4% nel terzo trimestre, grazie anche a eventi temporanei come le Olimpiadi di Parigi, mentre la domanda privata domestica è rimasta debole.
Il mercato del lavoro ha mostrato resilienza, con un tasso di disoccupazione sui minimi storici, al 6,3% e un aumento di 300.000 posti di lavoro nel terzo trimestre. Tuttavia, i rischi al ribasso dominano il panorama economico, soprattutto a causa dell’incertezza geopolitica e delle pressioni sul commercio internazionale.
Sul fronte dell’inflazione, il tasso generale è salito al 2,3% a novembre, trainato dalla moderazione nella discesa dei prezzi energetici e dall’aumento dei prezzi alimentari. L’inflazione core si è attestata al 2,7%, con un forte contributo dei servizi (+3,9%), anche a causa degli incrementi salariali. Guardando al futuro, nel corso del 2025 l’inflazione dovrebbe calare verso l’obiettivo del 2% fissato dalla Bce.
Lagarde non si sbottona su tagli tassi Bce
Per affrontare il quadro economico e garantire il controllo sull’inflazione, la Bce ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base a ottobre, portando il tasso sui depositi al 3,25%.
“Rivedremo nuovamente la nostra posizione la prossima settimana – nel meeting del 12 dicembre – seguendo l’approccio dipendente dai dati e riunione per riunione. Pertanto, non ci stiamo impegnando in anticipo su un particolare percorso di tassi”, ha ribadito Lagarde.
Il nuovo Framework di Governance Economica UE
La presidente ha poi descritto il nuovo quadro di governance economica dell’Unione Europea come un punto di equilibrio tra sostenibilità fiscale nel medio termine e incentivi agli investimenti strategici e alle riforme.
Tra i benefici principali, la presidente ha posto l’accento sulla sostenibilità del debito, in quanto il framework supporta la riduzione dei livelli di indebitamento, migliorando la trasmissione della politica monetaria.
In secondo luogo, prevede incentivi e percorsi di aggiustamento fiscale estesi fino a sette anni, subordinati a investimenti e riforme strutturali.
Infine, il framework è improntato ad una maggiore controciclicità fiscale, smorzando le fluttuazioni economiche e favorendo una crescita di lungo termine in condizioni di stabilità dei prezzi.
Lagarde ha infine sottolineato l’importanza di investimenti congiunti a livello europeo, di un’azione coordinata tra gli Stati membri e le istituzioni europee nella gestione degli investimenti strategici e dell’unione dei mercati dei capitali. “L’unione fa la forza”, ha concluso Lagarde, citando Esopo.
Countdown per riunione Bce del 12 dicembre
I commenti arrivano alla vigilia del periodo di massimo riserbo, i sette giorni che precedono una riunione di politica monetaria nei quali i funzionari si astengono dai commenti.
Le attese del mercato danno ormai per certo un taglio di 25 punti base e hanno ridimensionato le scommesse su una mossa da mezzo punto percentuale. Il dibattito interno alla Bce vede contrapposti da un lato le “colombe”, i membri più favorevoli ad un rapido allentamento monetario, e dall’altro i “falchi”, inclini ad un approccio più cauto e preoccupati per una risalita dell’inflazione.
Il rischio più concreto rimane quello legato all’inflazione dei servizi, ancora elevata (3,9%), cui si sommano le turbolenze politiche in Francia e Germania che provocano tensioni sull’obbligazionario e la minaccia di dazi con il ritorno di Trump alla Casa Bianca da gennaio.