Bce: per Lagarde arriva ‘bomba’ salari sopra 5%, nuovo test per tagli tassi?
La Banca centrale europea (Bce) ha annunciato l’atteso nuovo dato trimestrale sulla crescita dei salari negoziati della zona euro. Il dato relativo al terzo trimestre mostra una nuova accelerazione dei salari al ritmo annuo del 5,4% rispetto alla frenata al 3,5% registrata nel secondo trimestre dell’anno. Una pubblicazione che arriva a meno di un mese dall’ultima riunione della Bce del 2024.
Crescita salari torna a salire
Nel penultimo trimestre del 2024, i salari negoziati nella zona euro sono tornati a salire al ritmo annuo del 5,43% rispetto al 3,54% del precedente trimestre, superando anche la lettura dei primi tre mesi del 2024, quando la crescita era stata al 4,7% (stesso ritmo riportato nel terzo trimestre del 2023). Si tratta di un dato “ben al di sopra dell’aumento del 3% nella crescita salariale complessiva considerata dai policymakers coerente con la stabilità dei prezzi, dato un obiettivo di inflazione del 2% e una crescita della produttività di lungo termine di circa l’1%”, segnalano da Bloomberg Economics.
Test tassi per la Bce?
Dati che vengono immediatamente analizzati in ottica delle prossime mosse di politica monetaria della Bce che si prepara al prossimo appuntamento di dicembre. “Il deciso aumento dei salari negoziati per l’area euro nel terzo trimestre sarà una lettura poco gradita ai falchi del Consiglio direttivo della Bce – sottolineano ancora da Bloomberg Economics -, ma è poco probabile che impedisca alla Banca centrale europea di ridurre nuovamente i tassi di interesse nel meeting di dicembre”.
Allargando lo sguardo al nuovo anno, l’aumento delle retribuzioni, tuttavia, potrebbe smorzare le attese degli analisti per una serie di tagli dei tassi nel 2025. Un’indicazione che potrebbe, infatti, essere “utilizzata” dai falchi della Bce per tenere sotto controllo le scommesse di mercato, che vedono un taglio a ogni riunione fino alla primavera.
Potrebbe esserci di fatto maggiore incertezza. Secondo alcuni operatori, sebbene la maggior parte dei funzionari abbia indicato che altre sforbiciate siano probabili, il ritmo e l’entità dei tagli potrebbero diventare sempre più incerti.
“Penso che i dati di oggi spostino leggermente la lancetta verso un taglio di 25pb rispetto a 50pb a dicembre. Allo stesso tempo, la Bce ha mostrato piu’ interesse verso dati a piu’ alta frequenza sui salari”, ha dichiarato Francesco Pesole, FX Strategist di ING, contattato da Finanzaonline. “Quindi non credo che 50pb a dicembre vadano esclusi: le PMI dopodomani saranno molto importanti dato che l’attenzione si e’ chiaramente spostata verso la crescita rispetto all’inflazione. Anche se i dati di oggi sono un input positivo per l’euro, EUR/USD rimane molto piu’ influenzato da fattori esterni all’eurozona: l’escalation in Ukraina, il sentimento di mercato generale e le scelte di cabinetto di Trump”.
Le parole dovish di Panetta
Proprio ieri erano arrivate anche le stoccate da parte di una delle colombe della Bce, ovvero il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Parole che riecheggiano anche oggi sui mercati.
Il numero uno di Bankitalia ha dichiarato nel corso di un evento all’università Bocconi: “Le condizioni monetarie restrittive – della Bce – non sono più necessarie. Dobbiamo normalizzare la nostra posizione di politica monetaria e passare in territorio neutrale, o addirittura espansivo, se necessario”. Per Panetta, con un’inflazione più vicina all’obiettivo e meno volatile, con relazioni macroeconomiche più stabili e un ruolo nuovamente centrale dell’economia reale nelle dinamiche di inflazione, la Bce “può permettersi di normalizzare la sua politica monetaria”.
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(articolo in fase di scrittura)