La Berkshire di Buffett aumenta le quote nelle società giapponesi
La holding di Warren Buffett, Berkshire Hathaway ha dichiarato che la sua controllata National Indemnity Company ha aumentato la propria partecipazione in cinque società giapponesi arrivando ad una media poco sopra l’8,5%.
Le 5 società su cui punta Buffett
Le aziende coinvolte sono le stesse anticipate da Finanzaonline.com, il 19 maggio. Si tratta di Itochu, Marubeni, Mitsubishi, Mitsui e Sumitomo. Tutte e cinque in forte rialzo da inizio anno, tranne Mitsubishi che ha perso poco più dell’1% nei primi sei mesi dell’anno. Il valore aggregato della partecipazione nelle società sopra elencate supera quello delle azioni detenute dal Berkshire in qualsiasi paese al di fuori degli Stati Uniti.
Berkshire Hathaway ha dichiarato che gli investimenti nelle società giapponesi sono focalizzati nel lungo termine e nello stesso tempo il CEO Warren Buffett ha promesso che la holding acquisterà solo fino al 9,9% di una qualsiasi delle cinque società.
La legenda vivente nel mondo degli investimenti ad aprile ha visitato il Giappone per annunciare che Berkshire avrebbe aumentato le proprie quote nelle varie case commerciali giapponesi al 7,4%, dopo aver identificato le cinque società di interesse.
Le cinque aziende sono le più grandi delle cosiddette sogo-shosha giapponesi, ovvero società commerciali, e si concentrano su investimenti diversificati a lungo termine che danno priorità al valore e al flusso di cassa. Inoltre, sono stati centrali per le importazioni di energia, minerali e cibo in Giappone e per gli esportatori di prodotti finiti.
L’indice Nikkei 225 si ritira dai massimi storici
Sessione negativa per l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo, che ha ceduto più dell’1% nella seduta di oggi, tra l’atro orfana dal faro dei mercati Wall Street, che rimarrà chiusa per il Juneteenth, la festa federale che celebra la liberazione degli schiavi afroamericani. L’indice giapponese è reduce dalla decima settimana consecutiva di rialzi e nuovo massimo da oltre 30 anni toccato a 33.772 punti.
In calo anche Seoul, che ha chiuso sotto la parità (-0,9%) circa, mentre le borse di Hong Kong e Shanghai hanno ceduto rispettivamente l’1,3% e lo 0,52%.
Sullo sfondo pesa la decisione di diversi economisti, tra cui quelli di Goldman Sachs, di tagliare le stime sulla crescita del Pil cinese. La banca d’affari statunitense ha rivisto al ribasso l’outlook sulla crescita del Pil della Cina, relativa al 2023, dal +6% al +5,4%. Per il 2024, le previsioni sono ora di una espansione del Pil cinese pari a +4,5%, rispetto al +4,6% precedente.
Sul fronte geopolitico, sotto i riflettori l’incontro a Pechino tra il segretario di Stato americano, Antony Blinken e il capo della diplomazia cinese Wang Yi.