Intesa Sanpaolo accarezza vetta tra banche Ue (senza M&A per ora). In arrivo un altro trimestre solido

Inizio di ottobre non esalante per Intesa Sanpaolo e in generale per tutto il comparto bancario. La prospettiva di un nuovo taglio dei tassi da parte della Bce il prossimo 17 ottobre con l’inflazione tornata sotto il 2% sta penalizzando il settore del credito che negli ultimi due anni ha fatto il pieno di utili grazie ai tassi alti. Ad oggi le attese si stanno indirizzando sempre più verso una Bce molto dovish che in meno di 12 mesi potrebbe far atterrare il livello del costo del denaro in area 2% rispetto al 3,5% attuale.
Nei giorni scorsi Morgan Stanley ha declassato le banche europee da “attractive” a “in-line”, citando proprio i deboli dati macroeconomici e il calo dei tassi delle banche centrali che pesano sul reddito netto da interessi (NII).
Gros-Pietro non esclude M&A paneuropeo nel futuro di Intesa
Intanto tra gli investitori tiene banco il dibattito sull’M&A a seguito del blitz di Unicredit in Commerzbank. A tal proposito ieri il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, ha lasciato una porticina aperta a mosse future. “Non siamo ancora paneuropei, non è escluso che lo diventeremo in futuro, ma per adesso facciamo il tifo per Unicredit”.
“La nostra crescita è interna – ha aggiunto – Siamo presenti in 25 Paesi, in cinque continenti e abbiamo la divisione International Subsidiary Banks che ci dà molte soddisfazioni, che cresce bene”.
Intesa nel gotha della banche Ue
Oggi il titolo Intesa Sanpaolo è poco mosso, ma nell’ultima settimana ha ceduto oltre il 4,5%. A tre mesi il saldo rimane positivo (+5%), mentre da inizio anno il boom è di oltre +40%, tra i migliori di tutto il Ftse Mib.
Questa cavalcata ha permesso alla banca guidata da Messina di arrivare a superare, prima del calo delle ultime sedute, i 70 miliardi di capitalizzazione di mercato. E brevemente nel corso della seduta del 1 ottobre è stata per la prima volta il maggiore istituto di credito dell’Unione Europea in termini di valore di mercato, superando Banco Santander e Bnp Paribas, con quest’ultima che a causa delle tensioni politiche in Francia segna un saldo da inizio anno negativo. Oggi staziona nuovamente al terzo posto a 66 miliardi contro i 68 circa di Santander e Bnp.
Quest’anno Intesa Sanpaolo ha visto aumentare i ricavi da commissioni e l’utile netto del primo semestre balzare a 4,766 miliardi di euro, in rialzo del 12,9% e per l’intero anno prevede un utile netto a oltre 8,5 miliardi di euro.
Il 31 ottobre test conti, analisti puntano su un altro trimestre solido
L’appuntamento con i conti trimestrali si avvicina. Tra meno di un mese, il prossimo 31 ottobre, la banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina diffonderà i numeri relativi al terzo trimestre del 2024. Oggi gli analisti di Banca Akros, che dicono buy sul titolo, hanno diffuso la preview sui conti e si attende che Intesa Sanpaolo riporti “un altro trimestre solido”.
L’utile netto è atteso in crescita del 18% a 2,25 miliardi di euro grazie a minori rettifiche di valore su crediti. Attesa solida anche la situazione patrimoniale con un CET1 ratio in miglioramento di 20 pb su base trimestrali al 13,7%. I ricavi totali sono attesi in crescita del 3,4% a/a a 6,6 miliardi di euro con il calo del margine di interesse a 3,86 miliardi, in virtù del taglio dei tassi di interesse Bce a giugno, compensato da commissioni nette in crescita del 6,3% a 2,22 miliardi di euro e da un proventi assicurativi resilienti pari a 0,4 miliardi.
I costi operativi sono stimati in aumento del 2% a 2,7 miliardi di euro a seguito del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Gli analisti ritengono inoltre che la qualità dell’attivo rimarrà resiliente finché l’economia italiana manterrà una dinamica positiva.
Considerando i primi 9 mesi dell’anno, l’utile netto dovrebbe raggiungere i 7 miliardi di euro, a soli 1,5 miliardi di euro dal target minimo di 8,5 miliardi di euro per quest’anno.