Notizie Dati Macroeconomici Inflazione Italia accelera, inflazione euro +2,8% mentre su tassi Bce parla di tagli

Inflazione Italia accelera, inflazione euro +2,8% mentre su tassi Bce parla di tagli

1 Febbraio 2024 12:31

Attenti ai numeri sull’inflazione dell’area euro in generale e dell’Italia nello specifico, appena annunciati nella giornata di oggi, giovedì 1° febbraio.

In Italia, l’Istat ha comunicato che, secondo le proprie stime preliminari, nel mese di gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo (CPI) ha segnato un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, in accelerazione rispetto al +0,6% del mese precedente.

Per quanto riguarda i dati relativi all’inflazione dell’area euro, è emerso che nel mese di gennaio il CPI ha messo a segno un rialzo su base annua pari a +2,8%, in linea con le attese, lievemente al di sotto del +2,9% del mese di dicembre.

Occhio però all‘inflazione core – ovvero all’inflazione depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici – che è salita in generale nell’area euro del 3,3% su base annua, in lieve calo rispetto al +3,4% di dicembre, ma oltre alle stime degli analisti, che avevano puntato su un indebolimento ulteriore del ritmo di crescita, a +3,2%.

La Bce di Christine Lagarde non avrà di certo gradito. I dati confermano, di fatto, che le pressioni inflazionistiche rimangono nel blocco persistenti, ben oltre i desiderata della Banca centrale europea, che ha fissato il target dell’inflazione di medio termine al 2%.

Il dato cruciale per la Bce. E oggi si parla di tagli tassi

Questi numeri, insieme a quelli diramati qualche giorno fa sul trend del Pil dell’intera area euro e dei singoli paesi del blocco, forniranno, insieme ad altri indicatori in arrivo, la base su cui si decideranno le prossime mosse di politica monetaria della Bce: proprio quella Bce , capinata da Christine Lagarde, che ha tante remore a fare il grande passo auspicato da diversi governi e cittadini dell’Eurozona: ovvero, tagliare i tassi.

Intanto oggi, a prendere la parola tra i banchieri della Banca centrale europea, è stato Mario Centeno che, sul dossier tagli, ha detto che, “nel caso in cui la traiettoria dell’inflazione verrà confermata, il prossimo passo sarà tagliare i tassi”.

Il punto, tuttavia, è il quadro macro contrastato dell’Eurozona, già messo in evidenza dai dati relativi al Pil dell’euro pubblicati in settimana.

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Va detto che già qualche giorno fa Centeno, esponente del Consiglio direttivo della Bce, aveva detto di auspicare un taglio dei tassi dell’area euro, in assenza di eventuali shock inflazionistici.

“Ci sono molte prove – aveva affermato – del fatto che l’inflazione sta scendendo in modo sostenuto” rispetto all’obiettivo di medio termine del 2%.

Il banchiere aveva illustrato due ipotesi:

“Possiamo reagire più tardi e in modo più forte, oppure prima e in modo più graduale. Io sono completamente a favore di scenari che prevedono interventi graduali, dal momento che dobbiamo dare ai nostri agenti economici il tempo di adattarsi alle nostre decisioni”.

In quell’intervento, Centeno aveva auspicato tagli continui e sostenuti ai tassi, considerando riduzioni graduali di 25 punti base “un buon parametro” per agire.

Inflazione Italia, Istat: indice accelera a gennaio, +0,8% y/y

Per quanto riguarda l’inflazione in Italia, oggi l’Istat ha annunciato che, secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è salito dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% del mese precedente).

Inflazione accelera su base tendenziale: l’Istat spiega il perchè

L’Istat ha spiegato l’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale con l’aumento dei prezzi di alcuni fattori, per la precisione:

  • L’aumento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,7% a +4,3%).
  • L’aumento dei beni alimentari non lavorati (da +7,0% a +7,5%).

Rilevata una diminuzione della flessione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%) e, anche, l’attenuazione dell’aumento dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +4,2% a +2,9%) e dei beni durevoli (da +1,5% a +0,8%).

Per quanto riguarda l’inflazione core dell’Italia, o anche “inflazione di fondo”, ovvero quella calcolata al netto degli energetici e degli alimentari freschi, l’Istat ha indicato una decelerazione del ritmo di crescita da +3,1% a +2,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici si è smorzata dal +3,4% a +3,1%.

In generale, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni ha rallentato la sua discesa (da -1,5% a -0,8%), mentre quella dei servizi ha segnato una decelerazione, pur rimanendo positiva (da +3,4% a +2,9%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,7 punti percentuali, dai +4,9 di dicembre).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono saliti lievemente su base tendenziale da +5,3% a +5,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno fatto dietrofront (da +4,4% di dicembre a +3,6%).

I fattori che hanno sostenuto l’aumento congiunturale

L’Istat ha spiegato poi l’aumento congiunturale dell’inflazione soprattutto con:

  • La crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%).
  • La crescita dei beni alimentari lavorati (+1,0%).
  • L’aumento dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (+0,4%).
  • Il rialzo dei beni energetici non regolamentati e degli altri beni (+0,3% entrambi).

In particolare, “gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-0,1%)”.

Istat comuncia inflazione acquisita per il 2024

Il risultato di queste dinamiche è stato che l’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,3% per l’indice generale e a +0,9% per la componente di fondo.

Inoltre, in base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è sceso dell’1,1% su base mensile, a causa dell’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, salendo dello 0,9% su base annua (in aumento dal +0,5% di dicembre).

L’Istat ha infine riassunto e commentato quanto emerso dal dato relativo all’inflazione dell’Italia:

“A gennaio, secondo le stime preliminari, l’inflazione evidenzia un lieve rimbalzo, salendo allo 0,8% dallo 0,6% di dicembre 2023. La moderata accelerazione del ritmo di crescita dei prezzi riflette l’andamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati, la cui flessione su base tendenziale risulta, a gennaio, attenuata a causa dell’effetto statistico dovuto allo sfavorevole confronto con gennaio 2023. Un contributo alla risalita dell’inflazione si deve inoltre al permanere di tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati, i cui effetti si manifestano anche sulla accelerazione del cosiddetto ‘carrello della spesa’(+5,4%). Infine, l’inflazione di fondo si attesta a gennaio al +2,8% (da +3,1% del mese precedente)”.

Inflazione euro +2,8% su base annua, inflazione core oltre +3%

Per quanto riguarda il dato complessivo dell’inflazione dell’Eurozona, che è quello che determina le decisioni della Bce di Lagarde, l’Eurostat ha annunciato oggi con la pubblicazione delle stime preliminari di prevedere un aumento del CPI su base annua pari a +2,8% nel mese di gennaio 2024, in calo rispetto al +2,9% di dicembre.

In evidenza soprattutto i prezzi dei beni alimentari, alcol e tabacco, previsti balzare del 5,7%, comunque in rallentamento rispetto al +6,1% di dicembre.

Sull’aumento dell’inflazione hanno inciso anche i prezzi dei servizi (+4%, stabili rispetto a dicembre), i prezzi dei beni industriali non energetici (+2%, rispetto al +2,5% di dicembre).

I prezzi dei beni energetici sono scesi invece del 6,3%, rispetto al -6,7% di dicembre.

La speranza dei mercati, ha fatto notare un articolo del Financial Times, è che la Bce decida di tagliare i tassi soprattutto, più che con la pubblicazione di questi numeri, dopo i dati già diffusi relativi all’inflazione di Francia e Germania, le cui economie si sono confermate tra l’altro gli anelli deboli dell’area euro, come confermato dai dati relativi ai rispettivi Pil.

I dati arrivati ieri dal fronte macroeconomico della Germania hanno messo in evidenza, in particolare che, nel mese di gennaio, l’indice dei prezzi al consumo è salito del 2,9% su base annua, in deciso calo rispetto al 3,7% di dicembre.

Il ritmo di crescita, ha confermato l’Istituto nazionale di statistica tedesco Destatis, è stato il più lento dal giugno del 2021.