Inflazione eurozona sopra attese, cruccio per Lagarde. Bollettino Bce invoca Draghi
L’inflazione della zona euro accelera al 2% annuo, sopra le attese degli analisti. Lagarde rimane prudente e non si sbilancia sui prossimi tagli dei tassi, rimandando ogni decisione ai prossimi dati e prevede una ripresa della crescita trainata dai consumi. Il bollettino Bce chiede l’attuazione delle riforme proposte da Mario Draghi per rilanciare la competitività europea.
- Inflazione zona euro 2%, dato core stabile a 2,7%. Disoccupazione 6,3%
- Lagarde: “inflazione non è sotto controllo”, minimizza timori recessione
- Dubbi Bce su crescita e tagli tassi, mercati optano per 25 bp
- Bollettino Bce: “Tassi restrittivi per conseguire obiettivo inflazione”
- Bce su politiche bilancio: “Avanti con proposte di Draghi”
Inflazione zona euro 2%, dato core stabile a 2,7%. Disoccupazione 6,3%
I prezzi al consumo dell’eurozona hanno registrato un’accelerazione a ottobre, in linea con le attese degli analisti e dei funzionari della Bce. Nel dettaglio, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% su base mensile (consensus 0,2%) e del 2,0% su base annua, rispetto all’1,7% di settembre e all’1,9% previsto dagli economisti.
Il dato core, calcolato al netto delle componenti più volatili (prezzi energetici e alimentari) è rimasto stabile al 2,7% tendenziale, a fronte di un rallentamento atteso al 2,6%.
Nel frattempo, la disoccupazione nella regione ha toccato un nuovo minimo al 6,3%, rispetto al 6,4% del mese precedente e delle stime.
Lagarde: “inflazione non è sotto controllo”, minimizza timori recessione
I numeri odierni confermano la visione cauta della Bce, espressa anche ieri dalla presidente Christine Lagarde in un’intervista al quotidiano francese Le Monde.
“L’obiettivo è in vista, ma non vi dirò che l’inflazione è sotto controllo. Sappiamo che aumenterà nei prossimi mesi, semplicemente a causa degli effetti base”, come emerso oggi dai numeri sulla zona euro e ieri da quelli della Germania, dove è prevista un’ulteriore accelerazione nella parte finale dell’anno.
“Voglio vedere l’obiettivo del 2% raggiunto in modo sostenibile”, ha affermato Lagarde. “In assenza di uno shock importante, questo avverrà nel 2025“. La presidente ha poi ribadito che “l’entità e la sequenza dei tagli dei tassi di interesse saranno determinate dai dati economici nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.
Lagarde ha anche sottolineato che “sulla base delle informazioni e delle analisi attualmente disponibili, non è prevista una recessione nel 2024, 2025 o 2026“. La ripresa economica sarà guidata “dalle esportazioni e dalla domanda interna. Con salari in aumento e inflazione in calo, il maggior reddito disponibile crescerà e confluirà verso i consumi.”
Dubbi Bce su crescita e tagli tassi, mercati optano per 25 bp
Sul fronte della crescita, i numeri di ieri sul terzo trimestre hanno fornito qualche rassicurazione, evidenziando un’espansione più rapida del previsto nell’eurozona. La Germania ha schivato la recessione tecnica, mentre l’Italia ha deluso le aspettative con un Pil stagnante. Tuttavia, gli indici Pmi di ottobre hanno continuato a delineare uno scenario in rallentamento, soprattutto a causa della persistente crisi del settore manifatturiero.
Alcuni funzionari della Bce hanno sottolineato le preoccupazioni per l’economia della regione, suggerendo un taglio dei tassi da 50 punti base nell’ultima riunione dell’anno per non rischiare di penalizzare eccessivamente la crescita con livelli troppo restrittivi. Altri membri del consiglio direttivo, tuttavia, si sono opposti a questa possibilità. Il falco Isabel Schnabel ritiene che un approccio graduale nel tagliare i tassi rimanga appropriato, mentre il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha invitato la banca centrale a non affrettare il passo.
Fabio Panetta, invece, ha posto l’accento sul rischio che la crescita dei prezzi non raggiunga il 2%. “Le condizioni monetarie sono ancora rigide e saranno necessari nuovi tagli. Mentre l’inflazione si attenua, dovremmo concentrarci sulla lentezza dell’economia reale: senza una ripresa sostenuta, l’inflazione rischia di essere spinta ben al di sotto dell’obiettivo“.
Dopo i dati di ieri sulla crescita e quelli odierni sull’inflazione, i mercati monetari hanno comunque ridotto le scommesse su una mossa da 50 bp a dicembre, in favore di un intervento più moderato, di soli 25 bp.
Bollettino Bce: “Tassi restrittivi per conseguire obiettivo inflazione”
In mattinata è stato pubblicato anche il bollettino economico della Bce, che viene diffuso due settimane dopo l’ultima riunione di politica monetaria e approfondisce le motivazioni sottostanti alle decisioni dell’istituto.
Nel documento, il Consiglio direttivo ribadisce che “il processo di disinflazione è ben avviato” ma “l’inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto”. Pertanto, “le condizioni di finanziamento sono rimaste restrittive”, con un tasso sui depositi ancora al 3,25% dopo l’ultimo taglio da 25 bp. “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire l’obiettivo.”
Nel dettaglio, “le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”.
Bce su politiche bilancio: “Avanti con proposte di Draghi”
Il bollettino, in linea con quanto affermato da Lagarde, prevede un rafforzamento graduale dell’economia guidato dall’aumento dei redditi reali e, di conseguenza dei consumi. “Il graduale venir meno degli effetti della politica monetaria restrittiva dovrebbe sostenere i consumi e gli investimenti“, e “con l’aumento della domanda mondiale, le esportazioni dovrebbero contribuire alla ripresa”, si legge nel rapporto.
In tale contesto, la Bce sposta il focus sulle politiche di bilancio e strutturali, che “dovrebbero essere mirate ad accrescere la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia”. Motivo per cui “è fondamentale dare prontamente seguito, con politiche strutturali concrete e ambiziose, alle proposte di Mario Draghi per una maggiore competitività europea e a quelle di Enrico Letta per il rafforzamento del mercato unico.”
Per il consiglio direttivo, “l’attuazione piena, trasparente e tempestiva del nuovo quadro di governance economica dell’UE aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL”.