Halving Bitcoin: cos’è, quando sarà e quali impatti può avere
Da diverse settimane si sente parlare del cosiddetto “halving” del Bitcoin, spesso citato tra i fattori che hanno trainato il recente rally della cryptovaluta. Ma in cosa consiste questo ‘dimezzamento’ e perché è così importante? Cerchiamo di capire come funziona l’halving, quando è previsto il prossimo e come potrebbe influire sul prezzo del Bitcoin.
Come funziona l’offerta di Bitcoin
Prima di spiegare il concetto di halving è necessario fare alcune brevi premesse sul processo di creazione dei Bitcoin, stabilito nel protocollo della criptovaluta, creato da Satoshi Nakamoto.
Innanzitutto, a differenza delle valute fiat (quelle emesse dai governi, come euro e dollaro per intenderci), che possono essere prodotte senza limiti, l’offerta massima di Bitcoin è stata prefissata a 21 milioni.
Ma come funziona l’offerta di una valuta digitale? La tecnologia alla base di gran parte delle cryptovalute è la blockchain, un database condiviso e immutabile che tiene traccia in modo permanente delle transazioni.
Per ottenere il diritto ad aggiungere blocchi alla blockchain è necessario risolvere enigmi matematici complessi, secondo un meccanismo denominato Proof of Work (PoW).
Cos’è l’halving e quando è previsto il prossimo
Le criptovalute basate su un algoritmo PoW (come, appunto, il Bitcoin), vengono prodotte dai cosiddetti ‘miner’, che sfruttano potenti calcolatori per risolvere problemi matematici e aggiungere blocchi alla blockchain.
I miner vengono ricompensati per questa attività attraverso la distribuzione di Bitcoin. E qui veniamo al concetto di “halving”: la ricompensa per i miner viene arbitrariamente dimezzata ogni 210 mila blocchi. Contando che, mediamente, viene aggiunto un blocco ogni 10 minuti, il dimezzamento avviene all’incirca ogni quattro anni.
L’obiettivo è quello di diminuire gradualmente la nuova offerta di Bitcoin, ossia il numero di nuovi token che fanno il loro ingresso nella rete, controllando l’inflazione e il mantenimento di valore.
Come detto, le date degli halving non vengono stabilite a priori, ma sulla base del ritmo attuale il prossimo avverrà ad aprile: alcune fonti parlano della terza settimana di aprile, intorno al 22-23, altre anticipano l’evento al 19 aprile o addirittura prima, al 16-17 del mese.
I precedenti halving
Al momento della creazione del blocco di genesi di Bitcoin, il 3 gennaio 2009, la ricompensa per ogni nuovo blocco minato era pari a 50 Bitcoin.
Il primo halving risale al 28 novembre del 2012, dopo l’estrazione dei primi 210.000 blocchi. In tale occasione la ricompensa è scesa a 25 monete digitali per ogni nuovo blocco.
In seguito, ogni altri 210.000 blocchi, è stata ulteriormente ridotta a 12,5 Bitcoin il 9 luglio del 2016 e a 6,25 il 12 maggio 2020. Con il prossimo halving si scenderà dunque dagli attuali 6,25 a 3,125.
L’ultimo halving è previsto nel 2140, con il raggiungimento dei 21 milioni di token in circolazione. A partire da quel momento, non sarà più possibile emettere nuove monete digitali nella rete Bitcoin.
L’impatto dell’halving sul prezzo del Bitcoin
Riducendo la ricompensa per la creazione di nuovi blocchi, viene teoricamente ridotto l’incentivo a produrre nuovi Bitcoin. Per generare nuovi blocchi sono infatti necessari elevati costi legati all’elettricità e alla manutenzione degli hardware. Dopo l’halving, il processo potrebbe non esser più conveniente per alcuni miner. Tuttavia, molto dipende anche dal prezzo del Bitcoin.
L’halving consente di mantenere l’offerta di Bitcoin relativamente scarsa, accomunandolo da questo punto di vista a materie prime come l’oro o altri metalli preziosi, con la differenza che la quantità finale estraibile è già predeterminata.
Generalmente, il fenomeno dell’halving ha anche incrementato l’interesse per la cryptovaluta, attirando una maggiore domanda. Questo fattore, unito alla scarsità progressiva di Bitcoin dopo ogni halving, ha portato in passato ad un aumento dei prezzi, ma non è detto che ciò avvenga anche in questa occasione.
Bitcoin in discesa dai record storici
Nelle ultime sedute il Bitcoin ha perso terreno, abbandonando i massimi storici (con un picco di 73.798 dollari) toccati la scorsa settimana e tornando in area 63.300$.
Oggi in particolare la cryptovaluta cede il 6%, dopo che Grayscale Bitcoin Trust (GBTC), il più grande fondo quotato in borsa del mondo per il token, ha registrato un deflusso giornaliero di 643 milioni di dollari. Si tratta di un record negativo da quando la SEC statunitense ha approvato i primi ETF spot su Bitcoin. Anche altri fondi come Fidelity Investments e BlackRock stanno registrando un rallentamento.
In calo anche altri token come Ether (-7,6%), Solana (-12,6%) e Dogecoin (-10,5%), complici i timori di una bolla sulle cryptovalute e le minori scommesse sui tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, in attesa della riunione di domani.